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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Dicembre 2007
 
   
  A 15 ANNI OFFRE FOTO OSÈ PER RICARICARE TELEFONINO, IL MOIGE: LA RETE NON È SICURA E IN ITALIA UNA SCUOLA SU CINQUE NON POSSIEDE I FILTRI PER IL WEB

 
   
  Roma, 4 dicembre 2007 - A seguito dell’episodio che ha interessato la ragazzina di 15 anni di Treviso, il Moige interviene sulla questione segnalando la generale mancanza di vigilanza sul fenomeno web. Maria Rita Munizzi: “Tutti, dai provider, alle aziende di software, alle scuole ai genitori, devono fare la loro parte, chi con i filtri tecnologici chi con una vigilanza, perché i nostri ragazzi siano protetti dai pericoli di internet. Una recente indagine Swg dice che una scuola su cinque in Italia non possiede i filtri per internet; è chiara la portata del problema e l’allarme che deve suscitare” Quello della ragazzina di 15 anni che ha offerto, via web, dal computer di una scuola del Friuli Venezia Giulia, la propria immagine osé in cambio di una ricarica di 25 euro per il telefonino, è solo l’ultimo degli episodi che ha riguardato il Friuli Venezia Giulia, scoperto dalla Polizia postale di Udine. Il fenomeno però riguarda l’Italia intera, e oggi il Moige-movimento italiano genitori- è tornato sulla questione, già affrontata nel corso di una recente campagna nazionale dal titolo Web Sicuro. “Internet fa parte della vita dei nostri figli – dice Maria Rita Munizzi, presidente del Moige – è quasi lo specchio del mondo in cui vivono. Un mondo con cose belle ma anche insidie, come pornografia e dalla pedofilia. Non possiamo vietare ai bambini di usare la Rete ma dobbiamo insegnar loro come evitare o affrontare i pericoli”. La necessità di informare bambini, genitori ed insegnanti sui rischi del web e sulle possibilità di proteggersi da ‘cattivi incontri’ è confermata dai risultati di due indagini svolte dalla società di sondaggi Swg. Su un campione di 5. 000 genitori con figli tra 11 e 14 anni il 93% naviga in rete ma più della metà sottovaluta i rischi per i minori. Il 40% è infatti ‘poco preoccupato’ e il 24% lascia che i figli ne facciano uso senza controllo. Emerge inoltre che nel 25% dei casi il Pc si trova nella stanza dei ragazzi e in più di una famiglia su quattro (il 28% del campione) i computer non hanno software di parental control per bloccare l’accesso a siti potenzialmente inadatti ai ragazzi. Intanto i bimbi navigano, il 43% tutti i giorni, il 25% 2 – 3 volte a settimana e circa uno su quattro anche più volte al giorno, prevalentemente per cercare informazioni, ricevere o mandare mail o per scaricare musica e video. Internet è diffuso anche nelle scuole: secondo l’indagine dalla Swg, svolta su un campione di 650 insegnanti delle scuole medie, nell’11% degli istituti c’è addirittura la possibilità di connettersi sia da un laboratorio apposito che dall’aula. Il collegamento avviene mediamente 1,3 volte a settimana, con frequenza maggiore (1,7 volte) nelle isole e per una durata media settimanale di 44,9 minuti, che diventano 82,1 nelle isole. Ciò nonostante solo il 36% dei docenti ha seguito corsi di approfondimento sui rischi del web e, in media, il 64% degli insegnanti, con punte fino al 71% nel sud, non ha seguito corsi specifici sui rischi del web. Le maggiori preoccupazioni per i docenti sono che gli studenti navighino su siti con contenuti inadatti (79% del campione) o che prendano virus informatici (29%); ma con forti differenze territoriali. Se al sud e al centro c’è un picco di preoccupazione riguardo ai contenuti (80% e 82%), nelle isole ci si preoccupa molto dei virus (39%), al nord ovest per la pubblicazione di dati sensibili (15% contro una media nazionale del 12%) e al nord est spicca la preoccupazione che i ragazzi possano partecipare ai giochi d’azzardo (10% del campione contro 6% della media nazionale). Nonostante questo più di 1 Pc su 5 nelle scuole medie non è dotato di sistemi di filtraggio, con picchi che variano dal 25 al 31% a sud e nelle isole. .  
   
 

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