|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Dicembre 2007 |
|
|
  |
|
|
VERDE, IL COLORE DEI SOLDI E DELL’INFORMATICA AL MONTARE DEI COSTI DI ALIMENTAZIONE E RAFFREDDAMENTO DELLE MACCHINE E DELLE CONSEGUENTI EMISSIONI DI GAS SERRA ANCHE L’INFORMATICA SI È SCOPERTA INQUINATRICE. MA HA VISTO L’OPPORTUNITÀ COMMERCIALE CHE SI NASCONDE DIETRO AL PROBLEMA
|
|
|
 |
|
|
Milano, 11 dicembre 2007 - Nei giorni scorsi Heather Mills, l’ex signora Mccartney, ha lanciato una campagna pubblicitaria per Viva, un’associazione vegetariana britannica, sostenendo che gli animali d’allevamento sono responsabili del 18% delle emissioni mondiali di gas serra, quasi cinque punti in più della somma di tutti i trasporti. In una lista di insoliti sospetti del cambiamento climatico che si allunga di giorno in giorno, si deve certamente annoverare anche l’industria informatica. Il 27 novembre Google, attraverso la fondazione Google. Org, ha annunciato l’intenzione di spendere centinaia di milioni di dollari nello sviluppo di tecnologie che rendano le fonti di energia rinnovabili più economiche di quelle fossili (un obiettivo raggiungibile “in anni, non decadi”, secondo la società). L’iniziativa, denominata Re < C (renewable energy cheaper than coal), affianca probabilmente allo scopo di salvare il mondo quello di ridurre dei costi di energia che Google non rende pubblici, ma che sono senza dubbio rilevanti se è vero, come asserisce una stima di Idc, che oggi per ogni euro di spesa per l’acquisto di macchinari si spendono altri 50 centesimi, nel corso del ciclo di vita della macchina, per la sua alimentazione e il raffreddamento. Entro il 2010 si potrebbe arrivare a 70 centesimi e più o meno alla stessa data, secondo dati Gartner, il 50% dei budget It potrebbe essere allocato alle spese energetiche. Hewlett-packard ha dichiarato di voler installare un sistema a energia solare nel suo impianto di San Diego e uno a energia eolica in Irlanda. “Quello del green Ict è un fenomeno non transitorio”, dice Severino Meregalli, responsabile della management information systems unit della Sda Bocconi, “anche se è probabile che, con il tempo, diventi meno visibile di oggi. È, comunque, molto interessante per la possibilità di sviluppare importanti sinergie, come la contemporanea riduzione delle emissioni e dei costi”. L’informatica è responsabile, a seconda delle stime a cui si voglia prestare fede, del 2-4% dei consumi globali di energia, ha ricordato Euan Davis della Forrester a un recente incontro sul green Ict organizzato da Sda Bocconi e Fida Inform, la Federazione nazionale delle associazioni professionali di information management, ma in Italia pesa per almeno l’8% delle emissioni di anidride carbonica, mentreil 70% del piombo, del cadmio e del mercurio che finisce nelle discariche proviene da rifiuti elettronici. Il 93% degli It manager europei e l’83% di quelli americani sostengono che l’aspetto ambientale è importante o molto importante nelle loro scelte. Il tutto può tradursi in un gran mal di testa, se si pensa alla necessità di attenersi agli svariati regolamenti europei in materia, o in una grande opportunità di business per chi saprà risolvere le problematiche più impellenti in modo creativo. Delle 61 imprese del settore comprese nell’Ft500 e interpellate da Forrester in un sondaggio, 44 si dichiarano convinte che il cambiamento climatico sia da considerare anche un’opportunità commerciale. I risparmi energetici conseguibili sono moltissimi, ma il raffreddamento dei sistemi è certamente uno dei problemi più impellenti, se è vero che i chip, oltre a utilizzare un’infinitesima frazione dell’energia che li raggiunge, sviluppano ormai più calore per centimetro quadrato di un ferro da stiro e il 45-60% della spesa energetica di un datacenter se ne va in condizionamento. Grazie allo sviluppo tecnologico, i centimetri quadrati si stanno fortunatamente riducendo. Fabrizio Renzi, direttore tecnico area sistemi Ibm Italia, ricorda che le funzioni che dieci anni fa erano svolte da Deep Blue, il megacomputer da 1,4 tonnellate capace, per primo, di battere l’allora campione del mondo di scacchi Garry Kasparov, oggi sono assolte da un solo microprocessore. Intanto, si susseguono le iniziative industriali e le stime di risparmio energetico e beneficio ambientale derivanti dalle nuove tecnologie. Luca Romani, large accounts manager di Intel, stima che un desktop che utilizzi le migliori tecnologie di risparmio energetico possa costare, fino a che non lo si produce davvero su larga scala, circa 20 dollari più degli altri e un server 30 dollari, recuperabili con i risparmi energetici nel giro di uno-due anni. Una loro adozione generalizzata si potrebbe tradurre, nel 2010, in 5,5 miliardi di dollari di risparmio energetico a livello globale e a una riduzione di 54 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 l’anno, l’equivalente dell’eliminazione di 11 milioni di auto o della piantumazione di 65. 000 chilometri quadrati. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|