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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Novembre 2007
 
   
  A COMO DAL 1° AL 30 DICEMBRE 2007 LA PERSONALE DI BARBARA RODRIGUEZ-NEUSCH

 
   
  Como, 15 novembre 2007 - Sarà Como, in uno dei suoi spazi espositivi più affascinanti e carichi di storia, la ex chiesa di San Pietro in atrio, ad accogliere la prima personale italiana di uno dei talenti giovani più luminosi del Sud America: l’argentina Barbara Rodriguez-neusch. Patrocinata dal Consolato della Repubblica Argentina di Milano, la mostra, curata da Simona Vigo, è promossa dal Comune di Como – Assessorato alla Cultura e da Agorarte, una società del Gruppo Camuzzi, che opera da cinque anni nel mondo dell’arte con una spiccata propensione nella valorizzazione di artisti giovani. Sponsor: Baglietto e Cantieri di Pisa. Il percorso espositivo presenta 20 dipinti che appartengono alla sua recente produzione e si caratterizzano per una scelta monotematica nel soggetto rappresentato: gli animali sono i protagonisti indiscussi delle sue opere. L’ultima produzione di opere, che la mostra rivela, mette in scena proprio questo aspetto della sua pittura con interessanti varianti monotematiche dal punto di vista compositivo e iconografico rispetto alla produzione precedente. Attratta dal modo in cui alcuni racconti mitologici delegano la descrizione degli istinti umani agli animali, l’artista decide di rappresentare sulla tela soltanto animali come se gli uomini non fossero ancora comparsi o si fossero estinti. Si tratta di monumentali opere monocromatiche da cui irrompono creature quasi primordiali: cuccioli indifesi, o animali feroci, primitivi, irreali o evolute forme ancestrali che divengono metafora di istinto, violenza, lotta perenne tra vita e morte. Tigri dalle lunghe zanne preistoriche, aquile che si contorcono in battaglie con cigni lupi che emergono come fantasmi, tutti che con un tratto selvaggio e malinconico insieme, tormentati dal loro istinto aggressivo. “L’intento dell’artista – sottolinea la curatrice - è quello di trovare una modalità di rappresentazione della vita prima dell’intervento degli uomini e parallelamente indagare nell’istinto umano usando immagini ferine. Così strane creature fiabesche sembrano prendere forma sulla tela, come se ci trovassimo in un universo parallelo a quello razionale, tra l’irreale fantastico e il primordiale violento di cui gli esseri umani preservano una memoria poco organizzata e intuitiva”. Ed è proprio con questa intenzione che l’artista vuole applicare alla sua pittura la teoria psicanalitica della memoria selettiva per cui noi tratteniamo immagini lacunose, deformate e spesso apparentemente incomprensibili dei sogni o dei fatti traumatici che turbano la nostra esistenza interiore, perchè una parte della nostra attività psichica non permette a contenuti spiacevoli per il nostro Io di emergere a coscienza. Applicando questa teoria alle sue opere ne derivano immagini a tratti frammentate, con parti delle figure cancellate o omesse. Oppure figure che emergono da spazi bui senza che se ne possa realmente comprendere la provenienza e che non appartengono più a un singolo soggetto ma diventano patrimonio immaginativo comune attingendo ai miti e alle fiabe più magiche e terrificanti. . . .  
   
 

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