|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 26 Novembre 2007 |
|
|
  |
|
|
I DATI SULLE DONNE MALTRATTATE CHE SI SONO RIVOLTE AI CENTRI ANTI-VIOLENZA IN EMILIA-ROMAGNA
|
|
|
 |
|
|
Bologna, 26 novembre 2007 - - E’ straniera, ha 35 anni e figli minori, subisce violenza tra le mura domestiche. E’ l’identikit medio della donna maltrattata in Emilia-romagna, così come emerge dal testo nato dall’elaborazione del monitoraggio regionale dei dati di accoglienza delle Case delle donne, dei Centri antiviolenza e degli altri soggetti pubblici e privati che hanno accolto donne che hanno subito violenza nell’anno 2005. Il volume è stato presentato venerdì 23 novembre, nella sala polivalente della Regione Emilia-romagna, nel corso di un seminario intitolato “Scegliere la libertà: affrontare la violenza, organizzato dall’Assessorato regionale alle Politiche sociali. La ricerca, finanziata dalla Regione e curata dall’associazione “Casa delle donne per non subire violenza”, dopo una prima parte dedicata all’elaborazione dei dati di accoglienza approfondisce ed elabora i temi propri dei percorsi di uscita dalla violenza, delle pratiche di intervento sociale ed i percorsi giurisdizionali, fra cui anche la responsabilità civile nelle violenze entro le relazioni di intimità e la violenza assistita intrafamiliare. Da una prima elaborazione dei dati risulta che nel corso del 2005 sono state accolte e/o ospitate in totale 1. 419 donne, fra cui 531 straniere, di una fascia d’età prevalente compresa fra i 30 e i 39 anni. L’80% delle donne accolte ha figli, in grande maggioranza minorenni. Le violenze subite dalle donne accolte sono prevalentemente domestiche. Nel maltrattamento intervengono diverse forme di violenza: di carattere psicologico come insulti, denigrazioni e varie forme di limitazione della libertà personale, violenze fisiche come schiaffi, pugni, calci e tentativi di omicidio, violenze economiche come controllo del salario e impedimento a cercare un lavoro, aggressioni o molestie sessuali fino allo stupro. I percorsi di uscita dalla violenza sono spesso difficili, sia a causa dei comportamenti persecutori del partner (o ex tale), sia per le difficoltà materiali in cui spesso versano le vittime. Nel sistema integrato di interventi e servizi territoriali a supporto delle donne che subiscono violenza si trovano i servizi e gli interventi quali le Case e i Centri Antiviolenza, finalizzati a fornire consulenza, ascolto, sostegno ed accoglienza. In questi luoghi, le donne che subiscono violenza e i loro figli possono trovare protezione, sicurezza ed aiuti concreti. I Centri forniscono un servizio specialistico ed una metodologia di intervento che permette alla donna che ha subito violenza di rielaborare i propri vissuti ed iniziare un percorso di autonomia, ricevendo sostegno e informazioni per utilizzare le risorse del territorio. Questi centri vanno sempre più integrandosi nelle diverse programmazioni distrettuali dei Piani di zona. Già da alcuni anni la Regione Emilia-romagna finanzia la realizzazione di corsi di formazione rivolti ad operatori sanitari, sociali, forze dell’ordine e operatori del terzo settore impegnati con donne che abbiano subìto violenza e si rivolgano ai presidi territoriali. Nel 2007 le Aziende Usl che hanno fruito di questo finanziamento sono quelle di: Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Cesena e Rimini. I corsi permettono agli operatori di acquisire conoscenze e competenze adeguate per rilevare i segnali indiretti di una violenza, fare connessioni sulla relazione tra lo stato di salute psico fisico della donna e la violenza subita, attivare raccordi interistituzionali tra le diverse figure professionali che entrano a contatto con il problema. Si è inoltre completata, con la diffusione di un poster una campagna regionale di contrasto alla violenza alle donne e di conoscenza delle case e dei centri antiviolenza, condotta in accordo con il Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione Emilia-romagna, per informare rispetto al fenomeno della violenza e alla presenza dei centri e delle case in regione. Il poster contiene informazioni, tradotte in sette lingue (fra cui inglese, spagnolo, francese, russo, arabo) su come contattare un centro antiviolenza, e porta elencati in forma chiara i numeri di telefono di tutti i centri del coordinamento regionale. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|