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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Dicembre 2007
 
   
  LETTERA DEL MINISTRO PADOA-SCHIOPPA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ECOFIN FERNANDO TEIXEIRA DOS SANTOS

 
   
   Roma, 4 dicembre 2007 – Di seguito il testo della Lettera del Ministro Padoa-schioppa al Presidente del Consiglio Ecofin: Mr. Fernando Teixelra dos Santos Presidente, Consiglio Ecofin, Rue de la Loi, 175, Bruxelles. Signor Presidente, il Consiglio Ecofin del 4 dicembre prossimo è chiamato a valutare - sette anni dopo l´approvazione del rapporto Lamfalussy - se nuovi passi si rendano necessari per dotare il sistema finanziario europeo nascente di un adeguato sistema di regolamentazione e vigilanza. La mia valutazione, fondata sull´esperienza di molti armi e sull´osservazione dei fatti, è che nuovi passi sono ormai necessari e urgenti e che essi possono essere compiuti sulla base del trattato vigente. La recente turbolenza finanziaria ha rappresentato un importante banco di prova. In materia di regolamentazione i comitati di terzo livello, la Commissione e l´Ecofin hanno risposto positivamente, individuando aree dove occorre condurre nuove analisi e considerare possibili aggiustamenti. In campo monetario, la Bce ha saputo prendere decisioni difficili e rapide, pur in mancanza di informazioni di vigilanza sullo stato di salute delle proprie controparti, informazioni che solitamente una banca centrale possiede. La funzione di vigilanza è apparsa, invece, del tutto assente a livello europeo. Mentre nel mercato interbancario era in corso una crisi seria scaturita dalla carenza di informazione sulla reale dimensione e sulla distribuzione dei rischi derivanti dalle esposizioni ai mutui sub-prime, non è emerso che le autorità di vigilanza abbiano coordinato in alcun modo le loro analisi della situazione, né abbiano condiviso Ie informazioni confidenziali sulle posizioni di istituzioni e gruppi finanziari per valutare in maniera integrata i rischi per il sistema finanziario europeo. Il severo giudizio espresso dal Fondo Monetario Internazionale nello scorso giugno è parso confermato: in situazioni di crisi le autorità di vigilanza tendono ad agire su scala nazionale e a limitare al minimo indispensabile la condivisione di informazioni rilevanti. Dobbiamo riconoscere che, nonostante gli indiscutibili miglioramenti, il sistema attuale sta rispondendo in maniera troppo lenta e parziale alle sfide di un mercato ormai largamente integrato. Si sono sviluppati principi comuni, ma la convergenza nelle pratiche quotidiane di vigilanza rimane limitata: un gruppo bancario operante in dieci paesi deve soddisfare dieci diversi sistemi di reporting e molti diversi capita! requirements, anche se tutti questi promanano dalle stesse direttive europee. Sono state create strutture e accordi per il coordinamento tra autorità, ma i processi per la supervisione di operatori transnazionali rimangono estremamente complessi e onerosi. Il sistema di accordi volontari non pare in grado di assicurare un adeguato coordinamento dell´azione di vigilanza nei momenti di crisi. Di più, l´integrazione dei mercati sta portando a una più intensa concorrenza tra ordinamenti. Piazze finanziarie locali e intermediari sempre più grandi e influenti premono sulle autorità nazionali per ottenere trattamenti preferenziali nell´ambito dell´ampio spettro di soluzioni lasciate aperte dalla legislazione comunitaria e dagli standards di terzo livello. Da questa situazione derivano due conseguenze molto negative: costo eccessivo della regolamentazione con conseguente perdita di competitività per l´industria finanziaria europea; insufficiente salvaguardia della stabilità finanziaria e tutela degli investitori. Un significativo rafforzamento delle strutture europee di vigilanza è ormai necessario e urgente per rispondere alla sfida della integrazione finanziaria europea. Ciò è vero per l´area del mercato unico e ancor più per l´area dell´euro, dove il sistema finanziario opera con un unico sistema dei pagamenti, una sola fonte di liquidità primaria, un solo prestatore di ultima istanza. È responsabilità di noi ministri riconoscere che tale rafforzamento è divenuto non più differibile e dare l´impulso necessario perché esso avvenga. Il rafforzamento dovrebbe puntare a due obiettivi: I un single European rulebook, con regole e standards di vigilanza che assicurino piena uguaglianza di trattamento su tutto il Mercato Unico e risparmi di costi per le istituzioni finanziarie; Ii una vigilanza integrata dei gruppi transnazionali attraverso a) piena condivisione delle informazioni e b) rafforzamento delle funzioni del collegio dei supervisori e, al suo interno, del ruolo del coordinatore (lead supervisor). Il primo punto (single rulebook) richiede di limitare il Livello I dello schema Lamfalussy a pochi principi di natura generale e di sviluppare iI Livello 2 attraverso regolamentazioni tecniche predisposte dai Comitati di Livello 3. Tali regolamentazioni devono tradursi in un singolo rulebook da applicare in modo uniforme nell´intera Unione europea. Al Livello 3 potrebbe essere assegnato il compito di elaborare standards comuni e direttamente applicabili, ad esempio realizzando un sistema di supervisory reporting unificato. Un gruppo bancario operante in più paesi deve potere organizzare reporting e compliance in modo del tutto integrato, con notevole risparmio di costi e di efficacia della regolamentazione. Il secondo punto (vigilanza integrata dei gruppi transnazionali) richiede che i Comitati di Livello 3 raccolgano e condividano le rispettive informazioni, anche confidenziali, su istituzioni finanziarie che operano su scala transnazionale, assicurando un maggior coordinamento nella loro vigilanza ordinaria, oltre che nella gestione di eventuali situazioni di crisi. Ad esempio, un rafforzamento dei poteri dell´autorità di vigilanza consolidata potrebbe accompagnarsi a un maggiore coordinamento da parte dei Comitati di Livello 3 per assicurare parità di trattamento tra diversi gruppi. Sottolineo che i due obiettivi sopra indicati sono realizzabili sulla base del trattato esistente. Per conseguirli sono sufficienti un forte impulso politico da parte dei ministri europei e poche modifiche della normativa comunitaria. Essi non toglierebbero alle autorità nazionali la responsabilità ultima delle decisioni concernenti le istituzioni e i gruppi; ma imporrebbero uno scambio di informazioni e un grado di consultazione molto rafforzati. Il rafforzamento descritto, però, non può realizzarsi senza trasformare i comitati di terzo livello in organizzazioni in grado di adottare decisioni vincolanti assunte a maggioranza. Dotate di adeguate risorse finanziarie, di organi dirigenti stabili e staff sufficiente e di elevata qualità. Vanno individuati i modi migliori per realizzare questa trasformazione nei fatti. Per quanto mi riguarda non ho preclusioni circa le formule giuridiche e amministrative per raggiungere lo scopo. So che la trasformazione dei comitati di terzo livello in agenzie è controversa e che il modello di agenzia come oggi lo conosciamo potrebbe, secondo alcuni, essere inadatto alle attività di regolamentazione e vigilanza finanziaria. Tuttavia, non è chiaro perché strutture di agenzia siano in corso di introduzione nel campo delle telecomunicazioni e dell´energia, mentre non sarebbero idonee per i servizi finanziari. In ogni caso, la rilevanza della protezione del risparmio e della stabilità finanziaria suggerirebbe di disegnare una variante del modello di agenzia idonea a raggiungere gli obiettivi, anziché scartare a priori questa soluzione. A prescindere dalla scelta dello stato giuridico dei comitati di terzo livello, è essenziale che la legislazione comunitaria attribuisca loro poteri precisi, in aree ben specificate. Le considerazioni svolte in questa lettera mi inducono a proporre che nella prossima riunione del 4 dicembre il Consiglio decida di : adottare i due obiettivi suggeriti qui sopra esprimendoli esplicitamente nelle sue conclusioni in forma di indirizzo politico assegnato ai Comitati dei diversi livelli e fissando un calendario stringente per la loro realizzazione; incaricare un comitato di saggi, composto di personalità indipendenti di elevato livello. Di assistere la Commissione nella elaborazione, nel corso del 2008, di proposte concrete per il rafforzamento dei comitati di terzo livello e per la loro eventuale trasformazione in agenzie di coordinamento, con poteri di adottare decisioni specifiche e vincolanti in un numero limitato di aree. Signor Presidente, mentre mi riservo di formulare proposte circa il testo delle conclusioni finali del prossimo Consiglio Ecofin, La prego di proporre questa lettera - che invio ai colleghi anche in lingua inglese - alla discussione del Consiglio. Coi migliori saluti, Tommaso Padoa Schioppa .  
   
 

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