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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Novembre 2007
 
   
  AREA MARINA PROTETTA “REGNO DI NETTUNO”: A RISCHIO 400 OPERATORI FEDERCOOPESCA-CONFCOOPERATIVE: “LA GESTIONE DELLE AREE MARINE PROTETTE DEVE ESSERE PIÙ SNELLA”

 
   
  “L’istituzione dell’area marina protetta Regno di Nettuno così come prevista dall’attuale schema di decreto mette a rischio il lavoro di quattrocento persone”. Questa la preoccupazione espressa da Massimo Coccia, Presidente Federcoopesca-confcooperative al temine dell’audizione in Commissione ambiente del Senato sulla creazione di una nuova area marina protetta – che prenderà il nome di Regno di Nettuno- che comprenderà le acque che bagnano i comuni di Ischia, Procida, ma che interessa anche gli operatori dei comuni di Vivara, Pozzuoli, Monte di Procida, Baia, Bacoli, che da sempre operano in quelle acque. “La creazione –prosegue Coccia- di zone marine di tutela ambientale deve andare di pari passo con la tutela degli operatori”. Ad essere messi a rischio, in questo caso, sono soprattutto i pescatori della piccola pesca. Due le richieste della Federcoopesca-confcooperative: l’ammissibilità della piccola pesca flegrea all’interno dell’area c dell’area marina protetta, garantendo la salvaguardia degli ecosistemi marini; consentire a tutti gli operatori interessati dall’istituzione dell’area (Ischia, Procida, Vivara, Pozzuoli, Monte di Procida, Baia, Bacoli) di accedere a quelle acque. Ma la Federcoopesca-confcooperative pone l’accento su una revisione globale della normativa che disciplina le aree marine protette. “L’attuale assetto –conclude Coccia- delle aree marine protette non tiene nella giusta considerazione le esigenze socio-economiche del mondo della pesca. Va rivista e snellita la gestione stessa di queste aree, ora affidata ad un vasto e articolato complesso di poteri. Necessario, anche, un maggior raccordo interministeriale in grado di garantire interessi ambientali e sociali. Un buono esempio di gestione sostenibile arriva dall’esperimento condotto dal Ministero delle Politiche, Agricole, Alimentari e Forestali in materia di zona di tutela biologica (Ztb), la cui gestione è affidata ad appositi comitati locali che assicurano la presenza equilibrata dei rappresentanti del settore, senza per questo mettere a repentaglio l’ecosistema marino”. .  
   
 

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