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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Novembre 2007
 
   
  UNA SFIDA GLOBALE PER AGRICOLTURA TOSCANA. COME TRASFORMARLA IN OPPORTUNITÀ. MUTAMENTI CLIMATICI: FONDAMENTALE SAPER INNOVARE

 
   
  Firenze - «I mutamenti climatici sono un fenomeno a scala globale che è necessario affrontare con ponderatezza e decisione. L’agricoltura toscana potrà crescere e sviluppare le proprie potenzialità se saprà trasformare l’esigenza di cambiamento in un’opportunità strategica per innovare le tecniche tradizionali di coltivazione e di lavorazione ma anche le tecnologie agronomiche. » Lo ha detto Susanna Cenni, assessore all’agricoltura della Regione Toscana partecipando al convegno “I grandi vini e il tartufo bianco della Toscana sopravviveranno al cambiamento! del clima? L’innalzamento delle temperature e i prodott! i d&rsqu o;eccellenza dell’agricoltura” che si è svolto il 10 novembre a San Giovanni d’Asso in provincia di Siena. «L’agricoltura toscana dovrà alimentare le sue difese più naturali di fronte alle spinte imprevedibili del mutamento climatico – ha continuato l’assessore Cenni. L’impegno della Regione Toscana è quello di mettere in atto gli strumenti necessari per permettere al settore agro-forestale di adattarsi con successo a tali cambiamenti. Per questo grazie anche all’apporto fondamentale dell’Arsia svilupperemo un’azione di assistenza tecnica e di formazione professionale alle imprese perché il mutamento climatico non venga subito, ma fronteggiato nel miglior modo possibile dai produttori. A tal fine è opportuno varare un sistema di premi per le imprese che sviluppino azioni sul risparmio idrico e risparmio energetico e continuare a sostenere quelle che ammodernano o! potenziano i loro impianti irrigui. » Susanna Cenni ha poi dichiarato: «Occorre un investimento strategico in ricerca e innovazione finalizzato a dotarsi di analisi di impatto specifiche per l´agricoltura toscana, di adeguati sistemi di monitoraggio e occorre soprattutto il supporto alle imprese agricole e ai sistemi territoriali per affrontare quegli stessi cambiamenti climatici con tecniche e servizi agronomici innovativi. Per questo abbiamo già attivato grazie all’Arsia un programma con l’Università degli Studi di Firenze e con il Cnr-ibet per approfondire le modalità dei cambiamenti climatici a livello globale e il loro impatto sul territorio regionale toscano. » L’assessore ha poi concluso il suo intervento ribadendo la necessità di ‘fare sistema’ per affrontare al meglio le sfide future. «Dobbiamo aver ben chiaro che tutti i soggetti pubblici e privati, le associazioni di categoria, ! le imprese e le parti sociali dovranno lavorare insieme costru! ttivamen te per rendere efficaci le strategie di adeguamento ai mutamenti climatici che già negli ultimi anni hanno coinvolto il nostro territorio. » Scheda L’impatto dei mutamenti climatici su viti e tartufi Firenze Ecco l’impatto dei mutamenti climatici previsto in Toscana per i prossimi trent’anni nel settore viticolo e su quello di foreste e tartufi come emerso dai primi risultati dei progetti di ricerca avviati da Arsia in collaborazione con l’Università. Settore viticolo - - Un ampliamento della gamma dei vitigni da coltivare con una migrazione dei vitigni a basse esigenze termiche verso quote più elevate rispetto alle attuali dove verranno coltivati vitigni con maggiori esigenze termiche. Il Sangiovese dotato di una grande variabilità, ad esempio, potrà essere colti! vato in zone più elevate; è ipotizzabile che alcuni problemi legati alle fasi di maturazione di tale vitigno possano, con l’innalzamento previsto delle temperature, anche diminuire. - Un progressivo anticipo del germogliamento della maturazione con la conseguente riduzione del ciclo vegetativo. - Una minore incidenza dell’oidio dal 40 % attuale fino ad arrivare al 15%. Per quanto riguarda l’andamento della produzione di uva da tali studi non è emersa una univoca previsione. Probabilmente ci saranno zone in cui si avrà un incremento della produzione (zone poste a quote più elevate) e zone in cui la produzione potrà diminuire. In merito a questo, però, c’è anche da considerare che rispetto al passato sono cambiate le tecniche di coltivazione del vigneto passando da impianti con 1. 500 p/ha a 4. 000/5. 000 p/ha. Pertanto si può ipotizzare che la produzione complessiva del vigneto! , dovendo comunque rispettare i limiti di resa stabiliti dai d! isciplin ari di produzione, rimanga invariata anche in condizioni climatiche più sfavorevoli. Foreste e tartufi - Gli effetti della riduzione delle piogge nel periodo primaverile-estivo e del concomitante aumento delle temperature medie, che quest’anno hanno portato ad un anticipo di circa 20 giorni nella ripresa dell’attività vegetativa delle specie arboree, pongono seri problemi per la gestione del patrimonio forestale. E’ necessario considerare innanzi tutto che, a differenza del settore agricolo, in ambito forestale non esistono contromisure, quali lavorazioni ed irrigazione, che possano in qualche modo ridurre l’impatto dei fattori climatici sulla vegetazione. D’altro canto una vegetazione già provata dalla scarsezza d’acqua e da una lunga stagione vegetativa è ancora più esposta all’attacco di organismi patogeni, molti dei quali si avvantaggiano di inverni miti e primave! re precoci, organismi sui quali è particolarmente difficile, se non impossibile, intervenire sia per la mancanza di prodotti autorizzati all’uso in ambito forestale sia per l’oggettiva impossibilità di trattare ampie aree del nostro territorio. Negli ultimi 10-15 anni, salvo alcune eccezioni, si è assistito ad una progressiva riduzione della produzione di tartufi, in particolare del bianco pregiato, riconducibile ad una molteplicità di fattori fra i quali possiamo annoverare anche i mutamenti climatici. .  
   
 

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