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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Novembre 2007
 
   
  ALLA FIERA INTERNAZIONALE DEGLI ALCOLICI “INTERDRINK” GRANDISSIMO SUCCESSO DELLA DELEGAZIONE ITALIANA GUIDATA DA PROMEX LA RUSSIA GUARDA AL SISTEMA VINO ITALIANO VOLA ANCHE L’EXPORT: IN UN ANNO RADDOPPIATE LE CIFRE LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE, LEGISLAZIONE E QUALITÀ, I NOSTRI FIORI ALL’OCCHIELLO.

 
   
  Un anno fa la firma, a Roma, di un protocollo di intesa che sanciva una stretta collaborazione tra la Suar (Associazione degli Importatori e Distributori di Vino e Alcolici della Federazione Russa) e la Promex (l’Azienda partecipata da Fiera di Roma, Agenzia di Sviluppo Lazio e Unioncamere Lazio). Un accordo nato dall’esigenza, per le autorità russe, di porre un freno al dilagante fenomeno della contraffazione dei vini che negli ultimi anni ha mietuto un notevole numero di vittime, soprattutto tra i giovani dell’ex impero sovietico. Dodici mesi dopo, a Mosca, grandissimo successo della delegazione italiana, invitata a presentare le caratteristiche che contraddistinguono il Pianeta Vino nel nostro Paese. “Una calda accoglienza - ha commentato Federico d’Errico, Direttore Generale Promex e capodelegazione - che testimonia della grande stima che i massimi dirigenti russi del settore hanno nei confronti dell’Italia in questo comparto e, soprattutto, del buon lavoro da noi svolto in questi mesi”. Molto applaudito l’intervento dell’Onorevole Giovanni Kessler, Alto Commissario per la lotta alla contraffazione del Ministero per lo Sviluppo Economico. “La contraffazione - ha esordito Kessler - è una delle principali minacce mondiali allo sviluppo economico dei Paesi. Non a caso si tratta di uno dei massimi business per le organizzazioni criminali”. L’alto Commissario ha poi illustrato la fondamentale importanza della tutela del marchio e della qualità nel comparto agroalimentare, oltre alla necessità di una trasparenza che tuteli chi produce e, ancora di più, chi consuma. E ha concluso anticipando la presentazione di un pacchetto di proposte al Governo italiano che prevedono, tra le altre cose, il fatto di comparare la contraffazione ai crimini di stampo mafioso, offrendo quindi allo Stato strumenti di contrapposizione come azioni sotto copertura e acquisti simulati, esattamente come si avviene nelle operazioni antidroga. Grande attenzione ha destato anche l’intervento di Giuseppe Ambrosio, Capo Dipartimento delle Politiche di Sviluppo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. “Nel mercato attuale la vera carta vincente è rappresentata proprio dalla qualità del prodotto - ha commentato Ambrosio - E lo Stato deve essere il primo garante della qualità dei propri prodotti”. Proprio per questo Ambrosio ha spiegato, a un pubblico attento composto anche da molti rappresentanti della stampa russa, il sistema di classificazione dei vini italiani e le misure di controllo a garanzia della qualità. Sugli organismi di controllo si è incentrato anche l’intervento di Antonio Consolino, della Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione del Ministero della Salute. Molto pratico e apprezzato è stato l’intervento di Maurizio Montemagno, delle Dogane Italiane. “Non tutti sanno - ha precisato il tecnico - che il nostro Paese è all’avanguardia nel settore dei controlli doganali. Sistemi come il Falstaff, ad esempio, costituiscono un fondamentale punto di riferimento per le autorità doganali di tutta Europa. E siamo ovviamente a disposizione degli amici russi per aiutarli a debellare la piaga dell’ingresso dei vini sofisticati che tanti problemi ha creato, e sta creando, da queste parti”. Un aiuto reale, quindi, che nei prossimi mesi si concretizzerà con dei corsi di formazione e con la possibilità, per le autorità russe, di rivolgersi alla sede moscovita della Promex per avviare ogni tipo di contatto con il nostro Paese. “Cosa che stiamo facendo già da oltre un anno - ha puntualizzato Paragul’gov O. D. , Presidente della Suar - trovando sempre puntuali risposte ai nostri problemi. In un clima di grande collaborazione e di reciproca stima”. Un rapporto sempre più stretto e, come ci spiega ancora d’Errico, di duplice valenza. “Ovviamente la nostra collaborazione ha posto in primo piano anche la produzione vitivinicola italiana. Le nostre etichette, infatti, vengono sempre più apprezzate dai Russi e la distribuzione sta conoscendo un momento di grandissima espansione. In questo modo, aiutando le autorità russe, stiamo anche aiutando le nostre Aziende a crescere su un mercato di notevolissimo interesse”. E i numeri sembrano suffragare le parole del Direttore della Promex. Rispetto al 2006 l’export di vini italiani in Russia è raddoppiato, passando dai circa 8 milioni di euro del 2006 agli oltre 17 milioni del 2007. Del resto, con il mercato della vodka in lieve flessione e quello della birra in caduta libera, è il vino a salire di posizioni, specie quello di qualità e in particolare il rosso (60% dell’import). Con un consumo in costante crescita (attualmente ci si attesta sui 7 litri annui) e il blocco dalle importazioni dalla Georgia (quelle con la Moldavia si sono appena riaperte), il mercato russo diventa davvero un importante riferimento per tutti i produttori italiani. .  
   
 

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