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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Dicembre 2007
 
   
  UMBRIA JAZZ” AL “PEREIRAO” DI RIO DE JANEIRO LA “FAVELA” RINGRAZIA

 
   
  Perugia, 12 dicembre 2007 – “Complimenti a tutti voi che vi siete accollati la responsabilità di organizzare un evento di portata quale ‘Umbria Jazz’ in favela: è il primo passo verso una comunione di intenti che ci auguriamo non rimanga episodio unico. Organizzazione perfetta, complimenti! Per tutto questo vi ringrazio di cuore e sinceramente, sia personalmente sia a nome della associazione che rappresento”. Lo scrive Barbara Olivi, Presidente dell’Associazione “Onlus” “Il sorriso dei miei bimbi” e Direttrice Sociale “Ong” “Uniao de Mulheres” (Unione delle Donne) della “Rocinha” (con i suoi 60 mila abitanti la più grande “favela” di Rio de Janeiro e probabilmente del Sudamerica) in una lettera indirizzata al Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro Rubens Piovano, a proposito del concerto che Stefano Bollani ha tenuto per “Umbria Jazz” sabato 1 dicembre nella favela “Pereira da Silva” di Rio. “Gli amici brasiliani ed io siamo reduci dalla bellissima serata con ‘Umbria Jazz’ al Pereirao – racconta Barbara Olivi -, e volevamo comunicarvi la nostra soddisfazione per il bellissimo evento che avete organizzato e offerto alla cittadinanza, alla comunità italiana e straniera, così come agli abitanti del ‘Morrinho’”. “La circostanza offerta con un bello e godibilissimo concerto jazz all’entrata di una delle 750 favelas carioca – continua la lettera - aveva un alone surreale, sicuramente eccezionale. Come abitanti della maggiore favela del Brasile, la tanto menzionata ‘Rocinha’, siamo in grado di rilevare il valore intrinseco dell’evento che, oltre ad offrire musica di ottima qualità e l’opportunità di una lieta serata agli intenditori e fans di Stefano Bollani come di Umbria Jazz (. Pausa per sospiro di “saudade” (melanconia, sentimento affine alla nostalgia, N. D. R. ). ) ha portato ai padroni di casa la consapevolezza della loro dignità in quanto esseri umani innanzitutto e cittadini di conseguenza, di limiti che possono essere abbattuti, della loro autostima stimolata dall’approccio con cultura e arte, della prospettiva di altri valori e altre possibilità nella loro vita, insomma tutti valori che noi occidentali diamo per scontati, ma che – conclude Barbara Olivi - non lo sono affatto nella realtà delle favelas brasiliane”. .  
   
 

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