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Notiziario Marketpress di
Giovedì 15 Novembre 2007 |
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L’ALTRA ISTANBULI UN OMAGGIO AD ARA GüLER E IMPRESSIONI SULLA CITTÀ DI ERCAN ARSLAN, COSKUN ASAR, KUTUP DALGAKIRAN E ERDAL YAZICI MUSEO DELL’ARA PACIS DI ROMA, 16 NOVEMBRE – 16 DICEMBRE 2007
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Roma 15 novembre 2007 – Oggi nel suggestivo scenario del Museo dell’Ara Pacis, si inaugura la mostra fotografica “L’altra Istanbul”, ideata e organizzata da Intesa & C. P. S. R. L. In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, con l´Ufficio per l´Italia del Parlamento europeo, con l’Ambasciata della Repubblica di Turchia in Italia e in collaborazione con il Medfilm Festival, con l’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia, con l’Unione di Amicizia Italia-turchia e con la società Fotografevi di Istanbul. La mostra intende promuovere, attraverso la fotografia, l’immagine attuale e contemporanea della città turca, pur mantenendo intatta la forza della sua tradizione, e sottolineare il suo importante ruolo nella cultura mediterranea. Per la prima volta in Italia saranno esposte 30 fotografie di Ara Güler, il più grande fotografo turco vivente, che blocca nelle sue immagini in bianco e nero una Istanbul sofferente, da “cronista”, come lui stesso ama definirsi. Nato nel 1928, inizia infatti la sua carriera come giornalista nel 1950 e solo sei anni più tardi incontra due straordinari fotografi della Magnum come Marc Riboud e Henri Cartier-bresson. A seguito di questo incontro, comincia a lavorare come fotografo per le più importanti riviste internazionali come Paris Match e Life, puntando l’obiettivo della sua Leica in particolar modo sui volti della gente. Spingendo la fotografia ad essere una scansione che cattura un momento da consegnare alle future generazioni, Ara Güler dichiara il suo amore per la Turchia: “Poiché non hanno mai conosciuto la città del passato e non possono immaginarla, le nuove generazioni pensano che questa di oggi sia Istanbul e che sia sempre stata così. Quando guardano una vecchia fotografia rimangono attoniti”. Le immagini di Ara Güler ci mostrano una Istanbul a cavallo tra gli anni 50 e 60, ancora legata alle sue tradizioni ma già in veloce sviluppo. Una città bella e malinconica come nei libri di Orhan Pamuk. Accanto ad esse, in un percorso artistico e generazionale, l’esposizione presenta le immagini di Ercan Arslan, Coskun Asar, Kutup Dalgakiran e Erdal Yazici, quattro autori che per età e per stile possiamo accomunare al maestro, in cui ritroviamo l’ Istanbul moderna, esplosione di vita e di progetti. Una città che pur conservando le sue forti tradizioni guarda alla contemporaneità, completando quindi il tracciato fotografico di questo straordinario Paese. Le minoranze etniche che esprimono, nei loro vivaci costumi, stralci gioiosi di vita quotidiana, si mescolano al malessere di una gioventù che ancora non ha trovato una sua giusta collocazione, gli antichi mestieri e la tradizione che non devono essere dimenticati, fanno da contraltare alla luce e i colori di una città che pulsa e che corre verso il futuro. Contemporaneamente alla mostra fotografica, il progetto prevede un’articolata rassegna dedicata al cinema turco (8 -18 novembre) e curata dal Medfilm Festival nell’ambito della Xiii edizione della manifestazione. Il Medfilm, da sempre impegnato a sostenere la diffusione della cinematografia turca, propone la proiezione di lungometraggi, cortometraggi e documentari, per un totale di 14 opere, presso il Cinema Europa, il Cinema Savoy e la Sala Trevi per raccontare la Turchia di oggi attraverso il cinema. Per la sezione dei lungometraggi saranno proiettati il bellissimo “Bliss” di Abdullah Oguz, che attraverso le immagini mozzafiato di una natura potente racconta l’incontro tra le due anime del Paese: le tradizioni rurali e l’assoluta modernità; “Waiting for Heaven” di Dervis Zaim, film in costume che narra le avventure di un famoso miniaturista nella Turchia del Xvii secolo; “Anlat Istanbul – Istanbul Tales” di Umit Unal, vincitore dell’edizione 2005 del Medfilm, film ad episodi ambientato tra strade e passioni, della Istanbul dei giorni nostri e il bellissimo documentario “Crossing the Bridge – The sound of Istanbul” di Fatih Akin, tra i registi più applauditi dell’ultima edizione del festival di Cannes. Terra di conquista e di passaggio, di svariate culture e di antiche tradizioni, di forti contrasti, di arte e di tesori nascosti, la Turchia è una terra misteriosa ed affascinante che questa mostra vuole far scoprire, utilizzando le arti visive come mezzo privilegiato di approccio al pubblico, alla luce del suo ruolo strategico nel dialogo con il Medio Oriente e del suo prossimo ingresso nell’Unione Europea. Fin dal 1959 la Turchia ha guardato all’Unione europea facendo domanda di adesione e firmando nel 1963 un accordo finalizzato alla progressiva realizzazione di un’unione doganale con l’Ue. Nel 1990 l’Ue ha confermato lo status di Paese potenzialmente candidabile all’adesione e nel 1999 la Turchia diviene ufficialmente un candidato ad entrare nell’Ue. Questa data segna l’inizio di una strategia di pre-adesione in cui la Turchia si impegna a realizzare un processo di importanti riforme per adeguarsi agli standard europei in materia di diritti fondamentali ed armonizzare le proprie legislazioni e norme industriali con l’acquis comunitario. Nel dicembre del 2004 il Consiglio europeo ha stabilito all’unanimità che la Turchia presentava un grado di rispetto dei criteri politici sufficiente per poter aprire i negoziati che sono iniziati il 3 ottobre del 2005. I tempi dei negoziati prima dell’adesione sono probabilmente ancora lunghi e, malgrado importanti riforme che hanno toccato la stessa Costituzione e il codice penale, vi sono, per l’Ue, ancora punti sensibili riguardanti diritti fondamentali per cui la Turchia è chiamata ad ulteriori cambiamenti. Ma la volontà e gli sforzi dimostrati finora costituiscono un fatto importantissimo per l’Unione, nella prospettiva di una futura adesione. La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese, edito dalla Gangemi Editore. . |
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