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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Novembre 2007
 
   
  DIRETTIVE ANTICIPATE: PROPOSTA LA DELEGA PER LA PROPRIA SORTE DURANTE LA GIORNATA CONCLUSIVA DEL XIV CONGRESSO NAZIONALE (PERUGIA, 13-16 NOVEMBRE 2007), LA SOCIETÀ ITALIANA PER LE CURE PALLIATIVE PRESENTA IL SUO PRIMO DOCUMENTO UFFICIALE SULLE DIRETTIVE ANTICIPATE PER CONCRETIZZARE AL PIÙ PRESTO UNA LEGISLAZIONE CHE TUTELI LE SCELTE DEI MALATI NELLE FASI AVANZATE DELLA MALATTIA.

 
   
  Perugia, 21 novembre 2007 - Una Legge per le Direttive Anticipate - Andare oltre il consenso informato e approvare una legge per le Direttive Anticipate. La giornata conclusiva del Xiv Congresso della Società italiana per le Cure Palliative (che ha visto riuniti a Perugia 1500 tra medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti e volontari appartenenti al mondo delle cure palliative) è dedicata proprio a questa richiesta rivolta alle Istituzioni ma con una proposta concreta che si basa su due pilastri: La Direttiva di Istruzioni e la Direttiva di Delega. “I casi di Welby e ultimamente della famiglia Englaro sottolineano un vuoto legislativo da colmare al più presto. I dibattiti che si scatenano, di tipo medico, etico e culturale, non possono portare a nessun risultato soddisfacente perché riguardano una persona che non ha voce per dare la sua opinione. Una voce che più di ogni altra conta” spiega Furio Zucco, Presidente uscente della Società Italiana Cure Palliative; Direttore Unità di Cure Palliative, Hospice e Ospedalizzazione domiciliare, Azienda Ospedaliera ‘G. Salvini’, Garbagnate, Milano. “La nostra proposta, frutto di una lunga esperienza a contatto con pazienti al termine della loro vita e con le loro famiglie, vuole concedere a ogni cittadino italiano, che si possa trovare un giorno o l’altro in quelle condizioni per grave trauma o malattia, la possibilità di avere fiato, anche quando il fisico non c’è più, per gridare le proprie volontà o in modo che ci sia una persona di fiducia, non necessariamente un familiare, che lo possa fare al suo posto”. La Sicp ha, infatti, approvato il suo primo documento ufficiale sulle Direttive Anticipate (Da; denominazione comune in letteratura) o Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (Dat; termine adottato dal Comitato Nazionale per la Bioetica nel 2003) distinguendo tra Direttive di Istruzione e di Delega che rappresentano l’una il completamento dell’altra. Il Documento, presentato in Commissione Igiene e Sanità del Senato, presieduta da Ignazio Marino, approfondisce la tematica soprattutto nel caso di persone affette da malattie in fase avanzata ed evolutiva, nel settore delle cure palliative. La Direttiva di Istruzioni contiene le preferenze delle persone circa le alternative terapeutiche possibili nel caso si trovassero in alcune delle situazioni cliniche più frequenti e più gravi. In essa sono espresse le opinioni relativamente alle procedure assistenziali più invasive ed onerose (interventi chirurgici d’urgenza, terapie rianimatorie e di sostegno vitale, emotrasfusioni) che potrebbero essere iniziate in alcune situazioni cliniche caratterizzate da assenza di cure efficaci per la guarigione, e prognosi definibile breve (circa 3 mesi). “Possono anche essere prese in considerazione forme di assistenza palliative che hanno per scopo il miglioramento della qualità della vita, come l’opportunità di essere sottoposto a terapia sedativa con alte dosi di oppiacei e sedativi” aggiunge Zucco. La Direttiva di Delega contiene, invece, l’indicazione di una persona di fiducia che il malato sceglie perché prenda le future decisioni in sua vece, quando lui stesso non fosse più in grado di farlo perché divenuto mentalmente incapace. “E’ un fiduciario, nel senso di una persona di cui il malato si fida completamente, che può essere la moglie/marito, un figlio, ma anche un amico, una persona estranea alla famiglia che conosce bene i valori e le preferenze del malato e che, pertanto, s’impegna a far rispettare le sue volontà o a decidere nel modo più simile a come avrebbe deciso il malato stesso”, sottolinea Zucco. Gli obiettivi principali delle Da/dat sono quindi riassumibili in: 1) avvicinare quanto più possibile le future cure sanitarie alle volontà del malato; 2) ridurre il rischio di trattamenti in difetto o in eccesso (under/over treatment); 3) ridurre il peso emotivo delle decisioni che altrimenti graverebbero sui familiari; 4) prevenire conflitti decisionali fra i familiari o fra questi ed i curanti. I Dieci Principi Cardine Per L’implementazione Delle Direttive Anticipate Nel Malato Terminale - I principi teorici ed elementi fattuali con un valore etico sostanziali che il legislatore deve rispettare nel formulare il dettato normativo e che si possono realizzare compiutamente, solo con il supporto assistenziale, continuativo e multidisciplinare proposto dalle Cure Palliative. 1. Valorizzazione dell’autonomia del malato anche nelle situazioni di terminalità Nel testo di legge dovrà essere ribadito che ogni trattamento sanitario, a parte gli obblighi normativi esistenti, è legalmente, eticamente e deontologicamente lecito solo se praticato con il consenso informato del malato o dei suoi legali rappresentanti; analogamente, va sancito che il malato ha il pieno diritto di rifiutare ogni trattamento, anche quelli di supporto vitale; la giustificazione etica di tale rifiuto si fonda sul rispetto del principio di autonomia e del criterio di proporzionalità; 2. Semplificazione burocratica nella formalizzazione delle Da/dat in situazioni di terminalità Per permettere un’estesa ed efficace implementazione delle Da/dat è necessario ridurre al minimo indispensabile le procedure burocratiche per la loro formalizzazione, senza l’obbligo di coinvolgere altri soggetti istituzionali (es. Direzione sanitaria, notaio, registro nazionale); 3. Validità delle Da/dat nelle situazioni di urgenza/emergenza Nel testo di legge va sottolineato il perdurare del valore delle Da/dat soprattutto nelle situazioni di urgenza, ove è massimo il pericolo che esse siano ignorate nella concitazione conseguente ad aggravamenti improvvisi. Infatti, benché questi siano previsti e prevedibili, il rifiuto del malato di interventi da lui giudicati come ‘eccessivi’, rischia di essere ignorato dalla applicazione standardizzata di procedure diagnostico-terapeutiche che possono peggiorare la qualità del morire; 4. Valutazione dell’incapacità mentale E’ importante che tale valutazione sia fatta dal medico curante, e opportunamente documentata poiché la letteratura in merito è concorde che la valutazione della capacità naturale rientra, di norma, nelle competenze del medico curante senza prevedere l’obbligo di consulenze specialistiche; 5. Revoca delle Da/dat La formalizzazione della revoca, (esprimibile sia in forma orale che scritta) deve avvenire semplificando al massimo le procedure burocratiche e amministrative. 6. Validità delle decisioni del fiduciario Per una realistica implementazione delle Da/dat nella pratica clinica, si deve prevedere che, al verificarsi delle condizioni di incapacità, sia automaticamente riconosciuta un’immediata validità alle decisioni prese dal fiduciario, senza necessità di alcuna notifica all’autorità giudiziaria; 7. Valore delle Da/dat La formulazione della legge deve garantire il massimo rispetto delle volontà pregresse del malato; 8. Responsabilità penale e civile dei sanitari Il testo di legge deve sancire la completa esenzione da ogni responsabilità penale e civile per il medico e l’équipe sanitaria che rispettino il rifiuto di trattamenti terapeutici disposto dal malato attraverso una Da/dat, anche qualora ne derivasse un danno per la salute e per la vita residue; 9. Accesso alla Rete di Cure Palliative L’accesso ai servizi della Rete di Cure Palliative (assistenza domiciliare, ospedaliera ed in Hospice) non deve essere condizionato dalla presenza o assenza di Da/dat. Per rispetto dei principi etici di giustizia e di autonomia, il malato deve poter usufruire di tali servizi indipendentemente dall’aver formulato o meno delle Da/dat 10. Cure Palliative e Da/dat La Sicp considera importante che i principi che rendano possibile la espressione e la messa in atto di Da/dat siano parte di una più ampia riflessione sulla terminalità e sulle modalità più appropriate di prendersi cura del malato inguaribile in fase avanzata di malattia, secondo i principi ispiratori ed i criteri operativi propri delle Cure Palliative. .  
   
 

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