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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Novembre 2007
 
   
  INVENTATA A PAVIA UNA NUOVA GENERAZIONE DI PINZE OTTICHE IL METODO È STATO BREVETTATO DALL’UNIVERSITÀ DI PAVIA. GLI ESITI DELLA RICERCA PUBBLICATI SU “NATURE PHOTONICS”

 
   
   Pavia, 29 novembre 2007 - La possibilità di intrappolare e manipolare oggetti, pur mantenendosi a distanza da essi e senza alcun contatto fisico è già oggi possibile e in futuro, grazie al lavoro di un team di giovani ricercatori italiani, questa tecnologia potrebbe essere diffusamente applicata in diversi settori della ricerca biomedica e della ricerca fisica di base. Gli esiti della ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Pavia - Ilaria Cristiani, Paolo Minzioni e Francesca Bragheri – e dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro - Carlo Liberale, Francesco De Angelis ed Enzo Di Fabrizio - sono stati pubblicati il 25 novembre nella versione elettronica di “Nature Photonics”, nell’articolo “Miniaturized all-fibre probe for three-dimensional optical trapping and manipulation”. Le così dette “pinze ottiche” permettono di intrappolare e manipolare particelle di dimensioni comprese tra il miliardesimo ed il milionesimo di metro (da 1nanometro a 1micron) senza alcun contatto fisico con la particella stessa, bensì sfruttando le forze esercitate da una radiazione laser fortemente focalizzata. Nell’ultimo decennio, la possibilità di manipolare in modo non invasivo singole cellule o addirittura singole molecole, ha aperto nuovi orizzonti di ricerca. Solitamente le pinze ottiche sono realizzate tramite strutture costose, ingombranti e complesse, composte da un microscopio, all’interno del quale è inserita una sorgente laser, il cui fascio viene fortemente focalizzato tramite un obiettivo. “Il risultato dell’articolo appena uscito- spiega Ilaria Cristiani del Laboratorio di Elettronica Quantistica dell’Università di Pavia - consiste nella dimostrazione di pinze ottiche in cui la radiazione laser viene guidata e manipolata tramite una fibra ottica. In questo modo il sistema che si ottiene, anziché ingombrante come un microscopio, risulta essere miniaturizzato, versatile e facilmente utilizzabile ovunque vi sia uno spazio sufficiente a portare una fibra ottica. I vantaggi che una simile tecnica potrebbe portare nei settori della biologia e della medicina sono innumerevoli, e spaziano dalla possibilità di effettuare semplici test diagnostici su singole cellule, fino alla possibilità di intrappolare, analizzare e manipolare particelle di varie dimensioni direttamente all’interno del corpo di un paziente, tramite una semplice fibra ottica, ben più sottile di un comune ago da siringa. ” L’elemento chiave del nuovo strumento, si basa su una idea innovativa, realizzabile tramite un raffinato processo nanotecnologico, sviluppata presso l’Università degli Studi di Pavia da tre giovani scienziati e quindi brevettata dall’Università di Pavia (I. Cristiani, C. Liberale, P. Minzioni, Domanda di brevetto europeo Pct/ep/2007/056798). La progettazione e le prime fasi di fabbricazione sono state realizzate presso il Laboratorio di Elettronica Quantistica dell’Università di Pavia, mentre la lavorazione finale della fibra ottica è stata svolta congiuntamente dal personale delle due università presso il laboratorio Bionem dell’Università della Magna Graecia tramite l’utilizzo di nanotecnologie. Il progetto è stato finanziato dal Cnism (Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze della materia). Lo scopo finale del progetto è ancora più ambizioso e prevede di realizzare una sonda che permetta allo stesso tempo di intrappolare, manipolare e analizzare i campioni sotto esame. Una prima dimostrazione di tale possibilità è già descritta nell’articolo. .  
   
 

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