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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Novembre 2007 |
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SECONDO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA DI MUSICHE MODERNE “NOTE NUOVE” NELL´AMBITO DEL PROGRAMMA DI SCENAPERTA CON IL PIANISTA CUBANO OMAR SOSA
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Udine, 21 novembre 2007 - Dopo lo splendido concerto dei turchi Baba Zula, prosegue la serie di appuntamenti musicali che l´Associazione Culturale Euritmica dedica alle nuove espressioni musicali, dal pop al jazz, al rock e world music. Il nuovo appuntamento è in programma venerdì 23 con l´Omar Sosa Trio, uno dei massimi interpreti del jazz latino, sofisticato pianista e compositore in scena con il suo collaudato trio assieme a Childo Tomas al basso e Julio Barreto alla batteria. Omar Sosa è uno dei più versatili artisti jazz oggi sulla scena: compositore, arrangiatore, produttore, pianista, percussionista e leader delle numerose formazioni e progetti musicali ai quali partecipa. Egli può tranquillamente essere definito il volto nuovo della musica cubana e la figura che meglio rappresenta la capacità di rinnovamento della musica latina. Dalla fine degli anni Ottanta, egli comincia a concepire una musica sincretica, di prospettive quanto mai ampie, capendo come lo swing, la danza, il rapporto con il corpo, con la sensualità, siano qualità essenziali del jazz, della musica portoricana, caraibica, cubana, e che, al di là delle differenze stilistiche nate dal metissage culturale, tutte queste abbiano un’origine comune: l’Africa rubata agli schiavi. Decide quindi di concentrarsi sulla produzione di un sound che possa conciliare tutta la diversità delle espressioni musicali generate dalla diaspora africana. L´innovativa e geniale unione di una grande quantità di elementi della world music e dell´elettronica con quelle che sono le sue native radici musicali afro-cubane producono come risultato un fresco, originale e gioioso “urban sound”, animato da un cuore di jazz latino, che nasce da un continuo approccio esplorativo alla ricerca della libertà espressiva. La sua tecnica pianistica è e sarà sempre influenzata da quella delle percussioni: rappresenta il suo stile personale, di grande audacia ritmica, diventato ormai il suo tratto caratterizzante; i tempi sono fluidi e il mood cambia repentinamente, un groove sperimentale che non manca di tenere sempre vigile l´attenzione dell´ascoltatore. Nel suo periodo di crescita artistica, Omar Sosa interiorizza concetti e novità da tutte le culture con cui viene a contatto: esplora la musica yoruba (i nomi delle divinità del pantheon della Santeria ricorrono spesso nei titoli dei suoi brani), che è una delle fonti essenziali della musica afrocubana, ma anche le tradizioni nere della costa dell’Ecuador o quelle delle confraternite gnawa dell’Africa settentrionale. Ma all’interno dei propri ampi orizzonti Sosa assorbe anche elementi della cultura hip hop, nonché aspetti del patrimonio musicale mediterraneo non solo della sponda africana e mediorientale. “La globalizzazione può essere un concetto astratto per molti, ma per il pianista e compositore Omar Sosa è invece una questione reale e personale” (Fernando Gonzalez, ´Down Beat´). Come molti altri giovani musicisti cubani, Omar è anche influenzato dalla destrezza e dall´energia del jazz-fusion, e la sua concezione musicale riflette la sua natura meditativa a inquisitiva. Thelonius Monk viene visto come un´anima gemella, come il precursore di una concezione artistica che mette in dubbio i confini culturali e musicali della propria epoca. Suonando con big band, gruppi di soli percussionisti, in duo e da solo, Sosa dimostra tutta la sua incredibile versatilità. Già straordinario come pianista, negli ultimi anni ha iniziato a usare l´elettronica con rara intelligenza, aggiungendo al suo sound echi, campionamenti, loop e delay che hanno reso la sua musica ancora più polifonica, poliritmica e trascinante. “Omar Sosa è un artista fusion nel miglior senso del termine. Questo pianista virtuoso mescola le sue radici cubane con sentori di bebop, free jazz, hip-hop ed elettronica, in un calderone sorprendentemente fresco e modernamente speziato che è molto più della somma degli ingredienti” (Joel Roberts, ´All about jazz´) Vita Omar Sosa nasce il 10 aprile 1965 a Camaguey (Cuba). All´età di otto anni si avvicina alla musica, cominciando però a suonare le percussioni, in particolar modo la marimba, al conservatorio della sua città. L´incontro con lo strumento che lo rese una celebrità avviene infatti solo più tardi e quasi per caso, dopo essersi trasferito all´Avana e alla prestigiosa Escuela Nacional de Musica, dove non gli fu più possibile continuare lo studio della marimba. Così inizia ad approcciarsi al pianoforte, di cui ben presto impara ad apprezzare libertà ed espressività. I primi contatti con la musica in casa a Camaguey erano avvenuti con le note di Nat King Cole, Orquesta Aragon, Pacho Alonso, Benny More, e con molta musica classica. Al conservatorio dell´Avana, coinvolto dai suoi compagni di classe, Omar comincia ad apprezzare sempre più la musica jazz. Tra i suoi artisti favoriti dell´epoca Oscar Peterson, Herbie Hancock, Chick Corea, Keith Jarrett, John Coltrane, Charlie Parker. Allo stesso tempo però si sente vicino ad artisti della musica progressive cubana come Chucho Valdez, Irakere e Emiliano Salvador. Colui che però esercita la più grande influenza nel giovane Omar e che lo guida maggiormente nel suo approccio creativo alla musica è Thelonius Monk. Al termine degli studi, seguono anni di spostamenti e ricerca molto intensi. Dal 1993 al 1995 vive per alcuni anni a Quito, in Ecuador, dove scopre la musica folcloristica degli Esmeraldas, una sacca di cultura con profonde radici africane nella costa nord-occidentale del Paese che fa della marimba lo strumento principale della propria musica. A Quito fonda il suo primo gruppo di jazz-fusion, gli Entrenoz. Dopo una breve parentesi a Palma di Maiorca, Omar si sposta nella San Francisco Bay Area alla fine del 1995 dove rapidamente rinvigorisce la locale scena del jazz latino con le sue prime esplosive performance. On Stage Fin dai primi concerti infatti, Omar Sosa si dimostra personaggio carismatico, in grado di trascinare e ispirare gli altri musicisti con lui sul palco grazie al suo modo di suonare dinamico e al suo approccio alla musica fatto di improvvisazione, intense emozioni e humour. ”Ogni volta che salgo sul palco - ha detto in una recente intervista - non ho la minima idea di come andrà a finire [. ] L´obiettivo principale è far si che su quel palco, tra i musicisti, succeda qualcosa, scocchi la scintilla della comunicazione”. Di spontaneità e connessione tra le persone, che spesso appaiono in difficoltà Uno dei concerti più memorabili tenuti dall´artista cubano è stato quello, con il suo ottetto, all´apertura della nuova Zankel Hall all´interno della Carnegie Hall di New York nel 2003. Di quell´esibizione Alex Ross del New Yorker ha scritto: “Sosa ha un feroce intuito per il ritmo e un pungente ingegno musicale”. Il compositore John Adams, che ha curato l´apertura della sala, ha commentato che “Sosa è un musicista profondamente creativo con uno straordinario senso armonico. Il suo modo di suonare il piano ha indubbiamente radici nella musica cubana, ma ha assimilato il suo approccio alla tastiera in regioni completamente diverse”. E Don Heckman del Los Angeles Times recentemente ha scritto: “la visione di Sosa del jazz contemporaneo raggiunge ogni confine immaginabile [. ] Le sue performance sono uno straordinario esempio di world jazz “allo stato dell´arte”, che splendidamente illustrano quanto incantevole la musica possa diventare quando si presenta aperta e ricettiva agli impulsi globali e all´interazione”. Teatro Palamostre, P. Le Diacono - Udine venerdì 23 novembre 2007, ore 21. . |
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