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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Dicembre 2007
 
   
  TRIESTE CANDIDATA PER ISTITUTO EUROPEO TECNOLOGIA

 
   
   Trieste, 5 dicembre 2007 - Sarà Trieste la città candidata dall´Italia a ospitare una delle sedi del nuovo Istituto Europeo di Tecnologia, la cui struttura, che sarà di tipo diffuso sul territorio, è stata definita proprio nelle scorse settimane dalla Commissione europea. Ad annunciarlo è stato il presidente della Regione Riccardo Illy intervenendo ieri, alla Stazione marittima di Trieste, alla conferenza stampa finale della due giorni dei "Nobels colloquia". Illy ha precisato che a indicare Trieste è stato lo stesso ministro dell´Università e Ricerca Fabio Mussi. Nella conferenza stampa finale, Illy ha tratto un primo bilancio di due giorni "molto intensi", nel corso dei quali si sono confrontati, sul tema delle prospettive della globalizzazione, sei Premi Nobel per l´economia (Robert Engle, Erik Maskin, Robert Mundell, Edmund Phelps, Edward Prescott e Robert Solow), assieme ad altri economisti ed esperti di innovazione e management, in un serrato dialogo con il pubblico e in particolare con gli studenti. All´incontro con la stampa erano presenti anche l´economista francese Jean Paul Fitoussi, consigliere del presidente Nicolas Sarkozy, e Gianni Vescovo, ideatore dei "Nobels colloquia" e protagonista, assieme al presidente Illy, della decisione di spostare l´evento da Venezia a Trieste, con il concorso di numerose aziende regionali. Globalizzazione, sostenibilità dello sviluppo, svantaggi e vantaggi dell´Italia (e dell´Europa) nella competizione mondiale. Sono stati questi, secondo Illy, i temi attorno i quali si è sviluppata la discussione nel corso dei "Nobels colloquia". "Certo, vi sono ancora - ha sintetizzato Illy - alcuni residui impedimenti nella formazione di un mercato autenticamente globale, come dazi e contingenti, ma nella sostanza oggi vi è una stretta interdipendenza fra tutti i mercati. Ciò che succede in un Paese in via di sviluppo ha immediate conseguenze in un Paese sviluppato. Questo significa che i problemi non sono più gestibili in una logica di tipo nazionale". Il secondo problema emerso con forza nei "Nobels colloquia" è la sostenibilità ambientale dello sviluppo, per il quale - ha rilevato Illy - non c´è ancora una soluzione. Citando in particolare l´analisi di Robert Solow, il presidente ha ricordato che imporre ai Paesi più poveri di rispettare le norme di compatibilità ambientale messe a punto dai Paesi ricchi significa di fatto rallentare il loro sviluppo. "In questo modo la sostenibilità ambientale si collega strettamente alla sostenibilità sociale dello sviluppo, che costituisce un altro tema centrale", ha rilevato Illy. Ciò vale sia per quanto riguarda i problemi interni ai singoli Paesi, sia nei rapporti che si instaurano fra di essi. Una percentuale eccessiva di immigrati, come hanno dimostrato recentemente i casi francese e italiano, crea forti tensioni sociali. D´altra parte, i differenziali di reddito fra i Paesi determinano ulteriori tensioni insostenibili, proprio perché - nell´analisi del presidente - la globalizzazione non è solo economica ma anche sociale. "Dall´analisi dei Premi Nobel - ha osservato ancora Illy - è emerso un quadro migliore della situazione italiana rispetto alla opinione che ne abbiamo noi. Del resto, l´erba del vicino è sempre più verde. Abbiamo indubbiamente notevoli svantaggi competitivi, come il peso del debito pubblico, le elevate imposte sul reddito di impresa, gli scarsi investimenti in ricerca, le condizioni della nostra università". "Tuttavia, le riflessioni di questi due giorni - ha aggiunto - ci inducono a cogliere con maggiore consapevolezza le cose buone di cui disponiamo, come l´elevata qualità della vita, e a concentrarci su queste per sfruttare meglio le nostre opportunità". Infine, l´Europa. Illy ha sottolineato la necessità di far funzionare un vero mercato unico del lavoro all´interno dell´Unione europea e di liberalizzare con più coraggio i servizi interni, che spesso non sono esposti alla concorrenza e che risultano quindi inefficienti. "Solo aumentando la competizione interna saremo in grado - ha detto Illy - di affrontare in modo adeguato la competizione sul mercato globale, ricordando che oggi la concorrenza vera non si svolge fra Paesi europei, ma fra l´Europa da un lato e la Cina, l´India, gli Stati Uniti dall´altro". . .  
   
 

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