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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Novembre 2007 |
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ALLARME DIABESITA´: DIABETE E OBESITA´ IN CRESCITA NEL NOSTRO PAESE
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3 milioni i diabetici noti e 1 milione chi lo è senza saperlo; 4 milioni gli obesi e 16 milioni i sovrappeso - Le persone obese, con indice di massa corporea (Bmi) superiore a 35, hanno un rischio di contrarre il diabete 40 volte maggiore rispetto alle persone normali - Il 38,5% delle persone con diabete di tipo 2 è obeso (Bmi superiore a 30) e il 42% è sovrappeso - Cresce il problema nelle giovani generazioni Diabete e obesità sono strettamente collegati fra loro. È scientificamente dimostrato, tanto è vero che si parla ormai apertamente di diabesità, un neologismo che integra le due condizioni. Infatti, le persone obese, con indice di massa corporea superiore a 35, hanno un rischio di contrarre il diabete 40 (!) volte maggiore rispetto alle persone normali e, d´altro canto, oltre un terzo dei soggetti con diabete di tipo 2 è obeso (38,5% con Bmi superiore a 30) e meno del 20% risulta normopeso (nel diabete tipo 1 è in sovrappeso od obeso "solo" il 22,3% dei pazienti). Ciò che maggiormente preoccupa gli esperti della Sio-società Italiana dell´Obesità, riuniti da oggi sino a sabato 10 novembre a Baveno, per le Prime Giornate Interregionali Sio, è la crescita del problema tra i giovani. "Mercoledì 14 novembre - ricorda Carlo Maria Rotella, diabetologo e presidente Sio - si celebra la Giornata delle Nazioni Unite per il Diabete. Quest´anno è dedicata al diabete del bambino e dell´adolescente. Non è certamente un caso. Diabete e obesità, diabesità appunto, sono il problema, la vera e propria epidemia che il mondo sviluppato e non deve affrontare già da oggi, sin dalla più giovane età". "In Europa i tassi di obesità variano tra il 19 e il 27% negli uomini, fino al 38% nelle donne. In alcune regioni il tasso combinato di obesità e sovrappeso supera il valore del 67%", spiega Michele Carruba, Direttore del Centro di Studio e Ricerca sull´Obesità (Csro) dell´Università degli Studi di Milano. "Ma il problema più allarmante sono i bambini", prosegue. "Nell´unione Europea a 27 paesi un ragazzo su 4 è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso - 3 milioni dei quali obesi - si aggiungono altri 400 mila ´nuovi´ sovprappeso", continua. "In Italia, a fronte di un dato per gli adulti che dice come uno su tre sia in sovrappeso (33,4 per cento) e il 9,1 per cento obeso, mediamente è obeso il 13 per cento dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, il 26,9 per cento dei maschi e il 21,2 per cento delle femmine tra i 6 e i 17 anni è sovrappeso, con un picco soprattutto nella fascia d´età 6-9 anni: 33,6 per cento nei maschi e 34,6 per cento nelle femmine," ricorda ancora Carruba. "Siamo messi meglio che in altri Paesi: per esempio, in Gran Bretagna risulta obeso 1 milione di ragazzini sotto i 16 anni. Ma non c´è da rallegrarsi. L´allarme è più che giustificato anche da noi: i giovani sovrappeso od obesi si trasformano in adulti sovrappeso od obesi, con conseguente maggior rischio per la salute. Ma soprattutto, nei giovani si riscontrano già, e sempre con maggior frequenza, malattie tipiche dell´età matura come il diabete di tipo 2," aggiunge. Anche in questo settore l´Italia sta meglio di altri Paesi, secondo i dati più recenti degli Annali Amd 2007, i diabetici al di sotto dei 15 anni visitati nei centri diabetologici (che non tengono però conto di quelli specializzati in diabetologia pediatrica) sono poche migliaia, meno dell´0,1% dei diabetici italiani, ma già al di sotto dei 25 anni questa percentuale si avvicina all´1%, ossia oltre 30. 000 giovani. Che cosa è possibile fare? "Innanzitutto, bisogna individuare il meccanismo che causa l´obesità, una vera e propria malattia", dice Rotella. "Sono importanti i risultati degli studi italiani condotti dall´equipe di Carruba e di Enzo Nisoli, all´Università di Milano, che dimostrano chiaramente come la restrizione alimentare determini una riduzione del metabolismo, agendo sui mitocondri muscolari. Il significato pratico di queste ricerche conferma che la cura dell´obesità deve concentrarsi primariamente sull´intensificazione dell´esercizio fisico, più che su diete altamente restrittive. In ogni caso - prosegue Rotella -, è essenziale promuovere migliori stili di vita, cioè alimentazione equilibrata e movimento, che sono anche l´intervento primario da attuare nei giovani. In terzo luogo, quando anche la modificazione degli stili di vita non permette di raggiungere il risultato è possibile ricorrere ai farmaci. Due in particolare le novità, che dovrebbero entrare in commercio anche in Italia nei primi mesi del 2008: il rimonabant, ad azione anoressizzante, e, per curare l´obesità nei pazienti con diabete di tipo 2, l´exenatide, che oltre ad abbassare la glicemia fa anche perdere peso ai pazienti diabetici", conclude. . |
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