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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Novembre 2007
 
   
  AGRICOLTURA BIOLOGICA: UN SETTORE IN CRESCITA CHE SI STA CONSOLIDANDO A TORINO UN CONVEGNO NAZIONALE

 
   
  Torino - “L’agricoltura biologica in Piemonte è una realtà in crescita, che, superata la sperimentazione pionieristica dei primi anni, sta oggi attraversando una fase di consolidamento più matura, accompagnata da un indubbio aumento della domanda e dell’interesse da parte del pubblico e dei consumatori”. Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco ha tracciato il quadro di sintesi del settore, emerso il 23 novembre nel corso del convegno nazionale “Logicamente bio: dove va l’agricoltura biologica?”, promosso dalla Regione Piemonte, al Centro Incontri di corso Stati Uniti a Torino. La giornata di convegno ha analizzato il quadro del comparto agricolo biologico piemontese, grazie ai risultati di una ricerca, promossa dalla Regione e realizzata dall´Università di Torino in collaborazione con le associazioni dei produttori, attraverso interviste sul campo a un campione di oltre 1600 aziende. Si tratta della prima indagine in Italia che analizza in maniera sistematica e approfondita il comparto agricolo biologico. Dallo studio emerge una realtà pari a circa il 2% dell’agricoltura regionale, tutt’altro che marginale per vivacità e dinamismo, il cui valore economico è quantificato in circa 46 milioni di euro. Miglioramenti sono possibili nell’accesso ai canali commerciali e sul versante della valorizzazione della produzione biologica e della corretta informazione ai consumatori. “Proprio perché il biologico è in crescita nella nostra regione, e si estende ormai su 37. 000 ettari e riguarda circa 2500 aziende – ha spiegato l’assessore Taricco – si tratta di un settore che vorremmo accompagnare in modo virtuoso, facendo in modo che una domanda in espansione e una sensibilità più generalizzata del pubblico, unite alle capacità imprenditoriali dei produttori, possano consolidare i risultati e affinare le strategie. ” In questo senso, la Regione Piemonte ha destinato una quota significativa delle risorse del nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, approvato pochi giorni fa dal Comitato della Commissione Europea, a finanziare le “misure agroambientali” – in cui rientrano specifiche azioni a favore del biologico – che da sole rappresentano circa il 30% delle risorse complessive a disposizione del Piemonte (oltre 1 miliardo di euro comprensivi di fondi comunitari, statali e regionali per i prossimi sette anni). “Per alcune delle misure agroambientali, e in particolare per quelle relative alle produzioni biologiche e integrate – conclude Taricco - la Regione ha deciso, sin da aprile, di aprire anticipatamente i bandi, proprio per dare continuità agli interventi regionali a favore del comparto. ” Inoltre, la legge regionale di riferimento per il settore biologico (l. R. 13/1999) promuove la ricerca, la sperimentazione e sostiene la valorizzazione delle produzioni biologiche. Al convegno “Logicamente bio” hanno preso parte rappresentanti delle Regioni Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Marche, che hanno illustrato le proprie esperienze comparative e a nome del Ministero delle Politiche Agricole è intervenuto Alberto Manzo. Il pomeriggio è stato animato da un vivace e paertecipato talk show condotto dal giornalista di “Ambiente Italia” Beppe Rovera, che ha coinvolto esponenti del mondo della produzione, della distribuzione, del consumo e gli amministratori, per discutere dei temi più attuali: prezzi, commercializzazione, promozione, controlli, rapporto con i cittadini consumatori. L’agricoltura biologica piemontese La sintesi dei dati. Ricerca promossa dalla Regione Piemonte e realizzata dal prof. Alessandro Corsi, Facoltà di Agraria, Università di Torino, presentata il 23 novembre nel corso del convegno “Logicamente bio: dove va l’agricoltura biologica?” Obiettivi della ricerca: Le caratteristiche generali e strutturali delle aziende biologiche; Il peso economico dell’agricoltura biologica; Le forme di commercializzazione; Problemi e prospettive. Metodologia: Indagine sul totale delle aziende biologiche censite negli elenchi regionali (1655 aziende attive). Somministrazione di questionari e rilevazioni sul campo. Caratteristiche generali: Superficie Agricola Utile (Sau) coltivata a biologico o in conversione: 29. 800 ha (2,8% della Sau regionale). Le colture più importanti per superficie: Cereali: riso (3100 ha), mais (1500 ha), frumento (1150 ha); Piante industriali: girasole (1000 ha); Legnose agrarie: vigneto (1600 ha), castagno (1500 ha), fruttiferi; Foraggere: 2200 ha complessivi. Gli allevamenti: Bovini: 20. 000 capi; Ovini: 7. 400 capi; Suini: 16. 500 capi. Aziende che fanno trasformazione di prodotti: 389: Prevalente vino (250 aziende); Prodotti da latte (79 az. ), da frutta secca (77 az. ), ecc. ; Altre attività (agriturismo, attività didattiche,. ): 284 az. (17%). Elementi strutturali: Forte concentrazione di aziende dalle dimensioni economiche minori; Aziende < 5 ha: 43% del numero, 4,5% della Sau; Aziende > 50 ha: 9% del numero, 64% della Sau; Ma: dimensione media superiore a quella regionale (22,3 contro 8,8 ha). Il peso economico dell’agricoltura biologica: Plv (Produzione Lorda Vendibile) totale delle aziende: 60,8 mil. ; Plv biologica: 45,8 mil. (75%); Plv biologica venduta come tale: 34,5 mil. (75% della biologica, 57% della totale). Le forme di commercializzazione Destinazione bio-convenzionale: La parte di produzione biologica venduta come tale è variabile secondo i prodotti; Fra le produzioni vegetali, la quota di Plv realizzata da prodotti biologici venduti come tali è il 77%; La % minore è per le colture arboree, dovuta alla vite da vino. I canali di commercializzazione del biologico: Filiera corta (vendita in azienda, in mercati, a domicilio); Filiera specializzata (negozi specializzati, ristoranti); Altri canali (ingrosso, cooperative, Gdo, altro). Dati molto variabili a seconda delle singole categorie di prodotto: la filiera corta ha un peso rilevante (oltre il 30%) per patate e ortaggi e per i prodotti trasformati, discreta (intorno al 10%) per colture arboree, produzioni vegetali, produzioni animali. Gli orientamenti degli agricoltori Principali criticità indicate: Preponderante il problema degli sbocchi 28%), con conseguenti prezzi insoddisfacenti (25%); Difficoltà tecniche (15%) e costi eccessivi (13%) presenti, ma meno importanti; Anche sistema di certificazione complicato (16%) non decisivo, Intenzioni future: Ampliare: 239 az. (14%); Mantenere: 1060 az. (64%); Ridurre: 56 az. ( 3%); Cessare: 300 az. (18%). I per futura cessazione Ragioni dell’eventuale cessazione: Cessazione dei sussidi: 31%; Scarsa convenienza: 24%; Mancanza sbocchi: 17%; Difficoltà tecniche: 10%; Complicazioni burocratiche:11%; Altro: 3%. .  
   
 

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