Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Giugno 2006
 
   
  PIÙ COLTURE "NON FOOD", MENO DIPENDENZA ENERGETICA E INQUINAMENTO L’AGRICOLTURA PUÒ FORNIRE MATERIE PRIME UTILI ALLA PRODUZIONE DI CARBURANTI E COMBUSTIBILI, PLASTICHE, LUBRIFICANTI, ISOLANTI, FIBRE, FARMACI E COSMETICI.

 
   
  Lo sviluppo di queste colture può quindi contribuire a ridurre la dipendenza energetica e l’inquinamento, creando al contempo nuove opportunità per le imprese agricole e le zone rurali. Il Parlamento esorta pertanto l’Ue e gli Stati membri a promuovere queste colture per realizzare i propri obiettivi energetici, ambientali e socioeconomici. Adottando la relazione d’iniziativa di Neil Parish (Ppe/de, Uk) con 471 voti favorevoli, 12 contrari e 12 astensioni, il Parlamento chiede lo sviluppo di colture non food e sottolinea la necessità di creare un mercato interno dei prodotti agricoli destinati alla produzione di energia e carburante. Precisa, che la promozione delle colture non alimentari deve essere adeguatamente finanziata senza tuttavia compromettere gli altri obiettivi fissati dal Fondo per lo sviluppo rurale e senza rimettere in causa l´obiettivo strategico dell´autosufficienza alimentare, «uno degli obiettivi della Pac, fin dalle sue origini». Per i deputati è anzitutto importante incrementare il sostegno alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie per le colture non alimentari onde aumentare il potenziale, la sostenibilità e l´efficienza, anche economica, del settore. Al riguardo, è ritenuto particolarmente utile, condurre una ricerca per esaminare i parametri economici, ecologici e tecnici di selezione delle specie idonee alla coltivazione in base alle particolarità edafoclimatiche di ogni regione. Biocarburanti: maggiori incentivi, anche fiscali La sostituzione di combustibili fossili, sottolineano i deputati, può creare opportunità economiche e posti di lavoro, in linea con la strategia di Lisbona. Ma riconoscono che i biocarburanti sono, per il momento e fino a quando non si riuscirà a ribassarne i costi di produzione, più onerosi di quelli fossili. Nondimeno, rilevano che, miscelati con gli oli minerali, hanno un impatto positivo sull´ambiente ed è quindi importante aumentare i fondi da destinare alla ricerca, tenendo «seriamente in considerazione» le possibilità offerte da proposte esistenti come, a esempio, la produzione di idrogeno a partire da fonti di energia rinnovabili. La Commissione, dovrebbe quindi elaborare una strategia comunitaria e un piano d´azione per la promozione delle energie rinnovabili e, al contempo, migliorare il coordinamento con le misure già vigenti negli Stati membri. Questi ultimi, inoltre, sono invitati a definire piani nazionali d´azione sulla biomassa che stabiliscano le priorità per l´impiego di taluni tipi di biomassa e precisino misure ambientali specifiche nonché politiche in materia d´informazione dei consumatori. L’esecutivo, poi, è invitato a prendere iniziative per trovare il più rapidamente possibile un compromesso sui biocarburanti tra l´industria automobilistica e il settore petrolifero, nell´ottica del principio "biocarburanti per le auto e non auto per i biocarburanti". Il Parlamento sottolinea poi che è importante rendere obbligatori gli obiettivi della direttiva 2003/30/Ce sui biocarburanti, prevedendo anche un efficace meccanismo di monitoraggio, mirante a soddisfare gli impegni assunti, ricorrendo in primo luogo alla produzione europea locale. La direttiva fissa, come obiettivo da raggiungere entro il 2010, un consumo di biocarburanti pari al 5,75% di tutti i carburanti utilizzati nei trasporti, equivalente a 40 milioni di tonnellate di biossido di carbonio all´anno. Attualmente, invece, il consumo di biocarburanti negli Stati membri è pari solamente all´1,4% del carburante destinato ai trasporti. D’altra parte, i deputati sottolineano che la definizione di obiettivi obbligatori non si deve tradurre nella scomparsa o nella riduzione degli incentivi esistenti per la produzione di biocarburanti nell´Ue. La determinazione di tale obbligatorietà, inoltre, «dovrebbe essere subordinata alla revisione della normativa comunitaria in materia di tassazione dei prodotti energetici». Gli Stati membri sono anche invitati a prendere in considerazione misure per promuovere in futuro i biocarburanti, come l´introduzione di ulteriori incentivi fiscali, un quantitativo fisso di biocarburante da mescolare a quelli fossili e requisiti vincolanti. E’ tuttavia sottolineato che l´adozione di misure fiscali - come le esenzioni d´imposta - «deve essere gestita con cautela» in modo da evitare la distorsione del mercato «attraverso una sovracompensazione dei biocarburanti importati e delle forme di energia i cui costi di produzione sono particolarmente bassi». Gli Stati membri dovrebbero prevedere imposte e prelievi per un periodo sufficientemente lungo «al fine di guadagnare la fiducia dell´industria e promuovere gli investimenti». La Commissione è comunque esortata a presentare senza indugio una proposta di revisione della direttiva 98/70/Ce relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel, al fine di determinare le misure idonee ad agevolare la realizzazione degli obiettivi stabiliti nella direttiva 2003/30/Ce sui biocarburanti. D’altro lato, per evitare che la promozione di colture energetiche porti ad un rincaro della bolletta per le famiglie e le imprese, il Parlamento chiede che siano sostanzialmente aumentate la superficie massima ammissibile e le sovvenzioni per gli aiuti addizionali previsti dalla Politica Agricola Comune (Pac), che siano riviste le disposizioni sul ritiro dei terreni e che si proceda ad un ampliamento delle specie ammissibili al sostegno destinate alla produzione di biocarburanti. La Commissione, inoltre, dovrebbe prendere valutare l´opportunità di introdurre «un accesso qualificato» al mercato per le importazioni di biocarburanti provenienti da paesi terzi, come il Brasile. Così facendo, infatti, sarà possibile salvaguardare la sicurezza delle forniture alimentari, la biodiversità e la capacità di assorbimento di Co2 delle foreste vergini, consentendo al settore dei biocarburanti nell´Ue di rimanere competitivo, anche in presenza di elevati standard ambientali. Promuovere la produzione di calore ed elettricità utilizzando le risorse agricole Il Parlamento sottolinea il potenziale offerto dall´utilizzo dei residui e dei rifiuti agricoli per la produzione di calore, raffreddamento ed elettricità, con metodi efficaci dal punto di vista economico ed ecologico, «che consentono una maggiore autonomia al settore agricolo e alle collettività rurali». Per tale ragione, chiede che gli stanziamenti a favore delle ricerca e dello sviluppo rurale siano orientati in misura crescente verso un impiego più efficace e massiccio dei rifiuti organici di origine agricola e forestale per usi individuali e collettivi nell´ambiente rurale. I deputati sottolineano anche l’importanza di definire requisiti vincolanti per la produzione di calore da vettori rinnovabili e da sottoprodotti agricoli nonché per il potenziale di teleriscaldamento, al fine di promuovere l´impiego efficiente della biomassa quale fonte energetica rinnovabile e lo sviluppo di nuovi mercati locali per i prodotti agricoli. Ma occorre anche creare le condizioni ottimali per l´utilizzo della biomassa, definire i principi chiari cui devono ispirarsi i regimi di aiuti e aumentare le risorse finanziarie idonee a sviluppare la produzione di biomassa migliorandone lo sfruttamento. D’altra parte, è chiesto alla Commissione di elaborare una raccomandazione volta a incoraggiare gli Stati membri ad utilizzare incentivi efficaci, come le riduzioni delle imposte, per promuovere l´impiego di energie rinnovabili e la produzione di energia generata da prodotti di base locali, naturali e rinnovabili. Allo scopo di generare calore e di contribuire al contempo alla valorizzazione di taluni rifiuti, il Parlamento sollecita la Commissione a promuovere anche un´efficace valorizzazione della biomassa disponibile sotto forma di rifiuti della silvicoltura e dell´agricoltura, nonché le colture energetiche mediante vegetali ad hoc che rispettino le comunità vegetali indigene di ogni Stato membro. Questi ultimi sono invece invitati a sensibilizzare i cittadini sugli effetti positivi dell´impiego della biomassa e delle fonti rinnovabili di energia per la protezione dell´ambiente. Opportunità offerte da colture e prodotti speciali La relazione invita la Commissione a adottare misure volte a promuovere la produzione di sostanze chimiche speciali, partendo da materie prime agricole, per incrementare il reddito degli agricoltori e «immettere sul mercato prodotti sani e rispettosi dell´ambiente in sostituzione dei prodotti chimici non biodegradabili». Al riguardo, i deputati incoraggiano i recenti sviluppi registrati nel settore della plastica, dei lubrificanti e degli isolanti volti a sostituire i prodotti convenzionali con prodotti derivati dalle piante. Invitano quindi la Commissione a rendere obbligatorio l´uso di questi prodotti derivati dalla piante qualora costituiscono buone alternative ai prodotti convenzionali. Sottolineano anche il potenziale dell´agricoltura per quanto riguarda le colture di tipo farmaceutico destinate alla produzione di vaccini ed altre sostanze intese a mettere a disposizione della medicina strumenti adeguati per l´assistenza sanitaria. Il Parlamento rileva, poi, che la crescente domanda dei consumatori di prodotti ecologici e salubri rappresenta una sfida per l´agricoltura a produrre materie prime per cosmetici naturali e ipoallergenici, tessili naturali ed ecologici e nuovi prodotti alimentari. Nell’appoggiare, inoltre, l´utilizzazione nell´agricoltura di preparati come i concimi, i fitofarmaci e gli insetticidi derivati da prodotti agricoli, invita la Commissione a promuovere l´innovazione e le nuove tecnologie promettenti, come la produzione combinata di carta e bioetanolo dalla paglia. Background Nell’ambito di un seminario di Greenaccord e Coldiretti intitolato “Non Food: agricoltura di frontiera”, tenutosi a Roma a metà marzo, è stata organizzata una esposizione di oggetti di uso comune interamente biodegradabili ottenuti dalle coltivazioni. Si tratta di merci a base di bioplastiche che, ricavate dall’amido di mais, grano e patata (Mater-bi), assicurano caratteristiche e prestazioni dei materiali tradizionali. Erano esposti bicchieri, posate, penne, fazzolettini, ossi per cani, fiori, giocattoli ed altri prodotti messi a disposizione da Novamont. Nella gamma di prodotti ottenuti figurano anche i tradizionali shopper per la spesa, sacchi e fodere per la raccolta differenziata, contenitori alimentari, bastoncini cotonati e pannolini. Ma anche innovativi materiali completamente atossici destinati al divertimento di bambini o di animali come le costruzioni colorate completamente a base di mais da cui si ottengono le forme più svariate od ossi per cani, roditori e altri animali domestici. In quella occasione, la Coldiretti ha anche tenuto a sottolineare che, potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell´allevamento ma anche installando pannelli solari nelle aziende agricole, è possibile arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate. Dalle coltivazioni agricole nazionali come il biodiesel ottenuto dalla colza o dal girasole, inoltre, è possibile ridurre dell´80% le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50% quelli di particolato e polveri sottili, principali responsabili dello smog in città. Con la recente conversione in legge del “decreto agricoltura”, dal primo luglio 2006, nel diesel o nella benzina venduta in Italia sarà presente almeno l’1% di biocarburanti derivanti dalle coltivazioni agricole. Percentuale che sarà aumentata di un punto per ogni anno, fino al 2010. Ciò, spiega la Coldiretti, porterà le imprese agricole a indirizzare a coltivazioni energetiche 273mila ettari di terreno nazionale nel primo anno, per giungere a circa 400 mila nel 2010. .  
   
 

<<BACK