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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Novembre 2007
 
   
  TEATRO ARSENALE: LA CANTATRICE CALVA & C. DUE PEZZI DI EUGÈNE IONESCO 29 NOVEMBRE – 19 DICEMBRE 2007

 
   
   Milano, 28 novembre 2007 - Nel cinquantenario dello storico successo parigino, torna al Teatro Arsenale l’opera più celebre di Eugène Ionesco, nella versione tradotta e diretta da Marina Spreafico che ha registrato per diverse sere il tutto esaurito nella passata stagione. La commedia venne rappresentata per la prima volta nel maggio 1950: dopo appena venticinque repliche, dovette chiudere per cronica mancanza di spettatori. Nel 1957 fu coraggiosamente ripresa a Parigi dal Théâtre de la Huchette, una delle sale più piccole della città. Da allora è stata rappresentata senza interruzione in tutto il mondo, diventando ad oggi uno dei testi più noti del teatro del novecento. Lo stesso Théâtre de la Huchette lo replica ininterrottamente da quella sera lontana di 50 anni fa, arrivando a superare ad oggi le 16000 repliche. Come egli stesso ci dice, nel 1948 lonesco cominciò a studiare l´inglese seguendo il metodo Assimil. Il manuale ricorreva a dei tipici inglesi che dialogavano servendosi di brevi frasi ed espressioni idiomatiche inserite in una rete di strutture grammaticali. “Fin dalla terza lezione venivano messi l´uno di fronte all´altro due personaggi: il signore e la signora Smith, una coppia di inglesi. Con mia grande sorpresa, la signora Smith informava il marito che essi avevano molti figli, che abitavano nei dintorni di Londra, che il loro nome era Smith, che avevano una domestica, Mary, pure inglese, che avevano, da vent´anni, certi amici di nome Martin. A questo punto ebbi un´illuminazione. Non si trattava più per me di perfezionare la conoscenza della lingua inglese. La mia ambizione era diventata più grande: comunicare ai miei contemporanei le verità essenziali di cui il manuale di conversazione franco-inglese m´aveva reso cosciente. ”. Ad introdurlo viene qui presentato un pezzo meno noto di Ionesco: La ragazza da marito, nel quale viene riproposto lo stesso modello della Cantatrice calva. Il testo - una conversazione esilarante – si regge infatti interamente su una serie di cliché: di pensiero, di comportamento, di linguaggio, colati nello stampo del ragionamento analogico. «Il teatro di Ionesco - spiega la regista - è stato definito ‘teatro dell’assurdo’ con un’etichetta che ha avuto straordinaria fortuna. Personalmente non ho mai trovato in Ionesco nulla di assurdo, se assurdo significa “contrario alla logica del pensiero, ‘inconseguente’ fino ad essere incomprensibile, inattuabile, incredibile. ”. Al contrario, il teatro di Ionesco è perfettamente logico e conseguente. L’apparente insensatezza delle sue commedie e situazioni è solo la maschera dietro la quale si cela una lucida e luminosa analisi della vita umana e dell’appena trascorso mondo del secondo ‘900». Con questo spettacolo Marina Spreafico affronta per la terza volta Ionesco, dopo Che inenarrabile casino! (1996) e Il gioco dell’epidemia (2002). La cantatrice calva - La ragazza da marito; traduzione, ideazione e regia Marina Spreafico con Maria Eugenia D’aquino, Annig Raimondi, Marino Campanaro, Mario Ficarazzo (in alternanza con Patrizio Belloli e Luca Fusi), Riccardo Magherini, Serena Marrone; spazio scenico Massimo Scheurer; oggetti Ambra Rinaldo; costumi Maria Eugenia D’aquino; sonorizzazione musicale Walter Prati; disegno luci Fulvio Michelazzi; produzione Teatro Arsenale. .  
   
 

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