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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Dicembre 2007
 
   
  A PESCARA, AL MUSEO D’ARTE MODERNA “VITTORIA COLONNA” EX AURUM, GIULIO TURCATO “LA FORMA DEL FUOCO” CON MAZZOTTA

 
   
  Milano, 10 dicembre 2007 - L’occasione che ha stimolato la nascita di questo progetto è stata la decisione, da parte degli eredi dell’artista, Ettore Caruso e Barbara Cookson, titolari dell’Archivio Giulio Turcato, di concedere alla Città di Pescara in comodato gratuito senza limiti di tempo la grande scultura in legno di Turcato intitolata Superamento (m 5,5 di altezza, per un ingombro pari a circa 30 mq), realizzata nel 1984-85 in seguito alla sua collaborazione con la Biennale di Venezia, ed esposta alla grande antologica dell’artista presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1986. La scultura si trovava già in deposito a Pescara dal 1989, anno in cui era stata esposta nell’ambito della mostra di Turcato realizzata presso la sucursale Fiat della città dal suo direttore, Roberto Rodriguez. L’opera – restaurata dal Comune di Pescara grazie alla sponsorizzazione di Fiat-concessionaria Danelli - si trova attualmente nel grande salone centrale dell’Ex Aurum. La mostra in programma a Pescara è la prima importante antologica dell’artista in uno spazio pubblico dopo quella realizzata presso i Musei Civici di Mantova e Modena nel 1998. Verranno presentate un centinaio di opere, quasi tutte provenienti dall’Archivio Turcato, datate dal 1937 al 1992 (anno in cui s’interrompe la parabola creativa dell’artista): un tracciato che esplora per intero l´intensa attività di Turcato, attraverso molti lavori assolutamente inediti ed altri di straordinaria importanza storica, come Rivolta (1949), Comizio (1949), Giardino di Miciurin (1953), Arcipelago (1953), Deserto dei Tartari (1956), Lenzuolo di San Rocco (1958), Cosmogonia (1960), Tranquillanti per il mondo (1961), Ricordo di New York (1963), Superficie blu viola (Superficie lunare) (1964), Testa di moro (1970), La passeggiata (1972), Il Tunnel (1972), Evocazione (1986). La mostra occuperà tutti gli spazi del Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, mentre alcune tele di grandissime dimensioni verranno esposte nel salone centrale dell’Ex Aurum, in compagnia della scultura Superamento, a creare un insieme veramente monumentale. Giulio Turcato (1912-1995) viene considerato uno dei più significativi interpreti dell´astrattismo pittorico in ambito internazionale, ma il suo lavoro è assai articolato e complesso, e comprende affascinanti risvolti figurativi e straordinarie sortite nell’ambito della scultura e della scenografia. L´esposizione che si intende realizzare rappresenta un omaggio all´artista a dodici anni dalla sua scomparsa, oltre che un tentativo di esaminare e interpretare alcuni aspetti del suo lavoro non sufficientemente approfonditi e compresi. Partito dalla lezione di Cézanne e Matisse, dei futuristi (soprattutto Giacomo Balla), l´artista mantovano, ma romano d´adozione, ha saputo imporre un proprio linguaggio ritmico e dinamico, facendo della forma-colore la ragione di una ricerca che va oltre l´informale. Turcato è un esploratore straordinario che ha fatto della pittura il codice per interpretare il mondo in tutti i suoi aspetti, dalla biologia all´entomologia, dalla fisica all´astronomia: tutto diventa occasione per nuove invenzioni di forme e colori che ridefiniscono l´immaginario umano, individuale e collettivo. La rassegna, nel suo insieme, consentirà di aderire a quella sorta di “nomadismo interiore” che contraddistingue la poetica di Turcato, il quale ha affrontato l´astrazione con radicalità e anticonformismo, con determinazione e lirismo senza mai rinunciare alla sperimentazione. Così, i Reticoli e gli Arcipelaghi si alterneranno con le Superfici lunari in gommapiuma e faranno da contraltare alla serie dei Cangianti, dove il colore diventa protagonista di un´ipotetica partitura musicale. "Queste immagini, sensazioni, materiali, memorie, illusioni, allucinazioni, forme, itinerari, sono il mio bagaglio aperto alla dogana del prossimo millennio", ha scritto Turcato. Un´affermazione che potrebbe essere letta come una dichiarazione di poetica da parte di un artista che ha svolto un compito essenziale nel liberare l´arte dalle convenzioni accademiche, in un percorso originale e solitario. A dodici anni dalla sua scomparsa sembra dunque opportuno riflettere sull´eredità importante da lui lasciata, e non ancora del tutto valutata e compresa. .  
   
 

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