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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Dicembre 2007
 
   
  INAUGURATA MOSTRA " I GOTI DALL´´ORIENTE ALLE ALPI"

 
   
  Attimis, 10 dicembre 2007 - Il presidente del consiglio regionale Alessandro Tesini ha inaugurato nella Sala Consigliare del Comune di Attimis la mostra archeologica "I Goti, dall´Oriente alle Alpi" che contiene reperti provenienti non solo dal Friuli Venezia Giulia ma anche da Carinzia e Slovenia e che sarà visitabile fino all´8 marzo 2008, quando poi sarà trasferita a Udine. Sono intervenuti, inoltre, il sottosegretario alla cultura della Repubblica di Slovenia Sylvester Gaberschek, il rappresentante del Museo di Klagenfurt Franz Glaser e il direttore dei Civici Musei di Udine, Maurizio Buora il quale, assieme al sindaco di Attimis Maurizio Malduca e all´archeologo Luca Villa, ha illustrato i contenuti della mostra. Frutto della collaborazione tra i Comuni di Attimis, Faedis e Povoletto e i Civici Musei dei Udine, ha avuto il sostegno della Regione, alla quale si sono affiancate la Comunità Montana delle Valli del Natisone, del Torre e del Collio, la Fondazione Crup, la Banca di Cividale e l´Associazione I Tre Castelli Attimis, mentre per l´organizzazione si sono impegnati il Parco Archeologico dei Castelli e la Società Friulana di Archeologia. Una piccola ma preziosa e interessantissima raccolta di documentazioni e reperti (fibule in argento, fibbie con granati, gioielli, monete, oggetti domestici, resti di semi carbonizzati, armi) aprono nuove prospettive nello studio di queste popolazioni originarie della penisola scandinava, scese dal Baltico verso la Crimea, stabilendosi tra Bielorussia, Ucraina e Romania e quindi arrivate fino a noi: il loro regno, tra il 489 e il 552 d. C. , comprese gran parte dell´Italia e l´attuale Austria e la Slovenia. In Friuli i Goti ebbero un insediamento - l´unico per ora noto - a San Giorgio di Attimis, dove la Società Friulana di Archeologia da anni sta conducendo indagini archeologiche. Accanto ai rinvenimenti locali, in mostra sono esposti reperti rinvenuti anche in altre località del Friuli (Udine, Aquileia, Osoppo) oltre a quelli sloveni, provenienti dalla necropoli di Dravlje, e quelli carinziani di Globasnitz, prestati - questi - dai Musei di Lubiana e Klagenfurt. Dati ed elementi in cui si innestano le ragioni del coinvolgimento della Regione nell´iniziativa il cui rilievo va oltre le dimensioni dell´evento - ha spiegato il presidente del Consiglio Tesini - perché unisce alla valenza didattica e ai contenuti scientifici anche la prova di quanto importante sia il saper mettere in rete esperienze, professionalità, competenze e talenti, facendo sistema anche nel territorio, unendo in questo caso periferia e città: un valore, questo, fondamentale. E´ una mostra che ci aiuta a capire in cosa siamo debitori nei confronti di coloro che ci hanno preceduto attraversando queste terre e ci induce a cercare segni nei quali ancora ritrovarci: è un modo diverso di fare storia - ha insistito Tesini - che evidenzia il ruolo dell´archeologia nell´elaborazione storica. Un segnale - questa diversa relazione tra archeologia e storia - che, per il presidente, non deve rimanere appannaggio solo degli addetti ai lavori, ma arrivare all´opinione pubblica, a tutti coloro che vogliono capire il senso degli avvenimenti che stiamo vivendo. Per un´area considerata comunemente terra di passaggio, e quindi di mescolanze e pluralità in fatto di provenienze, etnie, culture, religioni, caratteristiche, l´andare indietro nel tempo scoprendo stagioni nelle quali le contaminazioni fra realtà diverse hanno espresso anche livelli elevati di crescita e prospettive, è utile - ha detto infine Tesini - per demistificare tanti luoghi comuni, per relativizzare molti aspetti, assumendo un atteggiamento di distacco rispetto a questioni attuali spesso enfatizzate o sottovalutate impropriamente proprio per mancanza delle opportune chiavi di analisi e interpretazione. All´inaugurazione il sindaco di Attimis Maurizio Manduca ha espresso soddisfazione per il risultato di un lavoro che oltre al momento espositivo apre prospettive sulle valenze del sito archeologico di Attimis considerato di valore certamente nazionale ma anche europeo. Il sottosegretario Gaberscek, che ha rivolto il suo saluto in sloveno, italiano e friulano, ha sottolineato come la mostra metta in luce aspetti di comunanza. Tra pochi giorni - ha ricordato - cadranno anche le ultime frontiere tra Italia e Slovenia, anche se ne sopravvivono ancora di mentali. Mostre come questa aiutano a coltivare amicizie sul piano scientifico e quotidiano e ad abbattere le divisioni perché tutti formiamo una grande cultura europea: i Goti sono predecessori dei longobardi e quindi della nostra cultura; attraverso di loro possiamo rivedere questo territorio come una terra comune, di cui noi siamo eredi. In sintonia il direttore del Museo archeologico di Klagenfurt, Glaser, che ha parlato dell´importanza dell´esperienza di relazione realizzata con questa iniziativa fra le tre realtà contermini e i rispettivi musei. .  
   
 

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