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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Novembre 2007
 
   
  BIENNALE DI VENEZIA. ESPERTI A CONSULTO SUL SUO FUTURO

 
   
   Venezia, 29 novembre 2007 - La Biennale di Venezia, istituzione ultracentenaria, nel suo attuale assetto (Arti visive, Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro, Archivio storico) è in grado di rappresentare la complessità e l’intreccio del contemporaneo? E come può cambiare? Sono alcune delle domande di fondo a cui hanno cercato di dare risposta i colloqui internazionali che per due giornate hanno tenuto banco a Venezia per iniziativa della Regione, del Comune e di Confindustria all’insegna dello slogan “Una nave pirata per immaginare la Biennale del terzo secolo, 1895-2997”. Esperti nazionali ed europei sono intervenuti, offrendo il loro apporto di idee al dibattito sul futuro dell’ente culturale veneziano. Ieri, ad esempio, hanno parlato Vasif Kortoun della Biennale di Istabul e Bertram Schultze dello Spinnerei di Lipsia. Oggi il dibattito è ripreso facendo registrare altri contributi, tra cui quelli di Francesco Borga direttore di Confindustria Veneto, Jochen Sandig, Maurizio Scaparro, Angela Vettese, Marco Muller, Philip Rylands. Il prof. Pierluigi Sacco che ha fatto da coordinatore dei colloqui, ha evidenziato alcuni dei punti emersi durante i lavori odierni. Anzitutto la forte e diffusa sensazione della necessità di risvegliare la città e la Biennale da una sorta di “torpore progettuale”per produrre un deciso “salto di qualità, anche se non mancano le iniziative. Un altro aspetto proposto dagli interventi è la sensazione che nel panorama italiano non si sia in grado di superare certi livelli di qualità, confermando quindi l’esigenza di lavorare alla crescita di istituzioni culturali capaci di confrontarsi con quelle internazionali. Per la Biennale, inoltre, tutti si trovano d’accordo che sia necessario dar vita ad una programmazione culturale che duri tutto l’anno e non a “intermittenza” e neppure legata solo ai luoghi classici, ma con aperture al territorio. Scrollarsi di dosso una certa “ruggine mentale” potrebbe inoltre favorire la creazione di progetti culturali assolutamente in grado di sostenersi anche dal punto di vista economico, com’è avvenuto ad esempio per alcune significative esperienze in Germania e in altre realtà. I suggerimenti hanno riguardato anche le possibilità di “contaminazione” fra settori e, nell’ambito dell’interdisciplinarietà, la sperimentazione di nuove forme di interazione da un lato e di utilizzo degli spazi dall’altro. Infine, Sacco ha fatto rilevare come sia emersa l’esigenza che la Biennale abbia una maggior presenza istituzionale in città e sia riconoscibile al primo posto per quanto riguarda l’offerta culturale. La Biennale di Venezia, tra l’altro, può essere considerata l’unica realtà che l’Italia ha per quanto riguarda il contemporaneo. Proprio per accentuare il richiamo ad una nuova “mission” più aperta all’internazionalità, Jochen Sandig ha proposto che, se dopo di questo ci sarà un altro momento di riflessione sulla Biennale, sia portato a Berlino. .  
   
 

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