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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Novembre 2007
 
   
  COLLETTIVA “SENZA TITOLO” A PRATO 01 DICEMBRE 2007 – 31 GENNAIO 2008

 
   
   Prato, 26 novembre 2007 - Alle porte del centro di Prato è ubicata una giovane galleria, “Eleonora D’andrea Contemporanea” che ha da poco compiuto i suoi quattro anni di attività contribuendo giorno dopo giorno ad alimentare la curiosità e l’interesse di un pubblico sempre più incline ad apprezzare giovani talenti della scena artistica internazionale e sempre più affascinato dalle possibilità di partecipare attivamente alla nascita di un collezionismo dinamico e promettente. Nella graziosa cornice delle due salette a piano terra di una graziosa torretta alto medievale, sita poco distante dal centro di Prato, la collettiva”Senza Titolo”, ideata e organizzata dalla galleria Eleonora D’andrea Contemporanea, accompagna con i suoi migliori auguri tutti i suoi visitatori verso le festività natalizie, rimanendo visitabile gratuitamente tutti i giorni nel consueto orario di apertura al pubblico dal 01 dicembre al 31 gennaio 2008, ed eccezionalmente nei pomeriggi delle domeniche a seguire dal 01 al 23 dicembre 2007. Il vernissage fissato per sabato 01 dicembre 2007 alle ore 17. 30 vede la partecipazione straordinaria di tutti gli artisti in mostra che saranno lieti di comunicare direttamente con il pubblico in visita, accolto per l’occasione da un raffinato aperitivo a base di champagne e invitanti leccornie di stagione. Figurativo e informale. Una mostra allestita con sapiente accordo corale, senza interferenze sulla linearità della fruizione d’insieme, un piacevole sguardo a 360° sul nuovo orizzonte della contemporaneità. Gli artisti in mostra sono quasi tutti parte integrante del successo di questo audace spazio espositivo, alcuni con una carriera alle spalle ormai consolidata anche al di fuori della sede di origine, come Rudy Pulcinelli, Bruno Pedrosa, Fernanda Morganti, Eugenio Mombelli, Giovanni Sesia, Erno e Fabio Inverni, altri in via di repentina e sicura crescita professionale come i giovanissimi Matteo Cocci e Matteo Peducci ; comunque ciascuno a suo modo artefice di mondi di infinita poesia, sospesi tra l’originalità di linguaggi astratti ed onirici e la fisicità di forme concrete di immediata lettura e decodificazione, a metà tra il realistico e l’immaginifico, in equilibrio sul sottile filo di linguaggi d’avanguardia e registri di classica bellezza testuale. Codici diversi, ma un’unica grande comunione. .  
   
 

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