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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Novembre 2007
 
   
  CON ´ATTILA´ E ´INCUBATORE PER LE BIOSCIENZE´, TECNOLOGIE IN ARRIVO PER LE PMI

 
   
  Roma, 14 novembre 2007 - La destinazione delle risorse pubbliche e private a favore degli investimenti innovativi delle imprese. Questo l’argomento affrontato nel corso del convegno che si è svolto al Cnr e che ha segnato la conclusione di due esperienze progettuali finanziate dalla Regione Lazio e assistite dall’organismo intermediario Europrogetti&finanza nel quadro della sovvenzione globale Por Lazio: il progetto ‘Advanced Technologies Transfer for Innovating Latium’ (Attila) e l’Incubatore per le Bioscienze. ‘Attila’, promosso dall’assessore regionale all’Istruzione Silvia Costa, per sostenere la competitività tecnologica delle piccole e medie imprese, ha realizzato un portafoglio di 29 tecnologie e 43 brevetti considerate ‘trasferibili’ alle Pmi del Lazio. Il progetto è stato attuato da un’associazione temporanea d’impresa composta dal Consiglio nazionale delle ricerche, Università Luiss Guido Carli e Fondazione Rosselli. La Regione ha messo a disposizione oltre 620mila euro. “Con ‘Attila’ - ha spiegato l’assessore regionale Silvia Costa - vogliamo fornire alle aziende del Lazio le modalità e gli strumenti per attuare il trasferimento tecnologico dei risultati tecnico-scientifici prodotti dalle università e dai centri di ricerca della Regione”. Il progetto ‘Incubatore per le Bioscienze’, realizzato dalla società di consulenza Eurogroup Consulting, dalla Fondazione European Brain Institute of Research - Rita Levi Montalcini (Ebri) e dalla biotech company Lay Line Genomics, ha invece accompagnato lo start up di sei imprese di biotecnologie applicate alle bioscienze localizzate nel Lazio. Il Lazio è la regione con la maggiore percentuale di occupati in ricerca e sviluppo (5,7%), seguita da Piemonte (4,2%) e Lombardia (3,2%). Contrariamente al resto dell’Italia, nel Lazio oltre tre quarti degli occupati nel settore operano nel pubblico (49% nella pubblica amministrazione e 30% nelle università), mentre solo il 21% opera in imprese. .  
   
 

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