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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Novembre 2007
 
   
  PROTEZIONE DEL SUOLO: PREVENZIONE E BONIFICA

 
   
  Bruxelles, 15 novembre 2007 - Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva volta a garantire la conservazione del suolo nell’ambito di un suo utilizzo sostenibile, a prevenire le minacce incombenti e a mitigarne gli effetti. Prevede un calendario per l´identificazione dei siti contaminati o a rischio contaminazione e la definizione di strategie per il ripristino dei suoli degradati. Misure necessarie poiché il suolo è un bene comune dell´umanità e una risorsa non rinnovabile. Occorre anche promuovere un´agricoltura sostenibile. Negli ultimi decenni si è registrato un aumento significativo dei processi di degrado dei suoli che, in assenza di interventi, continueranno ad aumentare. Attualmente non esiste una normativa comunitaria specifica sulla difesa del suolo, anche se talune disposizioni in materia sono presenti in altri testi legislativi. La proposta della Commissione, esaminata oggi dal Parlamento europeo in prima lettura della procedura di codecisione, mira pertanto a colmare questa lacuna. Sulla base di una serie di emendamenti di compromesso sostenuti dai maggiori gruppi politici, il Parlamento europeo ha approvato con 496 voti favorevoli, 61 contrari e 22 astensioni la relazione di Cristina Gutiérrez-cortines (Ppe/de, Es). In precedenza, i deputati non avevano accolto - con 225 voti favorevoli, 395 contrarie 11 astensioni - la proposta di respingere in blocco il progetto di direttiva. Spetta ora al Consiglio dei Ministri esaminare le proposte avanzate dai deputati. Il Parlamento propone anzitutto un emendamento teso a precisare e ampliare gli obiettivi della direttiva, sostenendo che l´istituzione di un quadro per la protezione e l´utilizzo sostenibile del suolo deriva dalla necessità di prevenirne il degrado (soprattutto causato dai mutamenti climatici), di mitigarne gli effetti e di bonificare o ripristinare i suoli degradati, «tenendo conto delle specifiche condizioni locali». Al contempo sottolinea che occorre riconoscere il suolo come «un bene comune dell´umanità, un ecosistema, una risorsa non rinnovabile». Precisa poi che il suolo è anche una «piattaforma» per una serie di funzioni ambientali, economiche, sociali e culturali. A tal fine, il Parlamento ritiene che sono necessari «interventi atti a migliorare, laddove opportuno, le caratteristiche e le funzioni del suolo. Chiede inoltre che la direttiva si applichi anche alle componenti liquide e gassose dello strato superficiale della crosta terrestre. I deputati introducono, peraltro, la nozione di "suoli pregiati" che indica quei suoli che vanno protetti per la specificità delle loro caratteristiche e della loro struttura, per il particolare valore ecologico, culturale e/o storico o a motivo del loro impiego. Inoltre, il concetto di "aree a rischio" è sostituito da quello di "aree prioritarie che necessitano di protezione speciale". Si tratta, secondo la lettera dell´emendamento, di zone vulnerabili a causa delle tipologie di suolo, delle condizioni climatiche e delle pratiche di gestione dei terreni, «per le quali vi sono prove conclusive o legittimi motivi per sospettare» che uno dei processi di degrado si sia verificato o rischi di verificarsi». Tra i processi di degrado citati figurano l´erosione, la compattazione, la salinizzazione, la desertificazione, gli effetti dei cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, gli sprofondamenti e gli smottamenti. Le zone prioritarie dovranno essere identificate entro cinque anni dalla data di recepimento della direttiva. Per quanto riguarda l´identificazione dei siti contaminati, l´Aula ha accolto un emendamento di Ppe/de e Pse che chiede agli Stati membri di designare un´autorità incaricata di procedere all´identificazione sia delle zone «effettivamente» contaminate sia dei siti «potenzialmente» contaminati. Entro 6 anni (contro i 5 proposti dalla Commissione) dall´entrata in vigore della direttiva, queste autorità dovranno identificare almeno le zone in sono in corso o si sono svolte attività aventi un impatto sul suolo. Tra queste, figurano quelle interessate dalla direttiva "Seveso", dalla direttiva sulle discariche, nonché dalle norme sui rifiuti (compresi quelli delle attività estrattive) e sulla prevenzione e riduzione dell´inquinamento (che riguardano le attività energetiche, la produzione e la trasformazione di metalli, l´industria dei prodotti minerali e quella chimica). Particolare attenzione dovrà inoltre essere attribuita agli aeroporti, ai porti ed a siti precedentemente adibiti a scopi militari in cui sono avvenuti l´utilizzo, la manipolazione e lo stoccaggio di sostanze pericolose. Ma anche alle stazioni di rifornimento, agli impianti di pulitura a secco industriali, e agli impianti di trattamento delle acque reflue per un numero di abitanti pari o superiori a 2. 000, nonché alle condotte per il trasporto di sostanze pericolose. Il Parlamento chiede poi che almeno il 10% di tutti siti contaminati o potenzialmente contaminati sia identificato entro sette anni dalla data di recepimento della direttiva (contro i cinque proposti dalla Commissione). Questa percentuale dovrà salire al 60% dopo ulteriori otto anni per poi essere completato entro 25 anni dalla data di trasposizione nel diritto nazionale della direttiva. Gli Stati membri dovranno quindi stilare degli inventari nazionali o regionali dei siti contaminati che dovranno essere resi pubblici e aggiornati almeno ogni sette anni. Per quanto riguarda la bonifica dei siti contaminati, un altro emendamento chiede agli Stati membri di predisporre, entro sette anni dalla data di recepimento della direttiva, una strategia (o più strategie) per la bonifica di queste zone, da fissare al livello amministrativo ritenuto più opportuno. Tale strategia, che dovrà essere resa pubblica e notificata alla Commissione, dovrà comprendere la definizione di obiettivi di bonifica, l´identificazione delle priorità e un calendario di esecuzione degli interventi, nonché il relativo meccanismo di finanziamento. Gli Stati membri dovranno inoltre provvedere all´adozione di misure di sicurezza «temporanee e urgenti» laddove sussista un «grave rischio» di diffusione della contaminazione, «tale da costituire una minaccia per la salute umana e per l´ambiente». Dovranno inoltre incoraggiare il ricorso alle migliori tecniche disponibili ai fini della bonifica. Qualora i mezzi tecnici necessari per la bonifica non fossero disponibili o comportassero un «costo sproporzionato rispetto ai benefici ambientali attesi», un emendamento consente di sottoporre i siti coinvolti a vincoli «affinché non comportino alcun rischio per l´ambiente o la salute umana». Tra questi vincoli, i deputati includono «restrizioni di accesso al sito» o altre misure atte a «permettere il naturale recupero». In questo caso, è precisato, gli Stati membri dovranno monitorare i rischi. Un altro emendamento approvato dall´Aula prevede che, in caso di vendita di un sito in cui sono in corso o si sono svolte le attività inquinanti suddette, gli Stati membri devono provvedere affinché il proprietario o il potenziale acquirente informino le autorità competenti e l´altra parte coinvolta delle attività attuali e passate svolte sul sito e forniscano qualsiasi altra informazione a loro disposizione riguardo ai livelli di concentrazione di sostanze pericolose nel suolo. Gli Stati membri, inoltre, possono richiedere un´analisi chimica per verificare tali livelli. Le indagini e le valutazioni necessarie a stabilire se il sito ponga rischi per la salute umana o l´ambiente, d´altra parte, devono essere sempre ultimate «prima dell´avvio di qualunque opera edilizia». Se richiesto le autorità competenti devono fornire al proprietario o al possibile acquirente le informazioni sul sito già disponibili. Un emendamento chiede poi che, in caso di progetti di sviluppo edilizio, gli Stati membri adottino interventi atti a limitare l´impermealizzazione del suolo e a ridurne al minimo gli effetti. Per quanto riguarda l´uso agricolo del suolo, i deputati precisano che ogni Stato membro «può decidere la propria politica agricola relativa al suolo, in base alle sue caratteristiche climatiche, agrarie e pedologiche nonché alle sue migliori prassi agricole». Gli Stati membri, d´altra parte, devono incoraggiare la scelta di colture e di metodi o programmi di forestazione «che abbiano effetti benefici sulla materia organica del suolo e la sua fertilità e siano in grado di prevenire smottamenti e desertificazione». Devono inoltre incentivare prassi agricole che favoriscano la capacità di filtrazione e di ritenzione idrica del suolo, al fine di prevenire la compattazione e l´erosione. La Commissione e gli Stati membri sono inoltre chiamati a promuovere e sfruttare i risultati della ricerca sulle funzioni delle varie colture in rapporto ai cambiamenti climatici e alla cattura di anidride carbonica. I deputati chiedono poi di incoraggiare l´uso del compost per conservare la fertilità del suolo, per elevare i livelli di materia organica nel terreno e per combattere l´erosione. Sollecitano anche la Commissione a presentare entro due anni una proposta di direttiva per i rifiuti organici che stabilisca norme di qualità per la loro utilizzazione. Il Parlamento ha adottato ieri la relazione di Vittorio Prodi (Alde/adle, It) sulla strategia tematica in materia di protezione del suolo. . .  
   
 

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