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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Novembre 2007
 
   
  PETIZIONI: GLI STATI MEMBRI RISPETTINO IL DIRITTO UE

 
   
  Bruxelles, 15 novembre 2007 - Nel 2006, il Parlamento europeo ha ricevuto 1. 021 petizioni da parte di cittadini denuncianti il non rispetto della legislazione comunitaria nel loro paese o regione. E´ quanto emerge dalla relazione approvata dal Parlamento che, tra le altre cose, chiede alla Commissione europea di perseguire più sistematicamente gli Stati membri che non rispettano il diritto Ue e auspica una maggiore implicazione del Consiglio nei lavori della commissione per le petizioni. Approvando la relazione di Carlos José Iturgaiz Angulo (Ppe/de, Es) sulle deliberazioni della commissione per le petizioni nel 2006, il Parlamento sottolinea anzitutto che sottoporre petizioni è un «diritto fondamentale» che permette ai cittadini di contribuire al controllo della trasposizione e attuazione della normativa europea da parte delle autorità nazionali, regionali e locali. Questo diritto, inoltre, contribuisce in modo significativo agli sforzi dell´Ue di «ristabilire il contatto con i suoi cittadini» e fornisce «un osservatorio sulle attese dell´opinione pubblica europea». Più di mille petizioni: molte sull´ambiente, ma anche sui diritti umani Tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2006, il Parlamento europeo ha ricevuto 1. 021 petizioni, ossia circa 3 al giorno. Si tratta di un numero molto vicino a quello registrato nel 2005 (1. 032). Tuttavia, quasi due terzi di queste sono state dichiarate inammissibili poiché non erano collegate al campo d´attività dell´Ue. I deputati, pertanto, sottolineano la necessità di garantire che i cittadini europei siano «opportunamente informati sulle competenze dell´Unione europea e delle sue istituzioni». Auspicano inoltre un riesame del "portale dei cittadini" sul sito web del Parlamento, con lo scopo di accrescere la visibilità del diritto di petizione. I cittadini tedeschi (274 petizioni), britannici (177), spagnoli (127), francesi (69), greci (68), italiani (68) e polacchi (56) sono stati i più attivi. La maggior parte delle petizioni riguardava le difficoltà relative all´applicazione della legislazione comunitaria in campo ambientale, della sicurezza sociale, del riconoscimento dei titoli di studio e altri aspetti legati al funzionamento del mercato interno. A tale riguardo, i deputati deplorano che in numerosi casi gli Stati membri non abbiano attuato correttamente le norme ambientali comunitarie e chiedono pertanto «una maggiore coerenza» soprattutto nel controllo del loro rispetto, in particolare per quanto riguarda la protezione della biodiversità e la valutazione dell´impatto ambientale di determinati progetti e piani pubblici e privati. Notano inoltre che il Parlamento ha continuato a ricevere petizioni su presunte e persistenti violazioni dei diritti umani e fondamentali da parte degli Stati membri. Deferire sistematicamente gli Stati membri di fronte alla Corte di giustizia Il Parlamento ribadisce preoccupazione per il tempo «non giustificato ed eccessivo» - spesso alcuni anni - che la Commissione impiega per iniziare e concludere le procedure di infrazione. Denuncia inoltre i frequenti esempi di mancata esecuzione da parte degli Stati membri delle decisioni della Corte di giustizia. Tale comportamento, a suo parere, «mina la credibilità» della formulazione e della coerente applicazione della normativa Ue e discredita gli obiettivi dell´Unione europea. Chiede pertanto alla Commissione di utilizzare la possibilità di portare gli Stati membri davanti alla Corte di giustizia, consentendo così di imporre loro multe pecuniarie forfetarie e penalità in caso di ritardo nel conformarsi alle sentenze della Corte di giustizia nelle procedure di infrazione. Coinvolgere maggiormente il Consiglio e gli Stati membri Il Parlamento sottolinea la necessità di un maggiore impegno da parte del Consiglio nelle attività della commissione per le petizioni, inviando dei rappresentanti alle sue riunioni. Chiede, peraltro, che il Consiglio designi un alto funzionario incaricato delle petizioni, anche alla luce del fatto che numerose denunce riguardano la trasposizione del diritto comunitario da parte degli Stati membri. A questo proposito, i deputati, ricordano il «ruolo chiave» degli Stati membri nell´attuazione corretta della legislazione comunitaria e sottolineano che la sua applicazione pratica «è decisiva» al fine di accrescere l´importanza dell´Unione europea agli occhi dei suoi cittadini. E´ quindi necessaria una maggiore partecipazione dei rappresentanti degli Stati membri e dei loro parlamenti nei dibattiti in seno alla commissione per le petizioni. Cooperare strettamente con la Commissione e il Mediatore Il Parlamento sottolinea l´importanza della cooperazione con la Commissione nel dare soluzioni appropriate alle richieste dei promotori delle petizioni ("petenti"), soprattutto quando si tratta di politiche e attività della Comunità che hanno un impatto diretto sui cittadini. Accogliendo con favore il dialogo costante tra la commissione per le petizioni e il Mediatore europeo, i deputati ricordano infine di aver appoggiato le sue relazioni speciali sulla trasparenza delle riunioni del Consiglio, di aver visto con favore la soluzione positiva raggiunta riguardo al modo in cui la Commissione si occupa dei ricorsi per infrazione e di aver sostenuto la richiesta di un aumento del bilancio assegnato al Mediatore. .  
   
 

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