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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Novembre 2007
 
   
  UNA TABELLA DI MARCIA PER L’AIUTO UMANITARIO EUROPEO

 
   
   Bruxelles, 15 novembre 2007 - Il Parlamento europeo vede con favore l’adozione di una dichiarazione - “il Consenso” - sui principi, obiettivi e strategie dell´Ue per l´aiuto umanitario. Elencando i principi su cui deve basarsi l’azione Ue, nota che questa deve mirare all’autosviluppo e sottolinea che l’intervento militare è accettabile solo come ultima risorsa e se legittimato dall’Onu. Occorre poi garantire la prevedibilità dei finanziamenti, sviluppare una capacità di risposta rapida e sostenere le Ong. Approvando la relazione di Thierry Cornillet (Alde/adle, Fr), il Parlamento plaude anzitutto alla comunicazione della Commissione intitolata "Verso un consenso europeo sull´aiuto umanitario" e all´iniziativa di adottare una dichiarazione comune ("il Consenso") su principi, obiettivi e strategie dell´Ue per la distribuzione dell´aiuto umanitario nei paesi terzi. Insiste tuttavia sul fatto che il Consenso necessita essere «più chiaro e più specifico» in modo da «intensificare la politica umanitaria europea e garantire che il potenziale dell´Ue come donatore umanitario sia pienamente utilizzato». Il Consenso dovrebbe inoltre chiarire quale sia il miglior modo per associare e coordinare le varie risorse dell’Ue e degli Stati membri, e apportare orientamenti e risposte ai nuovi rischi e alle sfide di attuazione e coordinamento. Il Parlamento chiede l´introduzione nel Consenso in materia di aiuto umanitario di un´ampia e concreta tabella di marcia per la sua attuazione, incluse le scadenze per i principali progetti e iniziative a favore dei quali tutti i donatori dell´Ue si impegneranno nei prossimi cinque anni. Nella sua attuazione, inoltre, deve vedere pienamente coinvolto il Parlamento europeo. Più in particolare, il Consenso dovrebbe contenere una definizione dettagliata degli obiettivi dell´aiuto umanitario dell´Ue, attribuendo un´attenzione particolare ai gruppi più vulnerabili, quali donne, bambini, disabili, anziani, minoranze etniche o rifugiati in fuga dalle zone di conflitto. Il Parlamento sottolinea inoltre che un´azione umanitaria efficace «dovrebbe essere basata sulle circostanze e sulle necessità, orientata verso i risultati e guidata dal principio per cui la preservazione dei mezzi di sussistenza salva vite». L’aiuto umanitario deve essere concesso in modo trasparente «a prescindere da qualsiasi considerazione politica» e la fornitura di aiuti alimentari «deve evitare in tutti i modi possibili di ripercuotersi negativamente sui mercati locali o sulla dipendenza futura». I deputati ritengono infatti che l´obiettivo dell´aiuto umanitario «deve essere l´autosviluppo e l´autoapprovvigionamento», senza rendere i paesi o le regioni beneficiarie «troppo dipendenti dall´aiuto o dall´assistenza esterna supplementare». L´azione umanitaria dell´Ue, inoltre, deve essere guidata dai principi e buone prassi per l´aiuto umanitario approvati a Stoccolma nel giugno 2003: umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. Deve inoltre prefiggersi due priorità: l´immediatezza e l´efficacia. In proposito, il Parlamento sottolinea che l´Ue, tenendo presenti il suo peso politico e la sua influenza in quanto principale donatore internazionale, «dovrebbe costantemente promuovere tali principi al fine di garantire l´accesso alle popolazioni colpite dalle crisi e il rispetto dello spazio umanitario». Auspica quindi che l´Ue svolga un ruolo di primo piano nel monitoraggio, nella difesa, nella promozione, nella diffusione e nel controllo del rispetto del Diritto internazionale umanitario (Diu), anche da parte di attori non statali. Ritiene inoltre che l´Ue non debba «restare impassibile» di fronte alle violazioni del Diu e dei diritti dell’uomo ma, anzi, abbia il diritto, se non il dovere, di intervenire attuando il concetto di "responsabilità di proteggere" sancito dall’Onu. Dovrebbe quindi sviluppare iniziative per trasformare in realtà tale principio, privilegiando al contempo le azioni preventive e i mezzi civili e sostenendo i governi dei paesi terzi a rispettare il loro obbligo di tutelare le proprie popolazioni. In proposito, ritiene che il ricorso a misure coercitive, tra cui l´intervento militare, «è accettabile unicamente come ultima risorsa e rigorosamente in conformità al diritto internazionale». Ribadisce in particolare che, in fase di valutazione di un eventuale uso della forza, il Consiglio di sicurezza dovrebbe sempre tener conto dei criteri di legittimazione stabiliti in sede ´Onu: serietà della minaccia, scopo appropriato, uso della forza come ultima risorsa, proporzionalità dei mezzi e possibilità di successo. Questi principi, inoltre, dovrebbero essere sanciti da una risoluzione del Consiglio di sicurezza. Il Parlamento sottolinea poi che il Consenso dovrebbe includere «un fermo impegno» da parte dell´Ue a fornire un adeguato aiuto umanitario nonché un´adeguata prevedibilità e flessibilità dei finanziamenti attraverso opportune disposizioni finanziarie anticipate annuali. La priorità andrebbe accordata alle crisi umanitarie «con fondi insufficienti, trascurate o dimenticate». L´ue dovrebbe inoltre assumere una chiara posizione nel processo di riforma umanitaria globale, in particolare al fine di sostenere il Fondo centrale per la risposta alle emergenze (Cerf) che prevede finanziamenti aggiuntivi che non si sostituiscono ad altre operazioni o partner umanitari. Il Parlamento chiede poi all´Ue di sostenere e integrare gli sforzi internazionali al fine di rafforzare le capacità di risposta rapida, rafforzando la prevenzione locale, la predisposizione operativa e la capacità di risposta e migliorando il coordinamento, i meccanismi di allarme tempestivo e un adeguato preposizionamento dei materiali e delle scorte a livello internazionale. Anche perché ritiene che le prime 48 ore che seguono una calamità naturale sono di fondamentale importanza per riuscire a salvare vite umane, mentre la comunità internazionale «ha dimostrato di non disporre di una capacità di risposta immediata abbastanza efficiente». I deputati ritengono che il Consenso dovrebbe riconoscere e definire ulteriormente i vari ruoli, mandati e vantaggi comparativi dei diversi attori umanitari «in modo da evitare un conflitto di competenze e la concorrenza per le risorse tra gli stessi». L´ue, inoltre, dovrebbe sostenere lo sviluppo di capacità in seno alla comunità umanitaria, prestando particolare attenzione alla capacità locale e regionale e al ruolo delle Ong, delle Società della Croce Rossa Nazionale e della Mezzaluna Rossa e degli attori della società civile. La protezione civile e i mezzi e le capacità militari dell´Ue devono intervenire in modo tale da integrare e sostenere il lavoro delle organizzazioni umanitarie e «limitatamente ai casi o alle aree in cui possono apportare un autentico valore aggiunto». Maggiore attenzione deve essere accordata alla sicurezza e alla protezione dei volontari che si recano in zone pericolose. In proposito, i deputati si rammaricano che questi volontari «siano ancora troppo spesso vittime di violenze inutili, detenzione o presa di ostaggi». Condannano quindi fermamente qualsiasi azione intrapresa contro i volontari. Il Parlamento infine rileva «l’enorme sfida» futura rappresentata dal cambiamento climatico, che porta a una crescente vulnerabilità dei più poveri, a violenti conflitti per assicurarsi le risorse naturali sempre più scarse nonché a flussi migratori di larga scala. Chiede quindi che la riduzione dei rischi di catastrofe (Rrc) e le misure di adattamento siano integrate nelle strategie di riduzione della povertà. Sollecita inoltre all´Ue di stanziare almeno il 10% dei nuovi finanziamenti aggiuntivi a favore del bilancio dell´assistenza umanitaria al fine di ridurre i rischi di catastrofe e di aumentare considerevolmente le risorse per la Rrc all´interno del bilancio di aiuti allo sviluppo. .  
   
 

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