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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Dicembre 2007
 
   
  PANETTONE E PANDORO TRADITI ALL’ESTERO: “NECESSARIO COMBATTERE IL FENOMENO DELLE IMITAZIONI E PROMUOVERE QUESTI DUE SIMBOLI DEL NATALE ALL’ITALIANA”

 
   
  Spagna, Francia e Germania. Ma anche Regno Unito, Romania e Portogallo. Più lontano Argentina, Brasile, Usa e Australia. Ogni anno circa 9 milioni tra panettoni e pandori italiani (pari all’8% della produzione complessiva di dolci lievitati da ricorrenza natalizia) prendono la strada dell’estero. Ma una fetta non trascurabile dei prodotti venduti all’estero, pur utilizzando le denominazioni riservate “panettone” e “pandoro”, non rispetta la normativa (Decreto 22 luglio 2005) sui lievitati di ricorrenza natalizia che all’interno dei confini nazionali impone una serie di vincoli (sull’utilizzo di materie prime come uova fresche e burro, ad esempio) pensati a tutela dei consumatori ma anche con l’obiettivo di rispettare (e tramandare) le ricette originali di questi dolci natalizi. Questo fattore di “concorrenza” sleale nei confronti delle aziende che agiscono nel rispetto della normativa, si aggiunge a un’altra forma di concorrenza generata proprio dal successo, all’estero, di questi prodotti: sono sempre più frequenti, infatti, iniziative di produzione locale, oppure di prodotti a marchio del distributore locale forniti da aziende italiane, che quasi sempre “dimenticano” di rispettare la ricetta tradizionale protetta. Basti pensare, ad esempio, che per i motivi suddetti, 7 su 10 panettoni e pandori venduti negli Usa non rispettano il disciplinare produttivo. “Crediamo sia necessario individuare - denuncia Alberto Bauli, Vice Presidente Aidi - strumenti di tutela a sostegno dell’esportazione di panettone e pandoro, due prodotti simbolo della tradizione gastronomica italiana. Le aziende produttrici italiane associate all’A. I. D. I. , che rappresentano circa il 85% della produzione nazionale, hanno sottoscritto l’impegno a produrre anche per il mercato estero con le stesse caratteristiche di qualità dei prodotti destinati al mercato nazionale. Il problema che vogliamo denunciare è che alcuni produttori italiani esportano panettoni e pandori non rispondenti al disciplinare di produzione recando un danno d’immagine a questo prodotto e attuando una “concorrenza sleale” verso i produttori associati. ” Infatti mentre in Italia il 27 gennaio 2006 è entrato in vigore il Decreto sui prodotti dolciari da forno che conferisce una precisa carta d’identità a panettone e pandoro (definendone nome, composizione, regole di etichettatura e processi tecnologici), nessun vincolo posto dal decreto è applicabile a chi produce all’estero o a chi produce, in Italia, per il mercato estero. Ed è proprio per questo motivo che fuori dei confini italiani è possibile trovare panettoni e pandori non conformi alla ricetta originale senza tuttavia violare la legge. La concorrenza sleale nasce anche dal prezzo, molto basso, che può permettersi di praticare chi non rispetta il disciplinare produttivo, molto rigoroso in termini di ingredienti obbligatori e di metodi di lavorazione per rispettare la ricetta originale. Anche In Sud America Si Produce Panettone! Dal Nord al Sud America, dall’Europa all’Oceania, sono molti i Paesi dove è diffuso il fenomeno delle “imitazioni” del panettone italiano. “E non stiamo parlando – precisa Alberto Bauli, Vice Presidente di Aidi - di fenomeni isolati o rivolti verso mercati di nicchia. Basti pensare che 7 panettoni o pandori su 10 esportati negli Stati Uniti non rispettano la normativa di produzione. Quindi, 7 americani su 10 che acquistano un panettone venduto “come italiano” si ritrovano nel piatto un "falso". ” Ma non basta. Nel paese a stelle e strisce cominciano a diffondersi marche che “suonano” italiane ma italiane non sono: degli oltre 30 milioni di pezzi prodotti in Sud America buona parte finisce sulla tavola degli statunitensi . Un vero e proprio boom che ha portato a parlare di questa specialità dolciaria – sembra un paradosso ma non lo è – come di un dolce tipico brasiliano… Un mercato in espansione, quello sudamericano che sembra ora puntare anche verso l’Europa iniziando dal Portogallo. Il Paradosso: In Argentina Frontiera Chiusa Per Il Pandoro Italiano In Argentina, invece, registriamo un caso “limite” – che ha dell’assurdo – che riguarda il pandoro. Esiste infatti in commercio un dolce chiamato “pandoro” (ma che con il pandoro non ha nulla a che vedere), brevettato e registrato come marchio da un produttore locale, che impedisce ai produttori italiani di esportare il classico dolce veronese in Argentina con il suo vecchio, “vero” e caro nome. Un rischio simile, per fortuna poi scongiurato, si é verificato anche in Colombia, questa volta rispetto al panettone. Un’azienda ha infatti registrato il marchio panettone ma poi non ha proceduto al suo utilizzo nei tre anni successivi alla registrazione, perdendo di fatto il diritto a commercializzare in via esclusiva il prodotto con questo nome. In Europa il paese a più alto tasso di imitazione rimane invece la Spagna, dove alcuni produttori di torrone, per ampliare la propria offerta natalizia, hanno iniziato da qualche anno a vendere a marchio proprio panettoni fabbricati in Italia, o a produrli in proprio. In Francia il fenomeno è diffuso da molto tempo e sono oramai molto diffusi panettoni a marchio privato - fatti in Italia - venduti a prezzi molto bassi. I Paesi Baluardo Dei Veri Panettoni E Pandori Made In Italy Per fortuna esistono però numerosi paesi, nel mondo, baluardo dei veri panettoni e pandori prodotti da aziende italiane e nel rispetto delle norme previste dal Decreto sulla denominazione riservata. È il caso del Regno Unito, un mercato che in passato commercializzava un "pane con l´uva" (sliced panettone), mentre oggi, anche grazie all’azione di sensibilizzazione dei produttori aderenti ad Aidi, sceglie di acquistare il “vero” panettone italiano. Anche i paesi dell’Est sono un mercato promettente per l’export di panettoni: in Romania, ad esempio, si sta diffondendo una vera e propria passione per questi prodotti. Tra i paesi extra Ue l’Australia rappresenta il mercato più affidabile: la nutrita comunità italiana ama infatti festeggiare il Natale all’insegna della migliore tradizione gastronomica made in Italy. Panettone, Pandoro E Torte Natalizie: 117 Milioni Di Pezzi Nel 2006 Nel 2006 la produzione industriale di panettone, pandoro e torte natalizie ha toccato – dati Aidi - le 108. 100 tonnellate, per un valore di 579 milioni di euro. Oltre l’80% della produzione è stata veicolata al consumo attraverso i punti vendita della Gdo; mentre circa l’8% (pari a 8000 tonnellate) è stata destinata all’export. Entrando più nello specifico, lo scorso anno sono state prodotte 46. 400 tonnellate di panettone tradizionale e 16. 400 tonnellate di panettone ‘speciale’, di cui 10. 600 ‘senza canditi’. La produzione di pandoro tradizionale è stata pari a 33. 500 tonnellate, mentre quella di pandoro ‘speciale’ ha raggiunto le 4. 000 tonnellate. Infine le torte natalizie si sono attestate sulle 7. 800 tonnellate. Durante le feste natalizie dello scorso anno sono state consumate 100. 600 tonnellate di dolci lievitati da ricorrenza, pari a circa 117 milioni di pezzi, con una prevalenza di panettone tradizionale (41,3%) seguito con il 32,1% dal pandoro tradizionale. Panettone e pandoro nelle versioni “speciali” hanno rappresentato il 19,4%, mentre le torte natalizie il 7,2%. Nel 2006 le famiglie acquirenti – dati Ac Nielsen - sono state circa 17,6 milioni; ogni famiglia ha acquistato in media 3,5 kg. Di lievitati di ricorrenza natalizia. Circa il 10% di dolci natalizi acquistati era in abbinamento ad un altro prodotto dolciario (spumante, torrone, ecc). Le vendite hanno prevalso nel Nord-ovest (29,5%) e nel Sud (25,7%); a seguire il Centro (24,5%) ed il Nord-est (20,3%). Nel Natale 2006, la spesa toccata dagli investimenti pubblicitari delle aziende del settore ha sfiorato i 50 milioni di euro. .  
   
 

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