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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Novembre 2007
 
   
  QUAL È L’OBIETTIVO DELL’AGENZIA PER LO SVILUPPO E L’INNOVAZIONE DELL’AGRICOLTURA DEL LAZIO? PALLOTTINI: MIGLIORARE SETTORE AGRICOLO CON SVILUPPO, INNOVAZIONE E RICERCA

 
   
  “L’obiettivo principale di Arsial è quello di fare sistema con tutte le realtà coinvolte all’interno della filiera produttiva, puntando soprattutto su tre filoni principali, in stretta collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio: l’innovazione, come trasferimento al mondo produttivo di ricerche finalizzate al miglioramento della realtà agricola; la qualità, intesa come innalzamento del livello medio di produzione e lo sviluppo, che mette insieme, in un nuovo rapporto, la produzione agricola, la trasformazione e la commercializzazione. Nel ridisegnare le attività di Arsial, abbiamo voluto confrontarci con gli agricoltori e con tutti i soggetti che, a vario titolo, sono interessati al rilancio del comparto. Abbiamo analizzato le diverse filiere agroalimentari del Lazio e insieme agli operatori ne abbiamo individuato le criticità, al fine di programmare progetti mirati di sviluppo. Arsial realizza, inoltre, numerose iniziative volte a diffondere la conoscenza dei prodotti tipici di qualità e la loro presenza sui mercati. Un lavoro costante per migliorare e incrementare la gestione del servizio gastronomico tipico laziale”. In che modo Arsial fa sistema con le Università e i centri di ricerca? “L’agenzia svolge un’intensa attività di sviluppo e trasferimento delle innovazioni alla produzione agricola e agroindustriale e realizza, in collaborazione con università e centri di ricerca, attività di analisi e conoscenza del settore. Svolge anche attività di vigilanza e controllo sugli organismi geneticamente modificati, sugli agriturismi e sugli organismi di controllo che operano in ambito regionale in tema di produzioni biologiche. Fare sistema con tutte le realtà coinvolte nella filiera produttiva rappresenta, quindi, la nostra filosofia operativa, per dare un supporto concreto alle aziende laziali nella commercializzazione dei loro prodotti. Da questo punto di vista, dotare gli operatori del settore di strumenti conoscitivi, operativi e di coordinamento, rappresenta di per sé un elemento di valorizzazione e di completamento dell’azione che l’Agenzia sta perseguendo per una migliore ed efficace conoscenza dei prodotti tipici e di qualità commercializzati nella regione. Quello che intendiamo fare con il nostro lavoro è tracciare un percorso che parta dall’esigenza primaria di creare un rapporto con il sistema distributivo e arrivi a stabilire un reale trait d’union tra produttori e consumatori”. Quel l’impegno di Arsial a favore dei produttori e consumatori dell’olio? “Il nostro impegno per ciò che riguarda il comparto oleico è basato su azioni in grado di valorizzare l’identità dei territori, che conferiscono valore aggiunto al prodotto. Ci sono, poi, le nuove richieste di mercato, a cui cerchiamo di far fronte venendo incontro alle esigenze dei produttori. Arsial, a questo proposito, gestisce a Montopoli Sabina (Ri) un campo catalogo di tutte le varietà oleiche e da mensa presenti nella regione, al fine di valutarne gli aspetti agronomici (produttività e riduzione dei costi di coltivazione) e di valorizzazione del prodotto (caratteristiche qualitative degli oli derivati in funzione dell’individuazione dei brand ottimali o della destinazione a monovarietale). Vorrei poi ricordare l’azione di ampliamento della gamma merceologica con cui viene presentato l’olio, voluta per mettere i nostri produttori in condizione di esplorare tutti i potenziali mercati, con particolare riferimento a settori ad alto valore aggiunto come il circuito Ho. Re. Ca. (Hotels Restaurants Catering), dove sono richiesti imbottigliamenti monodose. L’impianto di proprietà Arsial, ubicato nel comune di Poggio Moiano (Ri), è disponibile per tutti i produttori del territorio”. Quali sono le azioni portate avanti per un sistema oliveto di qualità? “Un altro progetto interessante è quello della qualificazione del sistema oliveto: utilizzazione del sotto chioma tramite coltivazione dell’asparago o allevamento dell’agnellone pesante; utilizzazione dell’olio come conservante con particolare riferimento alla produzione di ortaggi sott’olio e specificamente delle biodiversità vegetali regionali; ottimizzazione del processo produttivo e della qualità sensoriale del prodotto finale dei patè d’oliva e delle olive da mensa. C’è, inoltre, da dire che nella Regione Lazio, dove collateralmente alla richiesta di certificazione a Dop dell’olio è stata da tempo avviata anche una politica di valorizzazione degli oli monovarietali, si assiste a un rilancio della coltivazione delle varietà locali. Sotto questo profilo, il lavoro dei tecnici di Arsial, attraverso il progetto ‘Agricoltura Qualità’, ha sostenuto le associazioni proponenti nelle istanze di riconoscimento Dop degli oli extravergini di qualità. E’ stata effettuata anche attività di censimento di oli monovariatali extravergine di oliva ottenuti da varietà autoctone, tra l’altro iscritti nell’elenco dei prodotti tradizionali del Lazio. Non da ultimo in ordine di importanza, va poi menzionato il progetto messo a punto per la creazione di un modello sperimentale di tracciabilità della filiera olivicola laziale, che investirà aziende campione dislocate su tutte le province del Lazio, afferenti a diverse tipologie produttive. E, ancora, quello di assistenza ai produttori olivicoli biologici, che si prefigge la differenziazione e la valorizzazione della produzione olivicola a favore di un completo sfruttamento del sistema oliveto con produzioni complementari all’olio. Vincere la sfida sul fronte della commercializzazione è uno dei traguardi che ci poniamo e che ci sta già dando importanti risultati. Stiamo lavorando con la grande distribuzione organizzata e con i ristoratori. Siamo convinti che far conoscere l’eccezionale rapporto qualità/prezzo degli oli extravergine di qualità del Lazio certificati (Sabina, Canino e Tuscia) e di quelli in fase di riconoscimento (Terre Tiburtine, Colline Pontine, Soratte, Ciociaria e Castelli Romani) rappresenti un fattore essenziale su cui insistere per riuscire ad offrire nuove chances commerciali ai produttori del territorio”. In che moda si punta a valorizzare il biologico? “Arsial, in collaborazione con il Centro agroalimentare di Roma (Car), ha attivato l’avviamento di una piattaforma commerciale dedicata ai prodotti da agricoltura biologica (non solo ortofrutticoli) che aspira a divenire punto di riferimento per il mercato del biologico del Centrosud Italia. L’azione pilota dovrebbe concretizzarsi nella facilitazione dell’ingresso di forme organizzate di produttori bio presso il Centro in relazione alla sua centralità, sia rispetto al bacino di produzione sia rispetto al mercato di destinazione. Questo intervento, differenziando i ruoli dei partner, dovrebbe consentire ai produttori bio di sperimentare una nuova modalità di organizzazione dell’offerta, rispetto alla quale, ad oggi, non è stato ancora realizzato il necessario salto di scala e le relative scelte di programmazione dei conferimenti su base distrettuale. La struttura, che si trova appunto presso il Centro Agroalimentare di Roma di Guidonia Montecelio, è così direttamente collegata alla rete autostradale da e verso la capitale. La centralità della località, sia a livello regionale che nazionale, favorisce il conferimento del prodotto e la sua distribuzione sul mercato romano e sui principali mercati nazionali. Nel percorso che abbiamo intrapreso, il ruolo delle associazioni di produttori è primario, ancor più di quanto lo sia stato in passato, per incentivare il mercato dei prodotti biologici e supportare i produttori nell’adozione del metodo di produzione biologico. Oggi questa funzione è ancor più importante, considerando che ci avviamo verso una progressiva contrazione degli aiuti finanziari anche per le aziende biologiche. Da questo punto di vista, diviene, quindi, strategico coordinare le azioni pubbliche di supporto all’informazione e incentivazione dei consumi, incrementando le collaborazioni con le associazioni e organizzazioni di produttori biologici che rappresentano il mondo della produzione”. .  
   
 

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