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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Dicembre 2007
 
   
  LIGURIA; PARI OPPORTUNITÀ, ASSESSORE BERRUTI: "APPROVATA LA LEGGE REGIONALE, PREVISTI FINANZIAMENTI PER LE BANCHE DEL TEMPO E NUOVI ORARI TERRITORIALI, AL VIA BILANCIO DI GENERE"

 
   
   Genova, 5 dicembre 2007 - Ridefinizione del piano territoriale degli orari per andare incontro alle esigenze delle donne, finanziamenti per la creazione delle banche del tempo in grado di favorire lo scambio di servizi di vicinato, introduzione dei patti territoriali di genere per fare accordi di lavoro e sui servizi sociali del territorio, introduzione degli assegni di servizio, una modalità di finanziamento dei servizi alla persona, introduzione delle sezioni di genere in tutti gli osservatori regionali per avere dati e informazioni dettagliate sulle questioni femminili, predisposizione di un bilancio di genere non solo in Regione, ma in tutti gli Enti locali liguri, adottare criteri di parità per le nomine di competenza regionale. Sono queste le novità più rilevanti introdotte dalla nuova legge regionale (approvata in Giunta venerdì scorso) sulle Pari Opportunità su proposta dell´assessore, Maria Bianca Berruti e presentata quest´oggi nel corso del convegno in corso alla sala del Munizioniere presso Palazzo Ducale organizzato dalla Regione Liguria dal titolo "Con le donne un nuovo futuro per tutti" dedicato ai differenti strumenti a favore delle politiche di genere avviati dalle Istituzioni a cui hanno partecipato tra le altre, la vicepresidente della Provincia di Genova, Marina Dondero, Maria Rosa Zerega, assessore comunale alle Politiche di genere e ai tempi della città, Pia Locatelli, parlamentare europea esponente della commissione diritti e pari opportunità. "Una legge quadro di cui c´era bisogno - sostiene l´assessore regionale all´Edilizia e alle Pari Opportunità, Maria Bianca Berruti - per portare avanti una serie di azioni complementari e segnare un punto di avvio per le Pari Opportunità che per loro natura rappresentano una questione trasversale ad una serie di politiche, da quelle di bilancio, a quelle inerenti il lavoro, dai servizi sociali, alla rappresentatività politica". Una legge che si pone cioè l´obiettivo di superare la settorialità dei differenti interventi regionali per introdurre azioni in grado di ridurre la differenza esistente tra uomini e donne. A cominciare dalla media dei redditi netti da lavoro percepiti dagli uomini in Liguria che in base ai dati Istat 2007 ammonta a 18. 552 euro all´anno a fronte di 13. 539 euro annui per le donne. Una discrepanza che vale anche per i redditi da pensione, in base all´Istat un uomo percepisce infatti in media ogni anno in Liguria 11. 548 euro a fronte degli 8. 330 percepiti dalle donne. Ma la differenza di trattamento si vede da subito, appena dopo la laurea, perché a tre anni di distanza su 100 laureati maggiore è il numero delle donne che cerca ancora lavoro (9,40%) a fronte di un numero più limitato di uomini 5,40% (dati Istat 2004). E la conferma della discriminazione viene anche dalla percentuale di laureati che svolgono un lavoro continuativo entro i tre anni dopo la laurea il 63,30% sono uomini e solo il 53,20% sono donne. E questo nonostante tra i giovani che abbandonano prematuramente gli studi il 17,10% su 100 sia rappresentato da uomini e il 15% da donne. Per non parlare poi della rappresentatività politica, in Liguria infatti su 233 sindaci ben 207 sono uomini e solo 26 donne e su un totale di 3. 387 amministratori di regione Province e Comuni solo 624 sono donne. "Il segnale che la Regione ha voluto dare con questa legge - continua l´assessore Berruti - è importante e si affianca anche ad una serie di iniziative rivolte alle donne particolarmente significative, come la legge contro la violenza e l´inserimento di una visione di parità all´interno di diverse leggi regionali come quella sul lavoro e sull´immigrazione". In particolare l´assessorato alle Pari Opportunità punta sul bilancio di genere che "rappresenta uno strumento indispensabile - sostiene l´assessore Berruti - per esercitare un´azione concreta di governo per ogni ambito di intervento". Un impegno dunque della Regione verso il bilancio di genere che nasce dalla consapevolezza che senza un adeguato strumento di analisi l´intervento legislativo non può esprimere appieno la sua forza. "In questo momento - continua l´assessore Berruti - la Liguria può contare su sperimentazioni di bilancio di genere concluse nei tre quarti delle proprie province, a cominciare dalla Provincia di Genova, dal Comune di Genova e di Sestri Levante, a cui si aggiungerà in primavera anche la Regione Liguria". Obiettivo del bilancio di genere è dunque quello di procedere ad un´analisi di contesto per definire i bisogni delle donne e degli uomini liguri, l´analisi di alcune leggi regionali, l´analisi delle attività regionali, indagando sull´utilizzo delle risorse e sulla gestione dei trasferimenti e l´impatto di genere sui destinatari, con una particolare attenzione alle politiche sociali, al social housing e al lavoro. Quindi l´analisi dell´organigramma regionale, sia per le cariche politiche elettive che per i dipendenti per mettere in risalto la coerenza tra le politiche di genere finalizzate al cittadino e le politiche interne di gestione del personale. "Non dimentichiamo - continua l´assessore Berruti - che la legge sulle Pari Opportunità nasce da una certa vulnerabilità del tessuto sociale che riguarda le famiglie dell´ex ceto medio, e pertanto dalla diffusione di un´instabilità come effetto delle dinamiche in atto nel mercato del lavoro". La presenza di un doppio reddito dunque contro i rischi di povertà, perché quando la donna è casalinga il rischio aumenta. "Purtroppo - continua l´assessore Berruti - l´uscita dal mondo del lavoro è una questione di donne, dopo i 30 anni le donne tendono ad uscire dal mercato del lavoro e a non rientrarvi più". Inoltre in Liguria esistono altri elementi di debolezza del contesto, come la presenza di anziani che situa la Liguria al primo posto in Italia, con un indice di vecchiaia nel 2005 di 242,5 a fronte di un indice italiano di 137,8 e del Nord Ovest di 242,5. "Una straordinaria presenza di anziani che trova risposta - aggiunge Berruti - non tanto nei servizi socio-assistenziali, quanto nel lavoro di cura svolto dalla parte femminile delle famiglie". E per quanto riguarda la rilevazione di eventuali discriminazioni la Regione attraverso l´assessorato alle Pari Opportunità si propone di partire dalla scuola per promuovere l´attenzione alla differenza di genere, e proseguire poi con la comunicazione istituzionale attraverso il Corecom, organo di governo e di controllo sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale che dovrà rilevare eventuali contenuti discriminatori nella programmazione televisiva e radiofonica regionale. .  
   
 

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