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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Dicembre 2007
 
   
  LAZIO: UNO SU CINQUE È POVERO UN’INDAGINE DELL’ISTC-CNR RILEVA UNA POVERTÀ MEDIA DEL 21,8% NELLA REGIONE, E UNA POVERTÀ SOGGETTIVA DEL 54.3%. SOLO UN DECIMO DEL CAMPIONE NON HA PREOCCUPAZIONI. LE DONNE PARTICOLARMENTE COLPITE

 
   
  Roma, 12 dicembre 2007 - L’incidenza della povertà relativa nel Lazio è pari al 21,8%. Colpisce dunque una famiglia su cinque, con punte fino al 42% delle famiglie numerose. Questo dato riassume in modo emblematico i risultati dell’indagine “Povertà e indebitamento delle famiglie nel Lazio”, realizzata dai ricercatori dell’Evaluation Research Group (Erg) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (Istc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, su incarico dell’Assessorato alla Tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa della Regione Lazio. I dati appaiono ancor più eclatanti se si considerano quelli dell’Istat relativi al 2006, secondo cui l’incidenza della povertà è pari al 7% nel Lazio e all’11. 1% sul territorio nazionale. La rilevazione del Cnr, effettuata tra aprile e giugno 2007 su un campione di 2000 soggetti, indica dunque un’incidenza tripla nella Regione, a distanza di un anno circa, e doppia rispetto a quella nazionale. “Non è possibile un confronto diretto tra le due misurazioni per lo scarto temporale e la differenze nelle metodologie utilizzate”, avverte Antonella Rissotto dell’Istc-cnr. “L’istat, infatti, stima la povertà relativa sulla base della spesa familiare, mentre nel nostro studio le soglie sono calcolate a partire dal reddito dichiarato dalle persone intervistate”. La situazione appare ancor più drammatica se si passa alla povertà soggettiva; dall’indagine dell’Istc-cnr emerge che questa ha un’incidenza complessiva nel Lazio pari al 54. 3%, con una percentuale del 66% tra i single. La percentuale di residenti nella regione che si sentono poveri decresce progressivamente passando dalle famiglie formate da due componenti (51,7%), a quelle con tre componenti (51,9%), tocca il valore minimo in quelle formate da quattro componenti (47,1%) e aumenta nuovamente in quelle con 5 o più componenti (59,7%). Sono dunque soggettivamente poveri, ancorché non lo siano oggettivamente, il 34,5% dei cittadini laziali, ben uno su tre, mentre uno su cinque (il 19,8%) lo è sia oggettivamente sia soggettivamente. “Tra questi ‘consapevolmente’ poveri prevalgono la popolazione femminile (65,8%) e i soggetti tra i 45-54 anni, le persone non occupate, con bassi livelli di scolarità, che non posseggono una casa di proprietà, che ritengono la situazione economica peggiorata negli ultimi 12 mesi”, osserva Angelita Castellani dell’Istc-cnr, “e hanno una visione pessimistica del futuro”. Anche il gruppo di chi in base al reddito non verrebbe classificato povero, ma si percepisce tale, coinvolge in particolare le donne (57. 3%), le persone con titolo di studio medio basso, i lavoratori atipici e coloro che non possiedono una casa di proprietà. Tra gli altri dati di maggiore interesse è da segnalare che nel Lazio il reddito medio ammonta a 1038,09 euro; quello degli uomini è in media 1288,67, quello delle donne in media è 809,09 euro. I lavoratori indipendenti dispongono del reddito medio maggiore (1872,67 euro). Il 66,6% del campione possiede una casa di proprietà; il 25,5% vive in affitto. Mutuo e affitto incidono rispettivamente per il 30% e il 33% del reddito familiare disponibile. Negli ultimi 12 mesi ha fatto richiesta di credito con esito positivo il 15,7% del campione; il 2,6% ha visto respinta la richiesta. Il credito viene concesso in misura maggiore alle famiglie collocate al di sopra della soglia di povertà (83,3%). Un altro dato interessante è che i giovani dai 18 ai 24 anni si rivolgono in misura maggiore degli altri ad amici per ottenere sostegno di tipo economico. “Le difficoltà e le problematiche che le famiglie devono affrontare non fanno riferimento alla sola dimensione economica”, conclude Antonella Rissotto. “Dalla ricerca emerge che gli individui si confrontano soprattutto con problematiche lavorative (31,2%), con la gestione delle spese correnti (29,6%), con l’accesso ai servizi sanitari e sociali (11,3%), con problematiche abitative (6,1%), e infine con il debito (4,8%)”. Solo il 10,4% degli intervistati dichiara di non avere nessun tipo di preoccupazione. .  
   
 

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