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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Giugno 2006
 
   
  L´INDUSTRIA SIDERURGICA ITALIANA È IL SECONDO PRODUTTORE IN EUROPA: NEL 2005 MASSIMO STORICO A 29,3 MILIONI DI TONNELLATE. PERMANGONO FORTI CRITICITÀ RELATIVE AL COSTO DELL´ENERGIA E ALLA CONCORRENZA SLEALE DI PAESI TERZI.

 
   
  Milano, 27 giugno 2006. "Le concentrazioni non sono una minaccia, al contrario, sono una sfida competitiva ". E´ questo il messaggio che Giuseppe Pasini, Presidente di Federacciai, ha rivolto agli imprenditori siderurgici nel corso dell´Assemblea dell´Associazione che si è tenutasi ieri a Milano alla presenza, fra gli altri, dei ministri Emma Bonino e Pierluigi Bersani, del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, del Presidente di Confindustria Luca Montezemolo e del Presidente di Eurofer Philippe Varin. Pasini ha osservato come le concentrazioni e l´internazionalizzazione debbano essere viste come strade per conoscere nuovi mercati, per favorire gli scambi e per cogliere differenti possibilità di business. "Dobbiamo fortificare le nostre imprese – ha proseguito Pasini – perchè in futuro, inevitabilmente, anche i paesi emergenti dovranno fare i conti con il costo del lavoro, i vincoli ambientali, le spese sociali e tutti gli altri costi che noi sosteniamo ormai da tempo. Per cui gli squilibri competitivi che oggi subiamo da questi paesi, domani tenderanno a ridimensionarsi: si tratta di preparare le armi per vincere anche questa battaglia ". In quest´ottica gli imprenditori siderurgici dovranno continuare ad adeguarsi al cambiamento sostenendo lo sviluppo delle imprese con una strategia di crescita. Pasini ha ricordato la strategicità del settore che si colloca al secondo posto in Europa, con un fatturato annuo di 35 milioni di Euro, 100. 000 dipendenti diretti e indiretti e una produzione nel 2005 di 29,3 milioni di tonnellate d´acciaio, cifra che rappresenta il massimo storico. "Ma - ha continuato il Presidente di Federacciai - dobbiamo chiedere alla politica quello che è giusto chiedere: le infrastrutture, le politiche energetiche e ambientali, il controllo sulle importazioni selvagge, il sostegno alla formazione professionale ". Infatti se è vero che le aziende siderurgiche hanno continuato a investire per migliorare l ´efficienza produttiva e per contenere la spesa energetica, la bolletta elettrica continua a essere più cara del 30% rispetto agli altri paesi anche se negli ultimi anni - ha riconosciuto Pasini - sono stati fatti passi avanti, almeno sulla carta, negli investimenti sui progetti per la costruzione di impianti di nuova generazione. Purtroppo, però, siamo ancora molto indietro per quanto riguarda la distribuzione, 1 ´approvvigionamento e la diversificazione delle fonti. Inoltre le nostre imprese pagano lo scotto di una liberalizzazione troppo lenta del mercato energetico e questi fattori negativi per le aziende del settore, comportano, una spesa annua di oltre 200 milioni di Euro al netto dell ´interrompibilità. Occorre che il Governo oltre a non subire i continui no provenienti dalle singole amministrazioni locali, che possono facilmente congelare le realizzazioni di nuovi impianti per l´energia, affronti il tema senza pregiudizi ripensando con lungimiranza il nostro attuale mix di font di generazione che comprenda anche il nucleare di terza generazione. A questo proposito è opportuno dare l´avvio a un tavolo europeo, dove a medio termine, si possa cooperare con gli altri paesi assicurandosi le migliori tecnologie per sviluppare questa fonte di generazione che è sempre più essenziale per alleggerire la dipendenza dai combustibili fossili e dal petrolio; dipendenza che, come è noto, non tiene conto delle restrizioni del Protocollo di Kyoto che ci obbliga a limitare sempre di più le emissioni di Co2. Il settore industriale italiano dovrebbe nei prossimi anni, procedere a una riduzione supplementare delle emissioni del 16%, in linea con gli obiettivi del Protocollo, ma questo ulteriore taglio risulterebbe estremamente penalizzante per il comparto siderurgico nazionale che, grazie agli elevatissimi investimenti effettuati in questi anni, è vicino al raggiungimento del limite tecnologico di riduzione. "Le nostre imprese — ha ricordato Pasini — devono confrontarsi tutti i giorni con paesi che, proprio grazie a politiche energetiche e ambientali differenti, sono più aggressivi sul mercato internazionali; mi riferisco in particolare a Cina, all´India, agli Stati Uniti, all´Ucraina e a molti altri che non hanno aderito a Kyoto. Per questo motivo è fondamentale che le tematiche ambientali e i loro impatti sui settori produttivi, vengano trattati in sede politica in modo sinergico dai tre organismi istituzionali deputati ad affrontare tale problema, ossia il Ministero per lo Sviluppo Economico, il Ministero per le Politiche Comunitarie e il Ministero per l´Ambiente ". Un´altra fonte di grave preoccupazione non solo per la siderurgia italiana ma per l´intero settore manifatturiero che esporta in tutta Europa, è rappresentato dalla volontà del Commissario Mandelson di rivedere, in nome di un´astratta difesa del libero mercato, gli strumenti di politica commerciale e in particolare le misure antidumping che rappresentano l´unica difesa per opporsi alla concorrenza sleale di Paesi Terzi che potranno vendere in Europa a prezzi inferiori a quelli praticati sul loro mercato. Il settore siderurgico, pur in presenza di questi fattori critici, ha proseguito la propria espansione incrementando la produzione nei primi 5 mesi del 2006 del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso, pari a oltre 13 milioni di tonnellate. .  
   
 

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