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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Dicembre 2007
 
   
  CONTRO LA POVERTÀ È NECESSARIO AUMENTARE LE ATTIVITÀ DI RICERCA NEL SETTORE AGRICOLO

 
   
  Una nuova relazione dell´International Food Policy Research Institute (Ifpri, Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari) dichiara che i paesi sviluppati devono aumentare l´attività di ricerca internazionale nel settore dell´agricoltura, al fine di aiutare la popolazione povera del mondo e frenare l´aumento dei prezzi dei generi alimentari. Joachim von Braun, principale autore della relazione nonché direttore generale dell´Ifpri, ha presentato tale valutazione il 4 dicembre a Pechino (Cina) nel corso dell´annuale incontro generale del gruppo di consultazione sulla ricerca agricola internazionale (Cgiar). «Dato che la situazione alimentare mondiale subisce immediatamente gli effetti di nuove forze trainanti, tra cui l´incremento dei redditi, i cambiamenti climatici e una maggiore produzione di biocarburanti, la comunità globale deve prestare una rinnovata attenzione al ruolo di agricoltura, nutrizione e salute nella politica di sviluppo», ha affermato Joachim von Braun, sottolineando la necessità di un quadro più chiaro dell´impatto dei biocarburanti e della minaccia costituita dai cambiamenti climatici. Secondo la relazione, il costo medio dei prodotti alimentari nel mondo è aumentato del 53% dal 2000. E questa potrebbe essere solo la punta dell´iceberg: un modello informatico che simula il possibile prezzo dei biocarburanti ha dimostrato che, se venissero realizzati gli investimenti e i piani di espansione sui biocarburanti, entro il 2020 i prezzi del mais aumenterebbero di un ulteriore 26% e quelli dei semi di colza del 18%. Una seconda simulazione dimostra che, se la produzione di biocarburanti superasse i piani attuali, l´effetto sarebbe persino più drastico: un aumento del 72% del prezzo del mais e del 44% di quello dell´olio di colza, che provocherebbe una diminuzione di disponibilità del cibo e del consumo calorico in tutte le regioni del mondo, ma con maggiori conseguenze nell´Africa subsahariana. Nel caso dei cereali, la relazione prevede un aumento del prezzo dal 10 al 20% entro il 2015, con esiti più gravi in Africa e Cina, in quanto sono i maggiori importatori di cereali, il che significa che spendono più denaro nell´acquisto di cereali di quanto non ne guadagnino con la loro vendita. L´india, d´altro canto, trarrebbe vantaggio da un simile aumento di prezzi essendo il maggiore esportatore. «A partire dalla Rivoluzione verde il costo dei generi alimentari è andato costantemente diminuendo , ma è possibile che i giorni della caduta dei prezzi siano giunti al termine», ha spiegato Joachim von Braun. «La crescente domanda di nutrimento, alimenti e carburante ha di recente provocato drastici aumenti dei prezzi, che probabilmente non scenderanno nel prossimo futuro, a causa della scarsità delle scorte e della crescita lenta degli approvvigionamenti nella produzione agricola. Anche i cambiamenti climatici avranno un impatto negativo sulla produzione alimentare, accrescendo il problema del soddisfacimento della domanda globale di generi alimentari e aggravando potenzialmente la fame e la malnutrizione tra i popoli più poveri del mondo. La crescita economica ha contribuito a ridurre la fame, soprattutto se equa. Purtroppo, non sempre tale crescita riguarda i più poveri. » Al fine di contrastare tali conseguenze, la relazione chiede al Cgiar, nonché ai sistemi nazionali di ricerca, di investire in scienza e tecnologia agricole, affinché agevolino una più forte produzione globale. Inoltre, i paesi sviluppati dovrebbero lavorare per l´eliminazione degli ostacoli commerciali e rendere più facile l´accesso al mercato per i paesi in via di sviluppo. «Un mondo che affronta una maggiore scarsità di generi alimentari deve commerciare di più, e non meno, se intende aumentare in modo equo le opportunità. » L´ifpri è stato fondato nel 1975 con l´obiettivo di sviluppare soluzioni politiche intese a soddisfare in modo sostenibile il bisogno di prodotti alimentari nei paesi in via di sviluppo e di rafforzare i legami tra ricerca e politica. I finanziamenti per l´Istituto provengono per la maggior parte dai governi nazionali di tutto il mondo, da fondazioni private e organizzazioni internazionali e regionali coinvolte nel gruppo di consultazione sulla ricerca agricola internazionale (Cgiar), di cui la Commissione europea è il secondo maggiore investitore multilaterale dopo la Banca mondiale. Ifpri è uno dei 15 centri di ricerca del Cgiar. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Ifpri. Org/ .  
   
 

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