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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Giugno 2006
 
   
  ALL’ASSEMBLEA DI FEDERCHIMICA IL PRESIDENTE PRESENTA LE PROPOSTE PER LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE: NASCE IL ‘CENTROREACH’ CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LOMBARDIA

 
   
  Milano, 27 giugno 2006 – “La chimica con il suo patrimonio di innovazione, uomini e conoscenze è in grado di dare un grande contributo allo sviluppo del Paese”. Così Giorgio Squinzi ha aperto ieri i lavori dell’Assemblea di Federchimica. La chimica è il settore italiano che, da quando ci sono i cambi fissi, ha avuto la maggior crescita nelle esportazioni. Inoltre, la domanda mondiale di chimica continua a crescere a tassi elevati (quasi del 6% quest’anno) perchè i nuovi Paesi industriali hanno forti consumi di chimica. E’ un settore fondato sull’innovazione, e dunque abbastanza ‘protetto’ dalla minaccia asiatica: il suo mix insuperabile di innovazione, creatività e flessibilità offre una risorsa fondamentale per tutti gli utilizzatori, ovvero la quasi totalità del comparto produttivo nazionale. “Ora, ancor di più di ieri, possiamo essere il “turbo” nel motore del made in Italy”. La chimica è attesa da alcuni appuntamenti cruciali per il suo sviluppo, e l’Assemblea ha offerto l’occasione a Federchimica di discuterne, presentando problemi e proposte alle Istituzioni. La nuova normativa europea sulle sostanze chimiche (Reach) L’entrata in vigore del Regolamento Reach sulle sostanze chimiche è alle porte. “Federchimica – ha dichiarato Giorgio Squinzi - vuole rendere il Reach il più ragionevole possibile nei suoi contenuti e il più facilmente applicabile nelle sue procedure, soprattutto per le medie e piccole imprese chimiche e di tutti i settori utilizzatori (in totale, più di 100. 000 imprese). “Oggi vi annuncio in modo ufficiale – ha proseguito Squinzi - che Federchimica, con il sostegno della Regione Lombardia, costituirà il “Centroreach”, anche insieme ad Assolombarda e Confindustria Lombardia. Non a caso in Lombardia, perchè questa è la seconda regione chimica europea per numero di addetti e la prima per numero di imprese: la regione cioè che sarà più interessata dal Reach”. Sotto il profilo normativo la chimica chiede un’attenta difesa del Codice ambientale, che Squinzi ha definito “una delle riforme normative più attese dall’industria, che ha ampiamente semplificato uno dei comparti normativi più intricati e spesso inutilmente penalizzanti del nostro ordinamento giuridico, riportando gran parte della nostra legislazione sul sentiero tracciato dalle Direttive comunitarie. Un’opera complessa e sicuramente perfettibile, sulla quale, con Confindustria – ha proseguito Squinzi – siamo pronti a ragionare in modo serio e costruttivo col Governo”. Infine, Squinzi ha anche ricordato due questioni fondamentali che da anni ostacolano lo sviluppo della chimica in Italia: energia e burocrazia. “La chimica ha pieno titolo per parlare di energia: siamo infatti il settore che unisce elevata intensità energetica ad alta esposizione alla concorrenza estera. Il 30% di divario nei costi per noi vuol dire chiudere gli impianti o, se riuscissimo a trasferire tutti i costi, farli chiudere ai nostri clienti. Abbiamo preparato per il Governo una serie di proposte nella logica della difesa selettiva dei settori, come la chimica, che rischiano la scomparsa per colpa degli alti costi energetici”. Le proposte di Federchimica sono le seguenti: migliorare le condizioni di approvvigionamento per i consumatori intensivi valorizzando la regolarità del consumo; ridurre gli oneri fissi sul costo dell´energia elettrica e introdurre degressività negli oneri di dispacciamento; rendere possibile l´utilizzo del differenziale di costo dell´energia elettrica di import, ora annullato dai meccanismi di asta; con il recepimento della Direttiva “Cogenerazione” incentivare tale tipologia di produzione di energia. Servono “normative competitive”, ovvero non penalizzanti la competitività industriale. Il Presidente di Federchimica chiede dunque “una riforma urgente, che ci difenda da uno Stato ipertrofico e ci restituisca uno Stato ‘normale’ ”. A questo scopo, Federchimica chiede la realizzazione vera della Riforma Bassanini, a 13 anni dalla sua applicazione “formale”, ma non sostanziale. Il Governo ha il dovere di far operare fino in fondo tale Riforma per far capire a tutti gli interessati che la burocrazia è un servizio al cittadino e alle imprese, non l’esercizio di un potere. Si deve inoltre evitare il recepimento peggiorativo delle norme europee. “Accettare questo vincolo – ha commentato Squinzi - significa dimostrare di essere europeisti nei fatti e di voler lavorare per la competitività industriale italiana”. Infine, “chiediamo un ruolo forte del Ministro dello Sviluppo Economico, che faccia da garante alla competitività industriale, come avviene negli altri Paesi europei”. Sui temi generali di politica economica, Squinzi si è detto “personalmente convinto che l’intervento sul cuneo fiscale sia prioritario, ma guai se il Governo pensasse così di aver assolto al suo dovere di difesa della competitività. Oggi in Italia le infrastrutture sono al massimo della fatiscenza. Se si bloccassero i lavori pubblici e se si fermassero i nuovi progetti si andrebbe verso un sicuro e veloce declino dell’economia italiana”. “Ci aspettiamo dal Governo – ha aggiunto - una seria azione di riduzione delle spese, a partire dai costi della Politica, così come della Pubblica Amministrazione, spesso pletorica e ridondante. “L’italia – ha concluso Squinzi – è ormai in una situazione di vera emergenza. Sono però convinto che, se l’industria torna a essere competitiva e a crescere, i problemi macroeconomici potranno essere risolti. Ma senza una base manifatturiera, l’Italia non va da nessuna parte”. All’assemblea ha preso parte Alberto Quadrio Curzio, Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Università Cattolica di Milano, e Adriano De Maio, Sottosegretario della Regione Lombardia. Ha chiuso i lavori Luca Cordero di Montezemolo, Presidente Confindustria. .  
   
 

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