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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Novembre 2007
 
   
  UNIONCAMERE – INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI DA 16 A 31 MILIARDI DI EURO.

 
   
  Roma, 29 novembre 2007 - L’italia raddoppia, tra il 2005 ed il 2006, la propria capacità di attrarre investimenti diretti esteri, la metà dei quali provenienti dai 55 Paesi in cui hanno sede le Camere di commercio miste ed estere in Italia. Ma scende sotto il 15° posto nella classifica internazionale dei destinatari di Ide, preceduta da paesi nostri competitor come Spagna, Irlanda e Belgio. E’ quanto è emerso nel corso del Ii Forum delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia, svoltosi a Roma. Proprio lo sviluppo dei rapporti con i paesi in cui si muovono le Camere miste ed estere in Italia, il potenziamento della collaborazione con il sistema camerale italiano ed il ruolo specifico che queste associazioni di imprese possono ritagliarsi per sostenere il sistema pubblico nello sforzo di attrazione degli investimenti esteri nel nostro paese, sono l’oggetto dell’incontro. “Basta con la polverizzazione degli interventi di promozione all’estero”, ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello nell’ambito del Forum delle Camere di commercio miste ed estere in Italia. “Vista la disponibilità mostrata dal Ministro Bonino, propongo di realizzare un tavolo di confronto tra Ministero, Unioncamere e tutti i soggetti istituzionali che si occupano di internazionalizzazione. E’ necessario infatti mettere a fattor comune competenze e risorse e operare in stretta collaborazione per sostenere e valorizzare le capacità produttive e le energie imprenditoriali italiane. Il nostro particolare modello di sviluppo, basato su un ampio tessuto di piccole e medie imprese che lavorano insieme, sta mostrando di possedere le capacità per affermarsi a livello mondiale ma, per poterlo fare ancora di più, ha bisogno delle reti istituzionali di supporto sui mercati internazionali”. Le Camere miste ed estere in Italia - associazioni di imprese italiane ed estere che hanno la sede principale in Italia e collegamenti con i diversi Paesi di riferimento – riconosciute dal Ministero del Commercio Internazionale ed iscritte alla Sezione dell’Albo, gestita da Unioncamere, attualmente sono 28 e dispongono di un bilancio complessivo di 9,5 milioni di euro. Queste associazioni sono impegnate nello sviluppo di relazioni economiche tra l’Italia e un ampio numero di Paesi appartenenti alla stessa area geografica. Nel complesso, le Camere miste sono in grado di offrire servizi per l’internazionalizzazione in 55 Paesi del mondo ad oltre 6. 000 associati, italiani ed esteri. La maggior parte di esse sono Camere bilaterali - 23 - a cui si affiancano 5 Camere regionali, dedicate a sviluppare le relazioni economiche tra il nostro paese e un ampio numero di paesi appartenenti alla stessa area geografica. Le Camere di commercio miste contribuiscono con proprie risorse allo sviluppo delle relazioni economiche dell´Italia con alcuni paesi fondamentali e che in alcuni casi hanno avviato, in associazione con gli organismi camerali locali, iniziative a valenza strategica come, ad esempio, la costituzione di Camere arbitrali e conciliative in paesi prioritari come Cina e Russia, per dirimere in tempi rapidi le controversie commerciali e creare un ambiente favorevole al commercio e agli investimenti italiani nel paese. Le Camere miste non ricevono finanziamenti pubblici a fondo perduto, ma hanno accesso ai fondi messi a disposizione dalla L. 1083/54, per ottenere i quali debbono presentare al Ministero per il Commercio Internazionale progetti finalizzati a sostenere azioni di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Nel 2006, i progetti realizzati hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 813. 000 euro, cofinanziati al 30% dal Ministero del commercio internazionale. L’impegno delle Camere miste ed estere in Italia per l’attrazione degli investimenti esteri sta, del resto, aumentando. Tra gli esempi specifici, l’iniziativa della American Chamber of commerce in Italy, che ha realizzato nel marzo 2007 una conferenza sugli investimenti finanziari dall´estero (Private equity) in collaborazione con la fondazione italo-americana Niaf e la Camera di commercio di Milano e che ha destato l’interesse del Governo; la Camera di commercio Italo-cinese ha invece avanzato al Ministero dell´economia cinese la proposta di svolgere il ruolo di "sportello unico" con banca Intesa/san Paolo per favorire investimenti cinesi in Italia; la Chambre Francaise de commerce et d´industie in Italia sta lanciando uno studio con l´Agenzia degli investimenti esteri francese per analizzare l´esperienza degli investitori bilaterali e per poter presentare ai rispettivi governi la percezione e le proposte per dare avvio agli investimenti; la British Chamber of commerce for italy insieme con la Camera di commercio italiana in Gran Bretagna, sta realizzando una mappatura dettagliata degli investimenti italiani nel Regno Unito e di quelli britannici in Italia. Il peso crescente degli investimenti esteri in Italia proviene da 5 paesi: Paesi Bassi, che si confermano anche nel 2006 il principale investitore in Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Usa. Da segnalare il fatto che la Germania, che pure rappresenta il primo mercato di riferimento delle esportazioni e delle importazioni italiane, e che nel 2005 occupava la quarta posizione come investitore in Italia, scompare dalle prime 20 posizioni. Riguardo agli altri paesi rappresentati dalle Camere Miste, è interessante osservare la crescente importanza del Brasile, di alcuni paesi produttori di petrolio, degli investimenti “di ritorno” provenienti dalla Polonia e da altri paesi dell’est Europa. Sebbene siano flussi ancora poco significativi in termini assoluti, essi segnalano la crescente importanza di aree del mondo diverse da quelle tradizionali e nelle quali le Camere Miste sono pronte ad operare per sostenere la crescita dei flussi di investimento diretti verso il nostro paese. Gli investimenti italiani all’estero, rimasti pressoché stabili tra 2005 e 2006 a poco meno di 34 miliardi di euro (dopo il raddoppio registrato tra il 2004 ed il 2005), sono stati diretti invece in prevalenza verso i Paesi Bassi, Bahama, Stati Uniti e Polonia. Anche in questo caso, la Germania, nel 2005 in cima alla classifica, perde posizioni, finendo lo scorso anno al settimo posto. .  
   
 

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