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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Novembre 2007
 
   
  SCIENZIATI ACQUISISCONO MAGGIORE CONOSCENZA SUL «GENE DELL´OBESITÀ»

 
   
  Bruxelles, 13 novembre 2007 - Un´équipe di scienziati finanziata dall´Ue ha acquisito nuove informazioni sul modo in cui il «gene dell´obesità», Fto, causa l´aumento di peso nelle persone. In un articolo pubblicato sulla rivista «Science», gli studiosi spiegano che il gene è attivo soprattutto nell´ipotalamo, la regione del cervello responsabile del controllo della fame e della sazietà. All´inizio di quest´anno, i ricercatori hanno scoperto che le persone che presentano una determinata variante del gene Fto tendono a pesare di più rispetto agli altri e sono soggette ad un rischio maggiore di sviluppare il diabete. Da allora gli scienziati si sono impegnati a cercare di comprendere come il gene Fto influenzi il nostro peso corporeo. Il finanziamento dell´Ue a favore della ricerca è stato stanziato a titolo del progetto Diabesity, nell´ambito del Sesto programma quadro, che studia l´azione dei geni implicati nell´obesità al fine di valutarli come bersagli di farmaci. «Si tratta del primo studio in assoluto dei possibili meccanismi attraverso i quali questa variante genetica molto comune può incidere sul rischio di obesità di una persona», ha osservato il professore Stephen O´rahilly dell´Università di Cambridge. I ricercatori hanno scoperto che il gene Fto codifica un enzima che è in grado di agire sul nostro Dna e modificarlo. Ciò fa supporre che potrebbe essere responsabile dell´attivazione e della disattivazione di altri geni. Inoltre, il gene Fto è particolarmente attivo nell´ipotalamo, la parte del cervello che controlla i livelli della fame, e i livelli del Fto sono influenzati dall´alimentazione e dal digiuno. «La scoperta che il Fto è un enzima con queste azioni sul Dna è davvero sorprendente. Rimane ancora molto lavoro da fare per capire come la sua azione influenzi il peso del corpo», ha dichiarato il professore O´rahilly. «La scoperta che il Fto può avere un qualche coinvolgimento nel controllo dell´ipotalamo fa supporre che, come altri geni dell´obesità individuati in precedenza, può svolgere un ruolo nell´influenzare il modo in cui il cervello percepisce le sensazioni di fame e sazietà. » Secondo il professore O´rahilly, il fatto che i livelli di attività del Fto possano essere alterati da piccole molecole significa che sarebbe possibile manipolarlo dal punto di vista terapeutico per trattare l´obesità. «Si tratta di un´importante ricerca», ha dichiarato Sara Hiom del Cancer Research Uk, cofinanziatore dello studio. «Sappiamo che l´obesità aumenta il rischio nelle persone di sviluppare una serie di tumori e altre patologie e il numero sempre maggiore di soggetti in sovrappeso avrà significative implicazioni per il cancro in futuro. La scoperta del funzionamento di questo gene è molto stimolante e potrebbe portare un giorno a nuove terapie per l´obesità. » Un europeo bianco su sei è portatore di due copie della variante del Fto legata all´obesità. I soggetti con questa caratteristica pesano, in media, tre chili in più e il 70% corre un rischio maggiore di sviluppare l´obesità rispetto alla persone che non presentano alcuna copia del gene «dell´obesità». Coloro che presentano solo una copia della variante «dell´obesità» del Fto pesano 1,6 kg in più e hanno il 30% in più di rischio di essere obesi rispetto a quanti non presentano nessuna copia. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Sciencexpress. Org .  
   
 

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