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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Novembre 2007
 
   
  UN NUOVO MODELLO INTERPRETATIVO PER IL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE

 
   
  Con 22 miliardi di euro l´agroalimentare si conferma uno dei settori più importanti per l´export italiano, rappresentando il 6,7% del totale delle relazioni commerciali del nostro Paese (+14,6% rispetto al 2002). I cibi nostrani risultano sempre più apprezzati nel mondo e attorno al marchio “Made in Italy” si è sviluppato un ampio dibattito e un diffuso consenso. Al tempo stesso c’è però grande confusione su questo concetto poiché manca una definizione univoca di Made in Italy. Per portare un contributo di chiarezza Nomisma ha definito un’innovativa metodologia di analisi e un paradigma interpretativo. Cinque i parametri messi in campo: l´origine, il differenziale di prezzo all´export, la specializzazione produttiva, la diffusione nel mondo dell’agroalimentare italiano, le imitazioni dei nostri prodotti. In base a questa nuova unità di misura Nomisma ha quindi messo alla prova i nostri prodotti nello stesso periodo. Il risultato è incoraggiante: nonostante il forte apprezzamento della moneta europea e il contemporaneo inasprimento della concorrenza internazionale, tra il 2002 e il 2006 tutte le 5 declinazioni di Made in Italy sono risultate in crescita. Le “Prospettive di sviluppo del Made in Italy nel settore agroalimentare” sono state analizzate da Nomisma in uno studio commissionato da Veronafiere e presentato ad Agrifood nelle scorse settimane. .  
   
 

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