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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Dicembre 2007
 
   
  AFRICA: PER UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA CON UN PICCOLO AIUTO DALL´EUROPA

 
   
  Bruxelles, 4 dicembre 2007 - «Il mondo ha visto con i propri occhi come la scienza e la tecnologia hanno reso possibile lo sviluppo economico e la crescita», ha dichiarato il 29 novembre a Bruxelles Abdoulie Janneh, sottosegretario generale dell´Onu e segretario esecutivo della commissione economica per l´Africa. Adesso l´Africa vuole la stessa cosa ed è pronta ad abbracciare la scienza grazie a un partenariato con l´Europa. Il messaggio è stato lanciato da Janneh in occasione di un´audizione sul tema Scienza con l´Africa tenutasi al Parlamento europeo. L´audizione si è svolta in un momento in cui si assiste al progressivo accrescersi dell´importanza di tale tema: è imminente una risoluzione in tal senso dal Parlamento europeo, e per il mese di marzo è in programma una grande conferenza internazionale ad Addis Abeba in Etiopia. La conferenza di marzo sarà «un momento decisivo per l´Africa», secondo Janneh, che ha precisato al Notiziario Cordis che nessuna parte del mondo si è sviluppata senza la scienza e che ora l´Africa deve reperire le risorse da investire. Gli investitori africani più importanti nella ricerca, ha precisato il sottosegretario generale dell´Onu, sono il Sudafrica e l´Egitto, che devolvono rispettivamente lo 0,4% e lo 0,3% del loro Pil alla ricerca, mentre parte dei finanziamenti aggiuntivi sarà erogata dai fondi di sviluppo e un´altra parte dal settore privato ed ha aggiunto che l´equilibrio ottimale sarà oggetto di discussione ad Addis Abeba in marzo. Scopo dell´audizione parlamentare era contribuire alle discussioni sui meccanismi che potrebbero essere utilizzati per migliorare l´accesso delle istituzioni con sede in Africa a progetti di ricerca e sviluppo (R&s) collaborativi e internazionali. Janneh ha accolto con favore l´iniziativa e la buona volontà che ritiene sia stata manifestata. Ora però è giunto il momento di concretizzare l´impegno evidente in Europa e Africa e di andare al di là delle parole, ha dichiarato. L´europarlamentare Pilar del Castillo Vera, che ha presieduto l´audizione, ha espresso il proprio consenso. Deve essere progettato un modello pratico che possa riunire insieme gli scienziati africani ed europei, ha affermato. «Il prossimo passo deve essere veramente l´azione». A livello istituzionale sono già in programma due nuove iniziative. La Commissione europea invierà una seconda delegazione ad Addis Abeba, per concentrarsi sul lavoro inerente all´Unione africana. Verrà inoltre inaugurato un ufficio Scienza con l´Africa, per agevolare i rapporti tra scienziati europei ed africani. L´europarlamentare polacco Jerzy Buzek ha definito la prossima conferenza di Addis Abeba come «l´avvio di Lisbona per l´Africa». Nell´ue, la strategia di Lisbona si pone come obiettivo rendere l´economia europea la più competitiva del mondo entro il 2010. Abbracciare la ricerca come mezzo per sviluppare un´economia della conoscenza è un percorso che l´Europa ha scelto di imboccare qualche tempo fa. Come sottolineato da Jorma Routti della finlandese Creative Industries Management, l´Europa si sta lasciando alle spalle un´economia della pesca e dell´agricoltura. Se l´Africa vuole seguire il medesimo percorso, deve assumersi la responsabilità di creare l´ambiente giusto e di introdurre le politiche adeguate. Tale processo è in verità già in corso, ha spiegato Aida Opoku-mensah, direttore della divisione tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) e scienza e tecnologia presso la commissione economica Onu per l´Africa. La cooperazione regionale è molto avanzata nella ricerca sull´agricoltura e si stanno incoraggiando altre collaborazioni e la creazione di reti. «Esistono aree limitate di competenze. Ma non è una situazione ottimale. Se ci sono quattro paesi leader in un determinato settore, vogliamo che collaborino con i paesi limitrofi. Sono pronti a farlo», ha dichiarato Opoku-mensah. Dopo tutto, gli scienziati sono persone molto razionali, ha aggiunto Janneh. «Siamo in una fase in cui ciò che è accaduto in passato negli altri paesi ci ispira e ci interessa. Ma non dobbiamo necessariamente seguire il loro sviluppo lineare», ha dichiarato Janneh. «Procediamo a balzi. La conoscenza c´è, è una questione di adattamento. » Routti ha dato un suggerimento aggiuntivo su come l´Africa può assumersi la responsabilità della creazione dell´ambiente giusto per un´economia della conoscenza. Se ogni paese africano avesse il proprio fondo di sviluppo, l´Ue e i singoli paesi potrebbero effettuare donazioni a tali fondi. I beneficiari potrebbero scegliere come spendere le risorse in linea con le loro priorità e circostanze, e i donatori potrebbero controllare il fondo. Tale modus operandi assicurerebbe la fiducia dei donatori nell´iniziativa e la continuità dei loro contributi. In occasione dell´audizione per l´Europa e l´Africa sono stati rivolti appelli ad abbandonare il rapporto donatore-beneficiario. Ma oggi un partenariato alla pari è possibile? La maggior parte dei partecipanti si è detta ottimista, ma è stata espressa anche un´opinione discordante. Patrice Cayre dell´Istituto francese per la ricerca e sviluppo (Ird) ha offerto il seguente punto di vista: «Le economie africane sono fragili. Non possono investire molto nella scienza. Non è e non può essere una priorità. Le capacità di ricerca sono troppo deboli per dare vita a un vero partenariato, che richiede la presenza di almeno due controparti. » Christa Janko, che ha riferito sulla propria esperienza presso la Scuola viennese di scienza clinica, è stata più ottimista: «Il partenariato funziona quando è animato da buone ragioni ed entrambe le parti sono motivate», ha affermato. Janneh ha riferito al Notiziario Cordis che tali partenariati non rischierebbero di ricreare una dipendenza africana dall´Europa puntualizzando che i partner africani verrebbero definiti dagli scienziati africani. Per ora, l´Africa sta perfezionando la propria diplomazia della scienza, per usare le parole di Janneh; infatti al continente «serve solo una rivoluzione della scienza». Per maggiori informazioni consultare: http://www. Sciencewithafrica. Com .  
   
 

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