PAOLO VILLAGGIO IN SERATA D’ADDIO AL TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO
Milano, 17 dicembre 2007 - Tre pezzi di bravura per un solo attore si dice di solito. In questo caso si potrebbe parlare anche di autore. Villaggio drammaturgo ci propone, dopo averli fatti propri mediandoli con il suo stile inconfondibile, tre atti unici suggeriti dalle opere di due giganti del teatro. E’ la disperazione, la ribellione e la solitudine di un uomo, ma allo stesso tempo la sua trascinante carica comica e grottesca che sono il filo conduttore e l’anima di questi tre momenti, di queste tre situazioni. Tre uomini e uno solo allo stesso tempo. Tre tipi che sembrano incarnarsi e vivere con straordinaria intensità nell’attore stesso che li adotta e li anima, con formidabile immedesimazione, come fossero schegge impazzite della propria esperienza umana. “Il fumo uccide” Una dura accusa contro i danni provocati dal fumo. Un’invettiva nei confronti della speculazione costruita sulla salute dei cittadini. Una conferenza di denuncia morale e di grande responsabilità civile. “Una vita all’asta” E’ la confessione e il congedo dell’attore giunto alla fine della sua carriera o comunque al momento in cui sembra ora di dire basta lasciando spazio ad altri. I ricordi di tanti episodi e aneddoti tornano alla mente per diventare una specie di testamento artistico del protagonista. “L’ultima fidanzata” Ipocondria, paura della morte. Un uomo solo col suo destino subdolo e crudele. L’angoscia di un responso medico preoccupante e la strana sensazione di venire proiettato in un’altra dimensione dove la vita con i suoi problemi assume un significato completamente diverso. Www. Tieffeteatro. It .