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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Dicembre 2007
 
   
  CUNEO: CRISI SUINICOLA: CONFRONTO TRA CUNEO, MODENA, MANTOVA E BRESCIA

 
   
  Un incontro tecnico, alla presenza dei presidenti delle Camere di commercio di Cuneo, Modena, Mantova e Brescia e il coinvolgimento di amministratori regionali, provinciali e comunali, rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, delle associazioni di produttori e del consorzio salumi tipici (Consati) si è svolto sabato 1° dicembre alla Camera di commercio di Cuneo. Al centro dell’attenzione la grave e perdurante crisi che interessa il comparto suinicolo e sta costringendo gli allevatori a lavorare in perdita. Questo a causa del calo dei prezzi, ridottisi negli ultimi 5 anni del 15% e dell’aumento dei costi dei prodotti agricoli (grano, orzo, mais, crusca e farina di soia) cresciuti nello stesso periodo mediamente dell’85%. Di conseguenza, l’esborso richiesto per l’ingrasso dei suini pesanti (176 kg) è salito di 0,30-0,40 euro a chilogrammo rispetto alla cifra di 12 mesi fa, già considerevole, pari a 1,51 euro negli allevamenti a ciclo aperto e 1,29 in quelli a ciclo chiuso. A questo punto, visto che la quotazione attuale dei suini, sui mercati, supera di poco 1 euro e 25 a chilogrammo, è evidente la perdita per gli imprenditori del settore. Questo il quadro della situazione su cui si è innestato l’incontro promosso dall’ente camerale. “Il problema è gravissimo, in considerazione della dimensione raggiunta dal settore a livello nazionale, che a giugno 2007 conta oltre 9 milioni di capi, di cui l’80% in sole 4 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Nella provincia di Cuneo è concentrata la quasi totalità degli allevamenti suinicoli piemontesi (870. 000 capi su un totale regionale di 970. 000), con circa 850 aziende agricole, 760 delle quali legate al circuito delle Dop. La crisi sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di molte aziende e producendo la cessione a multinazionali con l’attivazione di rapporti di soccida. Ho voluto invitare i colleghi Bettoni di Brescia, Montanari per Mantova e Mantovani, al vertice della Cciaa di Modena - spiega il presidente dell’ente camerale cuneese, Ferruccio Dardanello - per delineare un quadro chiaro, scaturito dal confronto con due grandi aree di produzione e commercializzazione e per affrontare la questione legata alla attività delle borse merci”. Una criticità segnalata dagli operatori, in questo momento di crisi, è nell’attuale sistema di rilevazione dei prezzi, centrato sul ruolo delle Commissioni camerali operanti nelle principali piazze, che sembrerebbero riconoscere agli allevatori un peso troppo circoscritto. Riconsiderarne i regolamenti di determinazione del prezzo o affiancare ai vari listini - il cui valore e significato rimangono un tassello fondamentale sui mercati locali - i valori risultanti da reali transazioni effettuate, rilevabili per esempio attraverso il potenziamento della borsa telematica, consentirebbe di superare le aree “grigie” della determinazione del prezzo. Ma altre cause opprimono la suinicoltura. Tra queste, il rilevante volume delle importazioni, chiamate a coprire il 40 per cento dei consumi. In una situazione tanto complessa, si chiede che il consumatore venga messo in condizione di sapere se i salumi e il prosciutto che acquista sono confezionati con soggetti ingrassati in Italia o se la materia prima proviene dall’estero. A livello nazionale si è puntato molto negli ultimi anni sulla qualità della produzione, vincolando gli allevatori a disciplinari molto rigidi, che consentono l’accesso ai circuiti contrassegnati da marchi riconosciuti a livello europeo. In questo ambito la provincia di Cuneo si è sempre distinta per il forte impegno verso la qualità, non limitata alle dop, ma nello specifico ricercata anche per i “suini pesanti”, tipici della tradizione locale. Grava, inoltre, su tutta la filiera, una serie di normative ambientali e sanitarie, condivisibili, ma costose, sul trattamento dei reflui, l’adeguamento degli scarichi, la depurazione e lo smaltimento dei sottoprodotti. Le richieste dei produttori? Sono state espresse con chiarezza nel corso dell’incontro. Si auspica un intervento sulle commissioni per ottenere quotazioni credibili, modificando, eventualmente, il sistema di rilevazione; si chiede la creazione di un “osservatorio”, in modo che gli operatori siano costantemente informati; si propone il “mercato a termine”, basato su un accordo di cessione di una percentuale di capi, con cadenze temporali precise, al macellatore. Emerge quindi la necessità di rafforzare l’obbligo dell’indicazione dell’origine delle carni suine utilizzate per produrre salumi e ogni altro derivato presso il punto di vendita, di promozionare la filiera dei suini nazionali, con destinazione diversa dalla produzione dei prosciutti dop e di potenziare il “Consorzio gran suino padano”. Il prossimo appuntamento è previsto per metà gennaio alla borsa merci di Modena per formalizzare le ipotesi discusse. .  
   
 

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