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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Dicembre 2007 |
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“TRENTO IERI, OGGI, DOMANI”, APRE LA MOSTRA MULTIMEDIALE ASSESSORE COGO: “PENSIAMO UNA CITTÀ ANCORA MIGLIORE” A TORRE MIRANA, LA STORIA DEL CAPOLUOGO RACCONTATA CON VIDEO E FOTO
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Trento, 11 dicembre 2007 – Sala Falconetto, di palazzo Geremia, ha ospitato il 7 dicembre la presentazione di “Trento. Ieri, oggi, domani”, iniziativa del Rotary Club Trentino Nord in collaborazione con la Provincia autonoma e il Comune di Trento, che attraverso una mostra multimediale e un concorso di idee vuole rivivere la storia del capoluogo con uno sguardo aperto sul futuro. “La mostra – come ha ricordato il presidente del Rotary, Pier Renato Maschio - offre un’immagine delle crescita e della trasformazione di Trento”. Fotografie, disegni, ricostruzioni virtuali ricompongono un panorama della città a partire dall’età romana. I principali interventi in progetto o in fase di costruzione sono ricomposti in una visione di insieme che prefigura la Trento di domani. “La città e il suo sviluppo – ha sottolineato l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo – rappresentano buona parte della storia del nostro Trentino. Trento deve mantenere anche per il futuro questo ruolo ed è per questo che il suo sviluppo non può essere considerato una variabile trascurabile. Tutti noi siamo chiamati a pensare una città ancora migliore ed è per questo che dobbiamo uno sguardo attento sulla città, la sua storia, i suoi luoghi e i progetti che ne caratterizzeranno il futuro”. “Trento. Ieri, oggi, domani” è la mostra – inaugurata stamani e che rimarrà aperta fino a fine anno presso gli spazi di Torre Mirana di via Belenzani - che offre un panorama su più di duemila anni di trasformazioni della città, dalla fondazione romana sino alla Trento che si sta disegnando e costruendo in questo inizio secolo. La storia, ripercorre i secoli mettendo a confronto iconografia storica e fotografie d’archivio, in un continuo salto di scala tra architetture e città. Visitare Torre Mirana significa iniziare un viaggio che ripercorre i luoghi trasformati dalle ”grandi opere” di ieri, oggi e domani in una lettura che ha privilegiato il costruito alla pianificazione. All’inaugurazione di stamani hanno preso parte, tra gli altri il presidente del Rotary Club Trentino Nord, Pier Renato Maschio, l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo e il vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Trento, Alessandro Andreatta. “Nel suo tessuto vivente – ha esordito l’assessore Cogo - Trento riporta ancora le tracce di un lungo passato. Da una città romana ordinata secondo i più collaudati schemi urbanistici dell’Impero si passa a una città medievale con maggiori “deroghe edilizie” ma comunque chiusa nelle sue mura, entro le quali per secoli si era stabilito un equilibrio di luoghi e di funzioni, scosso solo dai lavori di regimentazione delle acque e dalle ambizioni di decoro urbano di qualche vescovo e, al più, trasbordante extra moenia per la moda delle ville suburbane. E’ nell’Ottocento che si progetta una città moderna, svincolata dalla costrizione delle mura e delle sue porte, divenute anguste per un traffico veicolare in accrescimento, liberata dall’ingombrante presenza di un fiume considerato non più utile ma invece dotato di un alveo che interessava al tracciato della nuova ferrovia. E così è stato per gran parte del Novecento con le operazioni di sventramento e “riordino” urbano non indenni da traumatiche ricadute sul senso di appartenenza ai luoghi da parte di intere fette di popolazione e la ferita delle zone distrutte dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale”. L’assessore ha ricordato il successivo boom edilizio della seconda metà del Novecento – “Solo in parte pilotato da esempi di sicura efficacia architettonica ed urbanistica” – con la saturazione progressiva delle aree ancora libere e le nuove direttrici di espansione. Infine la fisionomia attuale della città con le operazioni di arredo urbano, interventi di decoro e di rinnovata sorveglianza sul patrimonio edilizio del centro, con l’arrivo dell’Università, non senza incertezze ed errori. “Nel giro di un decennio – annuncia l’assessore Cogo - giungeranno a compimento tutte le grandi opere che in questa mostra vengono illustrate attraverso schizzi progettuali e ricostruzioni virtuali, e che hanno richiesto uno sforzo a tutto campo di pianificazione del territorio seguendo parametri che sono stati raccolti con osservazioni di ampia scala. Si fornisce così la città, ormai “metropolizzata”, di un riordino di funzioni destinate a tramutarsi in strumenti perfettamente adeguati ai requisiti di una vita moderna, e capaci di seguirne per un buon segmento temporale la sua veloce evoluzione, mentre una nuova sfida sarà quella di riscoprire i tratti di quel ‘genius loci’ che faceva di Trento un vero e proprio luogo di cerniera fra due mondi culturali”. I progetti più importanti che interessano la città sono, infine, ricomposti in una inedita immagine d’insieme che, a partire dalla vista dall’alto, offre un quadro d’insieme su quella Trento che le scelte dell’oggi stanno prefigurando. In questo contesto si inserisce il video, prodotto da Emmedue per la regia di Mario Rigoni e la voce narrante di Andrea Castelli. Il viaggio delle immagini consente di comprendere le mutate dimensioni di Trento, dal primo insediamento, alla città murata, sino a quella rapidissima, quanto apparentemente caotica, crescita che ha trasformato il nucleo urbano medievale, quasi immutato sino all’Ottocento, in una valle urbanizzata che si estende, per ora, da Mattarello a Lavis. Il quadro che si compone è l’immagine di una città sulla quale si sono stratificate strutture e idee, una città che ha vissuto grandi trasformazioni alternando occasioni perdute e letture critiche a studi e progetti di ampia portata e valore. “Quanto esposto offre – concludono gli organizzatori - l’occasione per confrontare progetti ed immaginare nuovi scenari anche alla luce delle straordinarie possibilità date alla città dalla riorganizzazione delle aree industriali e militari con un necessario ripensamento della mobilità a scala provinciale”. . |
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