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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Dicembre 2007
 
   
  PROCLAMATA LA CARTA UE DEI DIRITTI FONDAMENTALI: L´ESSENZA DELL´IDENTITÀ EUROPEA

 
   
  Strasburgo, 17 dicembre 2007 - Alla vigilia della firma del Trattato di Lisbona, i presidenti di Parlamento, Commissione e Consiglio Ue hanno firmato solennemente la Carta dei diritti fondamentali che lo stesso trattato rende vincolante. Il Presidente Pöttering ha sottolineato che, affermando la centralità della dignità umana, essa rappresenta l´essenza dell´unificazione europea e indica la via per un futuro comune di pace. Ha anche ammonito che, nella comunità di valori che è l´Ue, non ci sono diritti senza doveri. «Per i cittadini oggi è un giorno di gioia» è quanto ha affermato il Presidente del Parlamento Hans-gert Pöttering aprendo la seduta solenne dedicata alla firma della Carta dei diritti fondamentali. Cinquant´anni dopo la creazione della Comunità europea, fondata sulle rovine della seconda guerra mondiale, ha sottolineato il Presidente, «celebriamo oggi i valori comuni che sono l´essenza stessa dell´identità europea». La Carta dei diritti fondamentali, ha proseguito, «è il simbolo del cammino che ci ha portato a un´Unione dei cittadini». Essa dimostra «cha abbiano tratto la principale lezione dalla storia europea: il rispetto della dignità dell´individuo, la salvaguardia della libertà che abbiamo conquistato, della pace e della democrazia e lo Stato di diritto, sono ancora oggi il motore dell´unificazione europea». La libertà non può nascere senza il rispetto dei diritti degli altri, ha aggiunto il Presidente, e la pace non può sbocciare senza un equilibrio nella convivenza, «libertà, pace, diritto e benessere sociale, non sono possibile che assieme e non l´uno contro l´altro». Nell´unione europea, ha aggiunto, «non è la forza che ha diritto, ma è il diritto ad avere la forza». E´ questo, ha spiegato, «che conferisce alla nostra comunità di valori il suo volto moderno». Ha quindi esclamato che «solo il diritto garantisce a tutti la pace!». La caduta della cortina di ferro e l´adesione di dodici paesi all´Unione europea, ha affermato il Presidente, sono state possibili perché «il grido della libertà e della democrazia, la forza dell´esigenza di parità di diritti per tutti gli uomini, hanno vinto contro un´ideologia che disprezzava la persona umana». La Dichiarazione di Berlino, ha poi ricordato, proclama una cosa molto importante: «Noi cittadini dell´Unione europea siamo, per nostra felicità, uniti». E´ infatti «per la nostra felicità», ha spiegato, «che libertà, democrazia e diritti umani per noi tutti, nell´Unione europea, sono diventati realtà». Nel proclamare solennemente la Carta, «abbiamo d´ora in avanti il grande dovere e la grande fortuna di fare capire ai 500 milioni di cittadini dell´Ue e alle generazioni future, ciò che è l´essenza dell´unificazione europea». Dopo aver sottolineato che l´Ue non è solamente «calcoli economici dei costi e dei benefici», ma anche una «comunità di valori»? Valori, la cui chiave di volta «è il rispetto inalienabile della dignità della persona» consacrato dall´articolo 1 della Carta, e che sono alla base dell´integrazione dell´Europa. E´ per questa ragione, ha sottolineato il Presidente, che il riconoscimento, con forza vincolante, della Carta dei diritti fondamentali, «era per il Parlamento un elemento indispensabile di qualsiasi accordo sulla riforma dei trattati». E il Parlamento è riuscito a far valere la sua posizione: il riferimento alla Carta, iscritto all´articolo 6 del trattato, «le conferisce un carattere giuridicamente vincolante pari a quello del trattato stesso». L´uomo e la sua dignità, ha proseguito, «sono al centro della nostra politica» e l´Ue «offre un quadro che ci permetterà di seguire la via pacifica di un futuro comune». Senza questa base chiaramente definita di valori, ha proseguito il Presidente, «l´Unione europea non ha futuro». E non avremmo «il diritto di esigere il rispetto dei diritti umani nel mondo se non riuscissimo a tradurre i nostri propri valori in diritto positivo nell´Unione europea». Come europei, ha invece insistito, «dobbiamo agire per difendere la dignità dell´uomo e il dialogo tra le culture, lo possiamo fare con la consapevolezza di ciò che siamo, ma dobbiamo farlo con una volontà indefessa: nessuno ci potrà ostacolare!». Dopo aver ricordato l´influenza svolta dal Parlamento nella definizione della Carta sin dai tempi della Convenzione, il Presidente ha sottolineato che essa consacra i diritti economici e sociali, ma anche quelli politici. Tutela inoltre i diritti fondamentali nei campi d´attività dell´Ue e nell´applicazione del diritto comunitario. Grazie alla Carta, tutti i cittadini dell´Unione potranno appellarsi alla Corte di giustizia. Ha quindi auspicato che essa sarà presto applicabile in tutti gli Stati membri. A questo proposito ha lanciato un appello: «i diritti umani e i diritti fondamentali sono indivisibili, nell´interesse di tutti i cittadini dell´Ue, tutti gli Stati membri dovrebbero aderire alla Carta». Il Presidente ha poi sottolineato che se, da un lato, la proclamazione della Carta conferisce ai cittadini il potere di far valere i propri diritti, dall´altro è anche l´occasione di prendere coscienza che hanno anche dei doveri nei confronti della comunità degli europei, del mondo e delle generazioni future». «Non ci sono diritti senza doveri, poiché è la solidarietà che ci unisce». Stiamo costruendo un´Unione di cittadini, ha concluso il Presidente, e la proclamazione della carta apporta all´Ue fondamenta solide. Dimostra inoltre che la nostra comunità di valori «è viva e prospera». «E´ una grande vittoria per i cittadini europei!». «Oggi 12 dicembre sarà d´ora in poi una data fondamentale della storia europea», ha esordito il Presidente del Consiglio José Sócrates, affermando che questa è la cerimonia più importante alla quale abbia partecipato in tutta la sua carriera politica. Come europeo e portoghese, si è detto quindi particolarmente onorato di firmare la Carta dei diritti fondamentali, sottolineando che è proprio sotto presidenza portoghese, nel 2000, che erano iniziati i lavori per la sua stesura. La Carta, ha proseguito, è «un impegno che contiene i valori di base della civiltà europea», facendo leva sulla dignità dell´uomo. Dopo aver ricordato che il trattato prevede l´adesione dell´Ue alla Convenzione sui diritti umani del Consiglio d´Europa, il Primo ministro ha sottolineato che, a partire da oggi, i diritti fondamentali «diventano in modo irreversibile patrimonio comune della civiltà europea». Si tratta anche di un importante strumento che orienterà l´azione politica e legislativa delle istituzioni europee e dimostra ai cittadini che l´Ue è al loro servizio. Prevede diritti sociali, nel campo professionale e della previdenza, è la Carta dell´uguaglianza contro ogni discriminazione, pone particolare attenzione ai bambini, agli anziani e alla parità di genere, comprende norme sui dati personali e contempla le libertà economiche. E´ inoltre «fedele alla nostre tradizioni» e, in proposito, ha salutato con favore l´accordo cui è giunto il Consiglio Ue sulla proclamazione di una giornata europea contro la pena di morte. La Carta, inoltre, concilia i diritti dei cittadini con quello dei singoli, toccando anche i cittadini non europei. Il Primo Ministro, sottolineando che un mondo migliore è quello dove sono rispettati questi diritti, ha poi sostenuto che la Carta è anche al servizio della politica estera europea e rappresenta «un faro per l´Ue sulla scena internazionale». Con la Carta i cittadini possono riconoscersi in un´Unione che è un progetto di pace e democrazia, dove i diritti dei singoli sono rispettati. Ha quindi evidenziato che la proclamazione della Carta ha un valore giuridico preciso: con essa diventa «una legge fondamentale a vantaggio di tutti». In un mondo globalizzato «in cui molti sostengono che le regole economiche siano assolute», ha aggiunto il Primo Ministro, il riconoscimento della Carta Ue è un contributo notevole alla regolamentazione della globalizzazione. Vincolando gli Stati membri e le istituzioni Ue al suo rispetto, la Carta ne limita i poteri a favore dei cittadini, nel rispetto della sussidiarietà e rafforzando la natura democratica dell´Unione europea. La difesa dei diritti fondamentali, che diventa parte del «codice genetico dell´Ue», dovrà essere realizzata ogni giorno, da parte degli Stati, delle Istituzioni, della società civile, delle imprese, dei sindacati e dei singoli cittadini. Si tratta di un impegno a favore del rispetto e dell´applicazione di principi nell´azione quotidiana. «Solo così saremo infatti degni delle nostre tradizioni». José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea, ha sottolineato anzitutto l´elevato significato della proclamazione, «che consacra la cultura dei diritti dell´Unione europea». Con la firma della Carta dei diritti fondamentali, ha aggiunto, le tre Istituzioni europee ribadiscono il loro impegno e permettono di realizzare un importante passo avanti rendendola vincolante e dandole lo stesso valore giuridico dei trattati. La Carta ha aggiunto, porta concreti benefici per i cittadini, mette al centro la dignità umana e prevede le classiche libertà civili (di espressione, di religione, non discriminazione, ecc. ), i diritti sociali e economici, dei lavoratori e delle parti sociali. Ma introduce anche nuovi diritti come quello alla tutela dei dati personali e quelli relativi alla bioetica. La Carta, ha proseguito, promuove l´ancoraggio dell´Ue a una vera cultura dei diritti fondamentali che dovranno essere rispettati dalle Istituzioni in tutte le loro azioni. «Può sembrare facile», ha spiegato, «ma si tratta in realtà di una sfida quotidiana al fine di assicurare al meglio il rispetto delle libertà civili in tutte le politiche dell´Unione», legiferando sul mercato interno, nella gestione dell´immigrazione o negli sforzi per lottare contro il terrorismo. La Carta, ha aggiunto, è il primo documento giuridicamente vincolante prodotto a livello internazionale che raggruppi, in un testo unico, diritti politici e civici ma anche diritti economici e sociali, sottoposti allo stesso meccanismo giudiziario. Si tratta, senza dubbio, di «un successo importante di cui l´Unione deve essere orgogliosa». E´ particolarmente significativo, ha poi sottolineato, che ciò sia possibile in questa nuova Europa ampliata che fu divisa da regimi totalitari e autoritari che non rispettavano i diritti umani. Un´europa che oggi «è unita intorno ai valori della libertà e della solidarietà». Se uniamo i nostri sforzi per stimolare questa cultura dei diritti umani, «apporteremo un contributo essenziale a una vera Europa dei valori, tangibili e credibili agli occhi dei cittadini». Ha quindi concluso che, a partire da oggi, «l´Europa è ancora meglio attrezzata per vincere con successo la lotta per libertà, la pace e la democrazia». I tre presidenti hanno quindi firmato la Carta, nell´Aula è poi risuonato l´Inno europeo. *** Durante gli interventi, una minoranza di deputati ha disturbato il corretto svolgimento della seduta con striscioni e urla. Il resto dei deputati ha in diverse occasioni coperto questi tumulti con lunghi applausi. Nondimeno, finita la seduta solenne, i leader dei gruppi politici hanno voluto prendere la parola per stigmatizzare il comportamento di questa minoranza di deputati. Dibattito a seguito della Proclamazione della Carta dei diritti fondamentali Martin Schulz (Pse, De) ha ricordato che quando andava a scuola era insegnato agli alunni che, nel Reichstag della Repubblica di Weimar, il gruppo parlamentare di Adolf Hitler urlava per coprire le voci degli oppositori politici. Quanto accaduto, ha sottolineato, riporta alla mente questa tecnica. Ha poi osservato che l´unico leader di un gruppo politico intenzionato ad andare a Lisbona per la cerimonia della firma del nuovo trattato è Jens-peter Bonde (Ind/dem, Dk). Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha ritenuto che questi incidenti non siano degni di un Emiciclo «molto democratico» e riferirà in merito nel corso della Conferenza dei Presidenti, «onde evitare ulteriori aggravamenti». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr), dopo aver condannato «la manifestazione antieuropeista, sciovinista e indegna», ha ricordato che - pur favorevole al referendum - il suo gruppo si dissocia dal comportamento della minoranza che ha turbato la seduta. Per Graham Watson (Alde/adle, Uk) «il comportamento degli hooligan degli stadi calcistici è stato portato nella più alta assemblea europea». Ha quindi rivolto un appello formale a che in futuro tali comportamenti siano puniti con l´espulsione dall´assemblea. Daniel Cohn-bendit (Verdi/ale, De) si è detto «scioccato» ma ha sottolineato che «non si deve drammatizzare» perché «se vi sono cinquanta pazzi nella sala, vi sono anche settecento persone razionali». A suo parere richiedere l´espulsione sarebbe eccessivo poiché «un Parlamento libero è un Parlamento che tollera dei pazzi, anche se sono sgradevoli». Brian Crowley (Ind/dem, Dk) ha ritenuto che «quello che è appena successo va al di là di ciò che può essere tollerato in un´istituzione democratica». Jens-peter Bonde (Ind/dem, Dk), scostandosi da quanto dichiarato dai suoi colleghi, ha affermato di «capire perfettamente» ma che la «tradizione è diversa in Danimarca» e che era «presente con la sua maglietta a favore del referendum. Tutti, a suo parere, dovrebbero reclamare un referendum. Diana Wallis (Alde/adle, Uk), in veste di Presidente di seduta, ha voluto ricordare che, il 29 novembre scorso, il Parlamento europeo aveva adottato una relazione che approvava la Carta, con 534 voti favorevoli, 85 contrari e 21 astensioni. Background - statuto giuridico e capitoli della Carta dei diritti fondamentali Il Consiglio europeo di giugno 2007 ha deciso di non includere il testo della Carta dei diritti fondamentali nel nuovo trattato. Nel mandato per la conferenza intergovernativa (Cig) era proposto solamente di farla figurare come una dichiarazione allegata al trattato. Su iniziativa dei rappresentanti del Parlamento alla Cig, invece, si è deciso di procedere a una vera e propria proclamazione solenne che è, allo stesso tempo, simbolica e formale. L´articolo del trattato che conferirà carattere giuridicamente vincolante alla Carta, infatti, farà riferimento a tale proclamazione. Il testo della Carta sarà inoltre pubblicato integralmente sulla Gazzetta Ufficiale dell´Ue. In merito al suo statuto giuridico, dando seguito alle insistenze del Parlamento, i capi di Stato e di governo hanno deciso di conferire alla Carta un carattere vincolante. Le sue disposizioni si applicano quindi alle istituzioni, organi e organismi dell´Unione nel rispetto del principio di sussidiarietà, come pure agli Stati membri, ma «esclusivamente nell´attuazione del diritto dell´Unione». Pertanto, questi dovranno osservarne i principi e promuoverne l´applicazione. La Carta, peraltro, «non estende l´ambito di applicazione del diritto dell´Unione al di là delle competenze dell´Unione, né introduce competenze nuove o compiti nuovi per l´Unione, né modifica le competenze e i compiti definiti nei trattati». La Corte di giustizia dell´Unione europea, una volta ratificato il trattato di Lisbona, avrà il compito di assicurare che la Carta dei diritti fondamentali sia rispettata. In una risoluzione adottata il 29 novembre scorso con 534 voti favorevoli, 85 contrari e 21 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato formalmente lo statuto giuridico della Carta, nella sua versione prevista dal nuovo trattato. Rispetto a quella del 2000, infatti, la Carta aveva già subìto delle lievi modifiche, in particolare per quanto riguarda le disposizioni sociali che erano state anch´esse approvate dal Parlamento nel 2003 (al termine dei lavori della Convenzione) e nel 2005 (dando il via libera alla Costituzione). Un protocollo allegato al trattato di Lisbona introduce delle misure specifiche per il Regno Unito e la Polonia che stabiliscono delle deroghe alle competenze della Corte di giustizia europea e dei tribunali nazionali per quanto riguarda la protezione dei diritti riconosciuti dalla Carta. Nella sua risoluzione del 29 novembre, il Parlamento ha chiesto a questi due Stati membri di «compiere ogni sforzo per poter comunque pervenire a un consenso sull´applicazione illimitata della Carta». La Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea riprende in un unico testo l´insieme dei diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei e di tutti coloro che vivono nel territorio dell´Ue. Questi diritti sono raggruppati in sei grandi capitoli: Dignità: diritto alla vita, diritto all´integrità della persona, proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato. Libertà: diritto alla libertà e alla sicurezza, rispetto della vita privata e della vita familiare, protezione dei dati di carattere personale, diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà di espressione e d´informazione, libertà di riunione e di associazione, libertà delle arti e delle scienze, diritto all´istruzione, libertà professionale e diritto di lavorare, libertà d´impresa, diritto di proprietà, diritto di asilo, protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione. Uguaglianza: uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, diversità culturale, religiosa e linguistica, parità tra donne e uomini, diritti del minore, diritti degli anziani, inserimento delle persone con disabilità. Solidarietà: diritto dei lavoratori all´informazione e alla consultazione nell´ambito dell´impresa, diritto di negoziazione e di azioni collettive, diritto di accesso ai servizi di collocamento, tutela in caso di licenziamento ingiustificato, condizioni di lavoro giuste ed eque, divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro, vita familiare e vita professionale, sicurezza sociale e assistenza sociale, protezione della salute, accesso ai servizi d´interesse economico generale, tutela dell´ambiente, protezione dei consumatori. Cittadinanza: diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo, diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali, diritto ad una buona amministrazione, diritto d´accesso ai documenti, Mediatore europeo, diritto di petizione, libertà di circolazione e di soggiorno, tutela diplomatica e consolare. Giustizia: diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, presunzione di innocenza e diritti della difesa, principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene, diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato. Questi diritti si fondano sulle libertà fondamentali riconosciute dalla Convenzione europea dei diritti dell´uomo, dalle tradizioni costituzionali degli Stati membri dell´Ue, dalla Carta sociale europea del Consiglio d´Europa e dalla Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori, nonché da altre convenzioni internazionali a cui aderiscono l´Unione europea o i suoi Stati membri. .  
   
 

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