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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Novembre 2007
 
   
  TUTTI PARI IN SALUTE? E’ POSSIBILE, MA C’È ANCORA DA LAVORARE ANCORA TROPPE LE DIFFERENZE TRA AREE DIVERSE, ETÀ, CLASSI SOCIALI

 
   
  Marina di Carrara (Ms), 20 novembre 2007 - In Toscana, rispetto a una situazione media molto buona, si riscontrano ancora disuguaglianze anche importanti nello stato di salute, nell’accessibilità ai servizi sanitari e quindi nella disponibilità di risultati positivi. Disuguaglianze fra territori, fra le diverse classi di età e per categoria sociale. Ne hanno parlato il 15 novembre al ‘Dire & Fare’ politici e tecnici del settore, discutendo strategie e proposte volte a ridurre queste differenze. Sul tema ‘Tutti pari in salute: è possibile?’ si sono confrontati Fabrizio Neri, sindaco di Massa, Eva Buiatti, dell’Agenzia regionale di sanità, Giovanni Maltinti, dell’Irpet, Enrico Desideri, del Dipartimento diritto alla salute della Regione Toscana, e Gavino Maciocco, del Dipartimento di sanità pubblica dell’Università di Firenze. Tra le disuguaglianze messe in evidenza dalla relazione di Eva Buiatti, si registrano differenze significative di mortalità tra le diverse Asl, (per quanto negli ultimi 10 anni in Toscana la vita media si sia allungata di 3 anni). Per esempio, dal 1995 al 2005, in Toscana la speranza di vita alla nascita è salita da 76 a 79 anni; ma l’aumento è stato da 76 a 80 nelle Asl di Firenze e di Empoli, e invece da 74 a 77 nelle Asl di Massa-carrara e di Viareggio. I ragazzi ‘a rischio’ si concentrano nelle famiglie a bassa cultura; e nei ragazzi da 14 a 19 anni che provengono da famiglie con livello socio-culturale più basso il rischio di essere obesi o sovrappeso è di circa il 30-40% superiore rispetto ai ragazzi della stessa età che hanno alle spalle una famiglia di livello socio-culturale alto. Dalle cure più efficaci vengono sistematicamente esclusi gli anziani; le donne straniere accedono ai servizi troppo tardi e non abbastanza; le donne straniere hanno un rischio di Ivg (interruzione volontaria di gravidanza) due volte superiore alle italiane, a parità di altri fattori; e il 40% delle Ivg nelle straniere sono Ivg ripetute, contro il 20% delle italiane. Ancora, per quanto riguarda le donne, il 18% delle donne toscane non rientra al lavoro dopo il parto, anche se spesso lo vorrebbe; oltre il 50% delle donne che rientrano al lavoro lamentano difficoltà; ricorrono al nido pubblico il 18% delle madri lavoratrici. Il titolo di studio basso discrimina i comportamenti delle donne in gravidanza, l’accesso ai servizi e l’esito del parto. Un esempio: uno dei servizi più diffusi in Toscana è quello della preparazione alla nascita, che viene frequentato dal 53,24% delle future madri. Ma la frequenza è fortemente influenzata dal titolo di studio: solo il 15% delle madri con livelli di istruzione più bassi frequenta il corso, contro il 69,5% delle madri laureate. Eva Buiatti indica le aree e i settori su cui concentrare l’attenzione e le azioni della sanità pubblica: le aree della costa, gli anziani con patologia cronica (prevenzione di ictus, fratture, scompenso), le donne straniere e quelle con basso titolo di studio, i ragazzi di bassa classe sociale. Non a caso il nuovo Piano Sanitario Regionale 2008-2010, attualmente all’esame del Consiglio, si propone appunto di raggiungere in maniera sempre più puntuale e capillare le fasce deboli della popolazione, quelle che faticano più di altre ad usufruire dei servizi, territoriali, ospedalieri, della prevenzione; quella parte della popolazione che per condizioni sociali e culturali si trova costantemente a rischio di una caduta assistenziale, e che talvolta fa fatica perfino ad esprimere i propri bisogni. .  
   
 

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