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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Giugno 2006
 
   
  LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI, GOLDEN SHARE: L’ITALIA È DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA RIGUARDO AI POTERI SPECIALI NELLE SOCIETÀ PRIVATIZZATE

 
   
   Bruxelles, 29 giugno 2006 - La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea in quanto ritiene che alcune disposizioni della normativa italiana riguardanti gli investimenti nelle società privatizzate costituiscono restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali e al diritto di stabilimento, in violazione delle norme del trattato Ce (articoli 56 e 43). La decisione della Commissione riguarda la legge sulla privatizzazione 30 luglio 1994, n. 474, modificata dalla legge 24 dicembre 2003, n. 350, che sostituisce il regime di previa autorizzazione, il quale secondo la Corte di giustizia europea viola le norme del trattato Ce (causa C-58/99), con il diritto di opposizione, meno restrittivo. Questa legge limita l’uso dei poteri speciali ai casi in cui sarebbero minacciati gli interessi vitali dello Stato e viene attuata dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 giugno 2004, che identifica i criteri per il loro esercizio. I poteri speciali in questione sono già stati introdotti nelle società privatizzate, come Telecom Italia, Eni ed Enel. Il trattato consente eccezioni per ragioni di ordine pubblico, sicurezza pubblica, salute pubblica e difesa; pertanto l’obiettivo di proteggere alcune attività economiche può essere accettabile in casi specifici. La Commissione giudica però eccessivo l’uso dei poteri speciali previsti dalla normativa italiana per raggiungere tali obiettivi. Ritiene che i criteri per l’esercizio di questi poteri sono vaghi e di portata indeterminata e pertanto danno alle autorità ampi poteri discrezionali nel giudicare i rischi per gli interessi vitali dello Stato. Ritiene inoltre che le preoccupazioni d’interesse pubblico (vale a dire garantire la fornitura di alcuni servizi d’interesse generale) avrebbero potuto essere prese in considerazione mediante disposizioni alternative meno restrittive. La risposta delle autorità italiane al parere motivato della Commissione (Ip/05/1270) era stata inviata nel dicembre 2005. La Commissione ritiene che le argomentazioni italiane a difesa della legge sono insoddisfacenti alla luce della pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia e che i poteri speciali previsti dalla legge italiana limitano indebitamente le libertà di circolazione dei capitali e di stabilimento garantite rispettivamente dagli articoli 56 e 43 del trattato. Pertanto ha deferito il caso alla Corte. Le ultime notizie sulle procedure d’infrazione riguardanti tutti gli Stati membri sono disponibili al seguente indirizzo: http://europa. Eu. Int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en. Htm .  
   
 

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