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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Dicembre 2007 |
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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: REGIONE UMBRIA E UNIVERSITA’ DI PERUGIA COLLABORANO ALLA “PRIMA CAMERA ARBITRALE PALESTINESE”
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Jericho (Palestina), 19 dicembre 2007 – Una “Camera Arbitrale” palestinese, che avrà il compito di affrontare e dirimere le controversie commerciali, sarà dal 2008 una realtà per la Palestina. L’iniziativa di costituzione della Camera (ormai giunta alle sue battute conclusive), che garantirà per la prima volta agli operatori economici, imprenditori, giudici e avvocati della Palestina un parametro certo e valido a livello nazionale ed internazionale quale strumento di risoluzione delle controversie commerciali, è stata presentata a Jericho (Palestina) dal prof. Maurizio Oliviero dell’Università di Perugia, a nome della commissione bilaterale incaricata di realizzarla e di elaborarne il testo normativo. La commissione (costituita il 24 maggio scorso a Ramallah presso la sede della “Engineering Association” Palestinese, l’associazione che raggruppa tutti gli ingegneri, architetti e urbanisti palestinesi) era composta, per la parte palestinese, dalle tre associazioni professionali di categoria (oltre alla “Engineering Association”, la “Bar Association” e la “Engineers Contractors”); per la parte italiana, dalla Regione dell’Umbria in qualità di coordinatrice delle Regioni Italiane per la Cooperazione in Palestina, e da “I. U. S. Spin Off” dell’Università di Perugia (Facoltà di Giurisprudenza). Per annunciare la notizia della prossima costituzione della Camera Arbitrale Palestinese (di cui il 18 novembre scorso la Commissione bilaterale ha approvato il testo normativo con relativa legge, regolamento e statuto, e sarà ora il presidente palestinese Abu Mazen a chiederne il riconoscimento ufficiale presso la Convenzione di New York), il prof. Oliviero ha scelto l’occasione del convegno, svoltosi domenica scorsa presso l’Hotel “Inter-continental” di Jericho, sul tema “Prospettive Comuni della Cooperazione Italo-palestinese”. L’iniziativa ha rappresentato il momento conclusivo della visita che una delegazione umbra ha compiuto in questi giorni in Palestina, per proseguire il lavoro iniziato l’estate scorsa con architetti e tecnici palestinesi, che in Umbria avevano frequentato uno “stage” presso enti pubblici e aziende private su temi legati all’urbanistica, alla pianificazione del territorio e al recupero dei centri storici. Dal febbraio prossimo – ha spiegato Oliviero – partirà la fase di formazione dei soggetti direttamente interessati alla Camera (giudici, avvocati), e in aprile comincerà il lavoro di formazione dei soggetti che saranno chiamati a partecipare al nuovo organismo. “La costituzione della Camera Arbitrale Palestinese – ha detto il prof. Oliviero, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università di Perugia e presidente dell’Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Adisu) – è un fatto di estrema importanza per la Palestina, perché crea condizioni di sicurezza economica grazie alla tutela giuridica degli interessi”. Invece di ricorrere (o di non ricorrere, perché i procedimenti sono talmente costosi da scoraggiarne l’impiego) alle Camere di Londra e di Parigi, imprenditori e tecnici potranno avvalersi del nuovo strumento, con la garanzia di una uniformità modellata sugli standards internazionali. Oltre al significato economico e al positivo effetto sugli investimenti, la Camera - ha sottolineato Oliviero – rivestirà anche un significato istituzionale, come “un pezzo importante per la costruzione dello Stato Palestinese” e del suo sistema giudiziario. E rappresenterà anche – ha aggiunto, riferendosi alla partecipazione della Regione dell’Umbria e dell’Università di Perugia alla commissione incaricata di progettarla – “la prova un nuovo modo di fare cooperazione internazionale: una cooperazione basata cioè non più sull’aiuto elargito da ‘donors’ a passivi beneficiari, ma sul riconoscimento reciproco e sulla ‘partnership’ basata sull’individuazione comune delle esigenze e delle soluzioni”. “La Camera Arbitrale, fortemente voluta da tecnici e imprenditori – ha commentato il Presidente degli Imprenditori Palestinesi Sameeh Tubaileh – è uno strumento indispensabile per chi vuole fare progetti e affari qui in Palestina”. “Abbiamo bisogno di investimenti – ha sottolineato il Governatore di Jericho Areef Al Jabari – e questo è un incontro per tutti coloro che sono interessati a fare affari nel nostro territorio”. “Non bisogna aspettare la pace per cominciare a lavorare” - ha affermato Moreno Caporalini, responsabile per la Regione Umbria dei rapporti di cooperazione con la Palestina, proponendo una “Fiera delle Idee” per far incontrare ogni anno la società umbra con la società palestinese e “mettere insieme chi studia, chi progetta e chi lavora”. “Nella cooperazione con la Palestina, l’Umbria si è mossa come sistema – ha affermato, nel suo intervento conclusivo al convegno di Jericho, l’assessore all’Ambiente e Territorio della Regione Umbria Lamberto Bottini -, facendo fare un passo avanti alla ‘democrazia dal basso’ del rapporto fra le istituzioni, per mettere direttamente in contatto, come in questa occasione, le professioni e la società civile, università, ordini professionali, tecnici delle istituzioni e delle aziende”. “È un modo nuovo di fare cooperazione – ha detto Paolo Ricci, portavoce degli Enti Locali Italiani nel programma “Ali della Colomba” nel quadro della “Cooperazione Italiana allo Sviluppo” -, bisogna superare il concetto dell’assistenza, capire che invece di comprare il pesce a qualcuno è meglio insegnargli a pescare, e che coinvolgere le associazioni è molto meglio che coinvolgere i singoli. La costituzione della Camera Arbitrale Palestinese va in questa direzione”. Al convegno di Jericho sono intervenuti rappresentanti delle Associazioni degli Ingegneri e degli Architetti, degli imprenditori, del Ministero dei Governi Locali Palestinesi. I tecnici che hanno partecipato allo “stage” in Umbria hanno riferito le loro esperienze, “eccellenti – le hanno definite -, perché basate su un vero partenariato: è la prima volta – hanno sottolineato – che abbiamo la possibilità di frequentare un corso di questo genere, e siamo felici di aver imparato nuove tecnologie, per poterle trasferire sul nostro territorio”. . |
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