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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Dicembre 2007 |
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DIBATTITO SUL SEMESTRE DI PRESIDENZA PORTOGHESE SOCRATES ILLUSTRA GLI ESITI DELLA SUA PRESIDENZA
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Bruxelles, 19 dicembre 2007 - Dopo aver firmato il Bilancio 2008, il Presidente ha aperto il dibattito in Aula sui risultati della Presidenza portoghese e dell´ultimo Vertice di Bruxelles. Il Trattato di Lisbona è stato protagonista degli interventi, assieme ai vertici con Brasile e Africa, al Kosovo, ai cambiamenti climatici e alla flessicurezza. Per il Primo Ministro portoghese, tutti gli obiettivi sono stati raggiunti e l´Europa ora è più forte e sicura di sé. Prima di procedere al dibattito, il Presidente Pöttering ha proceduto alla firma del bilancio 2008. In proposito ha dichiarato: «Oggi firmiamo il bilancio dell´Unione per il 2008. Nel corso dei negoziati il Parlamento ha potuto concordare con il Consiglio il finanziamento dell´intero progetto Galileo e dell´Istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit). Per quanto riguarda le relazioni esterne, ha garantito il finanziamento per la Palestina e per la politica estera e di sicurezza (Pesc) attraverso la mobilitazione dello strumento di flessibilità ed ha mantenuto gli altri impegni politici dell´Unione europea». Aprendo il dibattito sul Vertice di dicembre, ha ringraziato il Primo Ministro Socrates per il «grande successo» della sua Presidenza e il Presidente della Commissione per l´ottima collaborazione con il Parlamento che ha portato, in particolare, a una svolta in merito al progetto Galileo. Ha voluto sottolineare l´importanza degli eventi dell´ultima settimana: la firma solenne della Carta dei diritti fondamentali a Strasburgo, la firma del Trattato a Lisbona e il vertice di Bruxelles. Riguardo al trattato, il Presidente ha evidenziato il fatto simbolico che il primo paese aver averlo ratificato è stato l´Ungheria ed ha invitato i parlamenti degli altri Stati membri a seguirne l´esempio. Dichiarazione della Presidenza «L´europa ha buoni motivi per essere soddisfatta per quanto successo negli ultimi sei mesi», ha esordito il Presidente del Consiglio José Sócrates. L´europa, ha infatti spiegato, «è più forte e più sicura di sé», si tratta di un´Europa «migliore rispetto a se stessa e rispetto al mondo» e «tutti gli obiettivi prefissi sono stati raggiunti». Ha particolarmente insistito sul successo ottenuto con il Trattato, con il Vertice Ue/brasile e con il Vertice Ue/africa. La firma del Trattato, per il Primo Ministro, risolve l´impasse istituzionale, risponde alla crisi e rappresenta un importante segnale di fiducia per l´Ue. In proposito, ha sottolineato l´importanza di aver definito un progetto politico che afferma i propri valori con la Carta dei diritti fondamentali e col principio della cittadinanza. L´unione ampliata, inoltre, ha ora una migliore capacità decisionale, e si è dotata di istituzioni più forti, efficaci e efficienti, all´altezza delle sfide. Si è poi detto molto soddisfatto di aver definito un partenariato strategico con il Brasile e una strategia congiunta con l´Africa. Il Primo Ministro ha poi accennato a quanto ottenuto nel campo dell´agenda delle libertà: la Carta dei diritti fondamentali, l´accordo sulla giornata europea contro la pena di morte «che onora i valori europei» e l´estensione dell´area Schengen che abbatte le frontiere interne dell´Ue. In merito all´agenda sociale, ha posto in luce l´accordo con i sindacati e la definizione dei principi comuni sulla flessicurezza «che stimola il modello sociale europeo». Sull´immigrazione, ha evidenziato la definizione degli orientamenti comuni europei, fondati sull´inclusione, sulla lotta all´immigrazione illegale e sulla cooperazione con i paesi d´origine. In merito all´agenda economica, si è detto particolarmente soddisfatto dell´accordo su Galileo e sulla definizione di una politica marittima europea. In tema di energia e cambiamenti climatici, ha posto in evidenza il piano strategico per la tecnologia energetica e l´accordo raggiunto a Bali che stabilisce «una roadmap negoziale chiara». Infine, ha salutato la decisione di istituire un gruppo di riflessione e la nomina di Felipe Gonzales alla sua guida. Ha quindi concluso dicendosi orgoglioso di quanto compiuto in sei mesi, raggiungendo tutti gli obiettivi e tenendo fede al motto della Presidenza "Un´europa più forte per un mondo migliore". Dichiarazione della Commissione Per José Manuel Barroso, negli ultimi sei mesi, si è riusciti a risolvere i problemi istituzionali e sono stati ottenuti risultati concreti a vantaggio dei cittadini. L´europa, ha sottolineato, ha dimostrato di essere «all´altezza della sfida del Xxi secolo». Dopo aver posto in luce il contributo importante della Presidenza tedesca, ha evidenziato il successo politico ottenuto con l´accordo sul trattato che ora deve essere concretizzato attraverso le ratifiche e, in proposito, ha sottolineato che gli Stati membro devono onorare il loro impegno a procedere in tale senso per consentire al trattato di entrare in vigore nel 2009. Dopo aver sottoscritto tutto quanto affermato dal Primo Ministro, il Presidente della Commissione ha voluto sottolineare anche il successo ottenuto con l´accordo sull´Istituto europeo di tecnologia e sul lancio della politica marittima europea. L´unione, ha aggiunto, «è il giusto mezzo per far fronte alle sfide attuali» e il crescente sostegno dei cittadini è dimostrato dall´ultimo sondaggio Eurobarometro. Il Presidente ha poi accennato all´importanza della dichiarazione sulla globalizzazione adottata dal Vertice, sulle prossime misure che saranno proposte in materia di immigrazione e sul pacchetto riguardo all´energia e ai cambiamenti climatici, ed ha salutato poi l´istituzione del gruppo di riflessione sul futuro dell´Europa. Ha quindi insistito sull´importante sfida «attuale» in Kosovo, la cui stabilità «dipende dall´Ue». Al riguardo, ha sottolineato la necessità di un´azione determinata e unita dell´Europa, la quale non può fallire. Si è poi rallegrato del nuovo consenso sulla politica di aiuti umanitari europea e sull´apertura della frontiere esterne dell´Ue. Intervento in nome di gruppi politici Per Joseph Daul (Ppe/de, Fr) oggi si celebra «l´Europa che va avanti». Con il Trattato di Lisbona, ha spiegato, «i nostri valori condivisi - libertà, democrazia; solidarietà - e o nostri obiettivi - pace, sicurezza, protezione dell´ambiente e prosperità - riaffermano il nostro destino comune». Il trattato ha aggiunto, dà maggiore coesione all´Ue e il processo di integrazione iniziato 50 anni fa continua ancora «uniti nella diversità». E´ questa diversità che fa la ricchezza dell´Europa e che il trattato sancisce, «è dall´inclusione che l´Europa plurale trae la propria forza». Come legislatori, ha insistito, occorre spiegare in modo semplice ai cittadini di cosa si tratta: «l´Unione e gli Stati-nazione sono insieme, si dividono le competenze e hanno deciso di esercitare assieme parte della loro sovranità». Dal 2009, ha sottolineato, il Parlamento disporrà di maggiori poteri, e il risultato delle elezioni influenzerà la nomina del Presidente della Commissione. Il leader dei popolari ha poi evidenziato che occorre più Europa in Kosovo, poiché avere pace e stabilità nei Balcani è nell´interesse degli europei. Nel sostenere l´istituzione del gruppo di riflessione, ha poi posto in luce la necessità che l´Europa mantenga la leadership in materia di cambiamenti climatici: «ipotecare il futuro dei nostri figli e nipoti sarebbe criminale, spetta a noi convincere i nostri partner americani». Ripercorrendo infine 50 anni di progressi nel campo dell´integrazione europea, il deputato ha affermato che il nuovo trattato «sottrae l´Europa dalla spirale negativa in cui si trovava» e la costruzione europea del Xxi secolo «diventa nuovamente sinonimo di entusiasmo e ambizione». Nessuno Stato membro, ha concluso, può ambire alla prosperità senza l´integrazione. Per Martin Schulz (Pse, De), la Presidenza portoghese è stata un successo. Al riguardo, ha insistito soprattutto sul Vertice Ue/africa, «che ha ridato dignità al continente», sul vertice con il Brasile, che dimostra l´importanza che deve avere l´America Latina nella politica europea, e sulla lotta contro la pena di morte, «che fa onore e gloria alla Presidenza». Ha quindi sottolineato che vi sono altre sfide che attendono l´Europa: il trattato è stato firmato ma deve ancora essere ratificato. A suo parere, inoltre, occorre rivedere le linee direttrici sull´occupazione. Ricordando poi come la direttiva "servizi" abbia portato alla bocciatura della Costituzione, ha quindi ammonito la Commissione a non mettere a rischio la ratifica del Trattato di Lisbona proponendo ora una direttiva sui servizi sanitari transfrontalieri ispirata al principio del paese d´origine. Il 2008, ha infatti sottolineato, dovrà affrontare con successo il processo di ratifica e, a tal fine, è necessario avere la fiducia dei cittadini dimostrando che l´Europa è responsabile dal punto di vista sociale. «Facendo risorgere un trattato dato già per morto e sepolto», ha esordito Graham Watson (Alde/adle, Uk), la Presidenza ha mostrato che «l´improbabile è a volte possibile». D´ora in poi, Lisbona sarà ricordata per aver conferito all´Europa gli strumenti per far sì che la globalizzazione «lavori per noi e non contro di noi». Il leader dei liberaldemocratici ha tuttavia affermato che, spesso, «i grandi successi possono oscurare i piccoli insuccessi». In proposito ha sottolineato che, nonostante il Vertice, le divisioni con l´Africa potrebbero aumentare. Si è poi chiesto cosa è successo al dibattito sulla flessicurezza, dov´è la blue card per l´immigrazione e dove sono le misure per il taglio delle emissioni di Co2. Ha inoltre sottolineato che gli accordi per la condivisione dei dati hanno prevaricato su quelli per la tutela degli stessi dati. Tra gli aspetti positivi della Presidenza, ha invece ascritto la leadership europea a Bali, l´accordo sul bilancio 2008 e la politica comune nei confronti del Kosovo. Ha poi sottolineato che, dal 2009, con il voto a maggioranza e il potere di codecisione del Parlamento, l´Europa non sarà più ostaggio dei veti. Brian Crowley (Uen, Ie) si è anch´esso congratulato con la Presidenza e, in particolare, per la firma del Trattato che migliora molto la situazione rispetto a quella attuale. La Conferenza di Bali, ha quindi, aggiunto, dimostra la necessità per l´Europa di parlare con una sola voce nei settori di competenza esclusiva dell´Ue. Si è infine congratulato per il Vertice con l´Africa, nei confronti della quale l´Europa è stata per troppo tempo inattiva. Dopo aver ringraziato la Presidenza «per il suo impegno onesto e francamente europeista», Monica Frassoni (Verdi/ale, It) ha sottolineato che, probabilmente, «non tutte ma alcune delle insufficienze» sono da attribuire più al Consiglio nel suo insieme che alla Presidenza: «siccome non si può tirare fuori sangue da una rapa, quando uno ha il Consiglio che ha, è un po´ dura arrivare a dei risultati molto più importanti». Sul trattato di Lisbona, ha quindi ricordato che il suo gruppo avrebbe preferito «un atteggiamento meno difensivo» evitando di lasciare «la definizione dell´agenda esclusivamente nelle mani degli antieuropei». Definendo uno «scandalo» il comportamento di Gordon Brown, ha sostenuto che «la pazienza con costoro deve diminuire». A suo parere, inoltre, il modo in cui il Regno Unito, ma anche gli altri Stati, hanno avuto praticamente quello che volevano nel trattato di Lisbona - «che rappresenta dei passi indietro rispetto alla Costituzione» - deve «fare riflettere su quello che è il futuro dell´Europa». Da questo punto di vista, ha aggiunto, «il mandato del gruppo di riflessione non sembra un granché», ma forse è meglio così. Riguardo al Brasile ha poi espresso perplessità sul fatto che non si punta più sulla dimensione regionale dei nostri rapporti strategici con quella parte del mondo. A suo parere, «l´unica cosa che emerge chiaramente, è che l´interesse dell´Unione europea nell´America Latina, e in Brasile in particolare, è l´interesse delle sue imprese, alcune più di altre». Invece, «avremmo voluto avere una strategia chiara (. ) nel senso di una collaborazione maggiore sui cambiamenti climatici e che non si risolva semplicemente con il sostegno relativamente vuoto al marketing di Lula rispetto al bioetanolo». Per quanto riguarda l´Africa, ha ribadito le critiche del suo gruppo in merito «ad una politica testardamente ideologica, soprattutto da parte della Commissione, sugli accordi di partenariato economico». Questo approccio «à la carte», ha spiegato, preoccupa poiché si fonda sul principio che «siccome fallisce la dimensione africana (. ) si cerca di avere un accordo bilaterale con ognuno degli Stati africani». Gli accordi di partenariato economico, ha insistito, «non sono uno strumento di politica dello sviluppo». La leader dei Verdi ha poi voluto ringraziare la Presidenza e la Commissione «per il lavoro svolto a Bali». A tale proposito ha tuttavia sottolineato che «il difficile arriverà adesso, con la traduzione in leggi e normative di tutti quegli impegni che noi abbiamo preso rispetto ai cambiamenti climatici». Ha infatti spiegato, che «va bene andare a fare un bello spettacolo e a tenere veramente la posizione a Bali, ma poi dobbiamo tenerla anche all´interno dell´Unione europea con delle leggi e delle normative chiare da questo punto di vista». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha sottolineato che, dopo tante auto-congratulazioni», occorre anche una valutazione critica. La crisi finanziaria, ha quindi spiegato, «è uno schiaffo al modello anglosassone». Si è quindi chiesto se sia ancora il caso di insistere sul libero mercato a discapito dei diritti sociali e sindacali e se si crede veramente che «i cittadini accettino lo sgretolamento dei diritti a favore della concorrenza». Ha poi sottolineato la mancanza di azioni concrete in materia di riduzione delle emissioni di Co2 e, pur salutando l´impegno finanziario a favore della Palestina, ha criticato la mancanza di impegno politico. E´ su questi punti, ha concluso, che l´Europa rischia di perdere la sua credibilità. Nigel Farage (Ind/dem, Uk) ha criticato il fatto che il Trattato di Lisbona sia identico alla Costituzione, bocciata da francesi e olandesi, senza portarne il nome. Ha quindi stigmatizzato il fatto che si vuole imporre questo trattato contro la volontà popolare, sottraendosi anche a un referendum. Ha poi concluso disapprovando «la pericolosa forma di euro-nazionalismo che non accetta i "no"». . |
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