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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Dicembre 2007
 
   
  ABI: CRESCONO GLI INVESTIMENTI E IL 24% È IN TECNOLOGIA 17,2 MILIARDI DI EURO I COSTI AMMINISTRATIVI NEL 2006, +4,1% RISPETTO AL 2005. LA FOTOGRAFIA DEI COSTI OPERATIVI DELLE BANCHE AL CONVEGNO “COSTI & BUSINESS” CHE SI È TENUTO A ROMA.

 
   
   Roma, 10 dicembre 2007 - Crescono gli investimenti del settore bancario italiano e la tecnologia si conferma, anche per il 2006, una leva competitiva fondamentale per le banche, che puntano a rafforzare le infrastrutture informatiche per aumentare l’efficienza, razionalizzando spese e processi. L’edizione annuale dell’Osservatorio Abi sui costi amministrativi delle banche ribadisce la centralità dell’innovazione tecnologica e del conseguente miglioramento della qualità del servizio offerto alla clientela, che anche quest’anno si impongono tra le priorità del settore. Al loro fianco, fattori strategici come la compliance normativa, con l’adeguamento a Basilea2, Ias, Mifid e Sepa, e l’ulteriore consolidamento del comparto, con la nuova ondata di fusioni e acquisizioni che hanno coinvolto i principali gruppi del paese. In un contesto internazionale sempre più concorrenziale, infine, la crescita dell’efficienza interna ed il controllo dei costi sono gli altri pilastri su cui poggiano i piani di sviluppo delle banche italiane. Ecco, in breve, la fotografia dei costi operativi delle banche che emerge dall’indagine elaborata su 50 gruppi e presentata al convegno Abi “Costi & Business” che si è tenuto il 5 dicembre a Roma, nelle sede di Palazzo Altieri. Nel 2006, i primi 50 gruppi bancari (che rappresentano il 90% del settore) hanno sostenuto spese complessive per 48,6 miliardi di euro. La prima voce di costo è quella del “personale”, che ha inciso sui bilanci delle banche per circa 29,4 miliardi di euro. Il settore bancario, inoltre, ha sostenuto “altre spese amministrative” per 17,2 miliardi di euro, con un incremento del 4,1% rispetto al 2005. All’interno di questa voce troviamo sei tipologie di spesa: le “spese generali” (34,3%, all’interno delle quali le “imposte indirette” pesano per il 27,8%) e al secondo posto, con il 24% degli investimenti, l’innovazione tecnologica. Seguono le “spese professionali” (13,7%, consulenze, spese legali e così via), le “spese di manutenzione e fitti passivi” (13,6%) e le “spese di pubblicità” (7,6%). Nei bilanci delle banche italiane, il 2006 è stato anche l’anno degli adeguamenti alle nuove norme europee, con Basilea2, gli Ias, Mifid e Sepa, e della nuova fase di ristrutturazione che ha interessato il settore. Su questi fronti, infatti, è stata investita parte dei quasi 2 miliardi di euro che rappresentano gli “oneri non ricorrenti”, mentre il 32,8% ha finanziato le operazioni di fusione e acquisizione. Complessivamente le spese “una tantum” hanno pesato per l’11,9% sui costi sostenuti durante l’anno dalle banche. Nel 2006, due attività principali hanno caratterizzato la struttura dei modelli di business del settore: l’attività di banca commerciale, che genera il 46,2% della redditività lorda complessiva, ed il credito al consumo (16,7%). Vi sono poi altre sei aree di attività che contribuiscono, in media, per oltre il 5% alla redditività dei gruppi: mutui residenziali (6,5%), asset management (5,7%), finanza personale (5,2%), banca d’investimento (5,2%), trading (5,2%) e sistemi di pagamento (5,1%). Sotto il profilo operativo, lo sportello e internet rappresentano i canali di distribuzione più importanti. A livello medio di sistema, infatti, la rete sportelli assicura ai gruppi del campione il 73% della redditività lorda complessiva, seguita con un 12,7% dagli altri canali (che riguardano gestori di portafoglio, esercizi commerciali ed attività di sviluppo delle Business Unit). .  
   
 

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