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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Novembre 2007
 
   
  LAVORO: STRANIERI IN REGIONE, FORMAZIONE NEI PAESI D´´ORIGINE

 
   
  Trieste, 19 novembre 2007 - Tra il 2000 ed il 2006 l´incidenza dei lavoratori stranieri dipendenti - su un totale di 402 mila per la somma complessiva di 519 mila tra lavoratori dipendenti e non (dati Istat) - è raddoppiata, passando dal 4,8 per cento al 9,9 per cento. L´aumento, con l´eccezione del calo del 3,6 per cento del 2004, è stato costante ed il 2006 si segnala come un anno di crescita significativa con un incremento, rispetto al 2005, dell´11,2 per cento, per un totale complessivo di 39. 630 unità. A ciò si aggiunge l´elemento, altrettanto significativo, dell´aumento delle richieste di lavoratori stranieri da parte delle aziende: 4. 590 nel 2006, sono diventate 6. 620 nel 2007, con un aumento del 44 per cento. I dati appartengono ad uno studio sulla valutazione del fabbisogno di lavoratori in Friuli Venezia Giulia predisposto dall´Agenzia regionale del Lavoro e della Formazione Professionale su fonti Unioncamere-ministero del Lavoro, S. I. Excelsior e Sistema Informativo Netlabor. Lo studio, per quanto riguarda il modello di previsione dei flussi 2007, considera un fabbisogno di personale straniero in regione di 6. 789 unità, con una nota: per soddisfare le reali necessità del sistema economico regionale ne servirebbero 9. 521. Nella consapevolezza di questo quadro, illustrato il 15 novembre alla Stazione Marittima di Trieste da Stefano Bertoni, dell´Agenzia regionale del Lavoro nell´ambito del Convegno "La Formazione nei paesi d´origine: un´opportunità innovativa per l´accesso al lavoro dei cittadini stranieri, per le imprese, per il territorio", si attuano le politiche regionali mirate ad una maggiore qualificazione a monte degli immigrati e ad una loro reale integrazione. Indicatori come la tendenza a metter radici e all´accelerazione dei ricongiungimenti familiari attestano già, secondo l´assessore regionale al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca Roberto Cosolini, che ha introdotto il convegno, "un alto tasso d´integrazione tra la comunità regionale e persone che l´arricchiscono e di cui abbiamo bisogno". Un tasso di disoccupazione basso (al di sotto del 4 per cento), un Pil che nel 2005 era del 3 per cento in un Paese a crescita zero, il buon andamento dell´economia regionale e il veloce invecchiamento della popolazione sono, per Cosolini, altrettanti fattori che confermano tale bisogno in una regione "al centro della nuova Europa soprattutto per la capacità di creare ponti e relazioni umane, sociali e culturali e dove proprio il buon livello di integrazione diventa l´occasione per dare contenuto alla sua collocazione strategica". Modalità operativa su cui Cosolini ritiene che "la Regione potrebbe fare significativi investimenti" ed "è stata inserita nel nuovo disegno di legge sul sistema formativo", la formazione dei lavoratori stranieri nei loro paese d´origine è oggetto di tre progetti sperimentali di cui due, uno in Moldavia e l´altro in Bosnia Erzegovina, sono quasi giunti a compimento e l´ultimo, in Serbia, è da attuare. Secondo quanto stabilito dal decreto di prelazione del presidente della Repubblica 334/2004, tutti e tre i progetti, illustrati oggi alla Marittima, garantiranno ai lavoratori, in possesso dell´attestato di qualifica rilasciato dai corsi, l´inserimento in apposite liste; queste daranno loro un diritto di priorità rispetto ai loro connazionali per l´assunzione nei rispettivi settori. In Moldavia il corso, che prevedeva 50 ore di studio dell´italiano seguite da 200 ore per l´acquisizione di competenze minime quali assistenti familiari, non richiedeva altro che un´età tra i 18 e i 50 anni. I Progetti da attuare in Bosnia Erzegovina e Serbia prevedevano invece una fascia d´età che andasse dai 18 ai 40 anni e una competenza già acquisita, il primo nel settore della metalmeccanica ed il secondo in quello dell´edilizia. In entrambi i casi, i corsi prevedevano quindi 80 ore d´insegnamento della lingua italiana, 20 ore dedicate all´acquisizione di nozioni di educazione civica e giuridica e 20 ore destinate ad un programma per la sicurezza sul lavoro negli ambiti di riferimento. .  
   
 

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