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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Dicembre 2007
 
   
  PROGETTO UE HA L´ASSO DELLA TECNOLOGIA NELLA MANICA: SE IL PASSAGGIO DALLA MACCHINA DA SCRIVERE AL COMPUTER È STATO RIVOLUZIONARIO, NELLA PROSSIMA FASE EVOLUTIVA POTREMMO ASSISTERE ALL´INTERAZIONE TRA GLI ESSERI UMANI E I COMPUTER INTEGRATI NEI LORO ABITI.

 
   
 

Il progetto finanziato dall´Unione europea Wearit@work ha ipotizzato proprio questo scenario. I suoi ricercatori sono impegnati nello studio di una serie di applicazioni in cui la tecnologia indossabile potrebbe agevolare una nuova forma di interazione uomo-computer che permetterebbe di migliorare considerevolmente la produttività dei lavoratori contribuendo altresì a salvarne la vita. «Con un´applicazione desktop si avranno sempre uno schermo, una tastiera e un elaboratore; con una soluzione informatica indossabile, invece, la situazione può essere completamente diversa», spiega il dottor Michael Lawo, coordinatore del progetto Wearit@work dell´Università di Brema (Germania). «Si possono utilizzare il controllo vocale o quello gestuale a seconda delle esigenze, ma l´applicazione dovrà essere sempre la stessa», aggiunge. Assieme a partner di alcune delle imprese delle tecnologie dell´informazione più famose al mondo, il dottor Lawo ha sviluppato l´Open Wearable Computing Framework (Quadro aperto di informatica indossabile), costituito da un elaboratore centrale, facilmente indossabile e indipendente dall´hardware, che dà accesso a un ambiente Tic (tecnologie dell´informazione e della comunicazione). Tra i componenti di base figurano comunicazione senza fili, sistemi di posizionamento, riconoscimento vocale, dispositivi di interfaccia e piattaforme e dotazioni software di basso livello che permetteranno a questi elementi di funzionare contemporaneamente senza problemi. Il modello di questo progetto finanziato dall´Unione europea è dotato dello stesso numero di applicazioni della tecnologia da cui è derivato. Utilizza diversi componenti commerciali di serie e li mette insieme per creare un nuovo strumento in grado di rivoluzionare il modo in cui lavoriamo. «L´informatica indossabile è un paradigma di lavoro completamente nuovo», afferma il dottor Lawo. «È una tecnologia che può essere al servizio dell´utilizzatore in un determinato ambiente. Anziché lavorare al computer, si otterrà direttamente aiuto dalla tecnologia, un po´ come quando si è alla guida di un´auto e si ricevono informazioni dal sistema di navigazione che aiuta a svolgere i compiti essenziali. » Wearit@work, il più grande progetto di informatica portatile civile al mondo, viene attualmente sperimentato in quattro settori diversi: manutenzione degli aeromobili, risposta alle emergenze, produzione di automobili e assistenza sanitaria. Recentemente sono stati lanciati progetti pilota anche nelle aree della prevenzione degli incendi boschivi, dell´e-inclusion e del patrimonio culturale. Nella maggior parte dei casi sperimentali, la tecnologia viene applicata a persone che non sono abituate a utilizzare i computer sul posto di lavoro, come ad esempio gli operai. «L´idea di base era mettere questa tecnologia a disposizione dei lavoratori per migliorarne direttamente la produttività», spiega il dottor Lawo. «Ci rivolgiamo a settori in cui attualmente non esistono applicazioni simili. Prendiamo l´esempio di un tecnico aeronautico. Una persona addetta allo svolgimento di lavori d´ufficio deve cercare la documentazione pertinente su un computer. Deve trovare il manuale di manutenzione dell´aeromobile e il manuale sui pezzi di ricambio e stamparli. Questi documenti verranno consegnati al tecnico che poi raggiungerà l´aeromobile per svolgere il proprio lavoro e, successivamente, dovrà scrivere una relazione su un foglio di carta. Attualmente la dinamica è questa. Noi cerchiamo di aiutare il lavoratore permettendogli di accedere direttamente al sistema Tic dal posto di lavoro. Eliminiamo la carta», aggiunge. Forse, alla luce delle numerose applicazioni che potrebbe avere, il banco di prova più difficile per il progetto è quello in cui sono coinvolte le squadre di pronto intervento, in collaborazione con il corpo dei vigili del fuoco di Parigi. La tecnologia interviene a sostegno dei processi di comunicazione, collaborazione e informazione di queste squadre di soccorso. L´efficienza e la sicurezza dei vigili del fuoco può essere notevolmente incrementata con una serie di dispositivi leggeri, resistenti e di facile impiego, come biosensori che controllano il loro stato fisiologico e una migliore localizzazione di pericoli, personale e vie di fuga. Secondo il dottor Lawo, questa tecnologia ha ricevuto un ampio sostegno da parte dei lavoratori. «Si rendono conto che questa nuova tecnologia permette di controllare le attività di lavoro, ma non esitano a utilizzarla e ne riconoscono i vantaggi», afferma. Wearit@work ha già circa 42 partner, tra cui giganti del settore delle tecnologie dell´informazione come Microsoft, Hewlett-packard e Siemens, ma il dottor Lawo afferma che il progetto è sempre alla ricerca di nuove imprese. «Proseguiremo la ricerca di componenti e sistemi di posizionamento. Sono molti gli ambiti della ricerca che si potrebbero approfondire, ma sostanzialmente si può già fare molto con l´applicazione e la tecnologia esistenti», conferma. Gli esperimenti proseguiranno fino alla metà del 2008 e saranno seguiti da un periodo iniziale di 12 mesi in cui l´attenzione si sposterà sul trasferimento e lo sfruttamento tecnologico. «Il nostro vero obiettivo è introdurre il sistema nei metodi lavorativi di ogni giorno», conclude il dottor Lawo. Questo ambizioso progetto è finanziato a titolo della priorità «Tecnologie per la società dell´informazione» del Sesto programma quadro (6°Pq) dell´Unione europea per un importo di 23 Mio Eur. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Wearitatwork. Com

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