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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Dicembre 2007
 
   
  LA TOSCANA APPROVA LA LEGGE SULLA PARTECIPAZIONE LA PRIMA IN ITALIA. CITTADINI COINVOLTI NELLE GRANDI SCELTI E GRANDI PROGETTI FRAGAI: «IL PRIMO BANCO DI PROVA POTREBBE ESSERE! IL PIANO ENERGETICO»

 
   
  Firenze, 20 dicembre 2007 - Il testo sulla partecipazione è legge. Il Consiglio regionale l’ha approvata nel pomeriggio: una legge molto toscana, che guarda al dibattito pubblico francese ma anche al town meeting anglosassone e ad altre esperienze nel mondo. E entro il 31 marzo cittadini, associazioni e istituzioni toscane potranno presentare le prime richieste perché su grandi interventi e grandi progetti, regionali ma anche locali, si aprano processi di partecipazione. Una possibilità estesa a tutti coloro che abitano nella regione, per lavoro o per studio, anche stranieri, e non solo ai toscani. «Tagliamo un traguardo importante lungo quasi due anni – sottolinea l’assessore alle riforme e alla partecipazione, Agostino Fragai – Abbiamo scritto questa legge, la prima del genere approvata da una Regione, assieme ai cittadini: un antidoto all’antipolitica, un pun! to di incontro tra democrazia partecipativa e democrazia rappr! esentati va per fare prima e meglio, una scommessa anche sulle capacità dei cittadini perché sui grandi progetti si apra una discussione prima e non quando, all’inaugurazione di un cantiere, si alzano le prime proteste». Sono tre le date, nel corso dell’anno, entro cui i cittadini potranno chiedere che venga aperto un processo partecipativo: il 31 marzo, il 31 luglio e il 30 novembre. Naturalmente anche la Regione potrà decidere di aprire un dibattito pubblico su uno o più provvedimenti inseriti nella propria agenda. «Il primo banco di prova – accenna l’assessore Agostino Fragai – potrebbe essere la discussione del nuovo piano energetico». L’esito del dibattito pubblico non è vincolante. Nel caso il parere sia contrario, chi ha proposto il progetto può rinunciarvi o sostenerne uno diverso, oppure insistere con il progetto iniziale fornendo opportune motivazioni. In o! gni caso si tratterà di una decisione più consapevole e certo, se il dibattito è stato ricco e partecipato, sarà difficile per l’ente competente non tenerne adeguatamente conto. I progetti che potranno essere messi sotto esame sono quelli dal grande impatto sul territorio regionale e quelli a dimensione locale: strade, nuovi insediamenti, termovalorizzatori, impianti eolici o di rigassifficazione, alta velocità ma anche grandi scelte sociali. Lo stanziamento per il 2008 consentirà di finanziare almeno 2-3 iniziative di dibattito pubblico e 30-40 iniziative di processi partecipativi locali. «Prima che la legge diventi operativa, il Consiglio regionale dovrà ora nominare l’autorità garante – spiega l’assessore - Sarà bandito un avviso pubblico». Nel caso la commissione non trovi una accordo unanime, l’aula voterà su una rosa di tre nomi proposti dall’uff! icio di presidenza. Il personale sarà invece quello del! la Regio ne. Probabilmente nei prossimi mesi sarà firmato con gli enti locali anche un patto, dove sarà sottoscritto un codice comune di comportamento che renda più semplice l’applicazione della legge. Quel che è certo è che il testo sta già facendo proseliti. Studiano la legge toscana in Cina e il Ministero per la funzione pubblica italiana l’ha già selezionata come buona pratica. Ecco il provvedimento in dieci punti: a chi si rivolge, quali progetti riguarda e come funziona. Per i toscani, ma non solo - La legge sulla partecipazione si rivolge a tutti i cittadini che risiedono o vivono sul territorio toscano: stranieri, lavoratori, studenti. Anche ai toscani che risiedono fuori dall’Italia. I progetti sotto esame - Possono essere aperti processi partecipativi su interventi di grande impatto sul territorio regionale o su progetti di dimensione locale. A richiedere l’apertura del processo partecipativo possono essere gli enti locali o i cittadini che raccoglieranno le firme necessarie. Le forme della partecipazione - Nel primo caso, quello degli interventi di grande impatto sul territorio, è prevista l’apertura di un Dibattito pubblico regionale, un po’ come! accade da qualche anno in Francia. Nel secondo caso, quello d! i proget ti di dimensione locale, è previsto l’avvio di un processo partecipativo, la cui forma potrà cambiare di volta in volta. Lo stanziamento per il 2008 consentirà di finanziare la sperimentazione di almeno 2-3 iniziative di dibattito pubblico e 30-40 iniziative di processi partecipativi locali. Chi garantisce e organizza la partecipazione - L’autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione è l’organo indipendente e al di sopra delle parti che gestisce i Dibattiti pubblici sui grandi interventi e che valuta i progetti locali e li ammette al sostegno regionale. È composta da una sola persona ed è eletta dal Consiglio regionale. Ha la sua sede presso il Consiglio regionale e opera attraverso personale della Regione. La scelta viene fatta fra una lista di persone giudicate idonee (studiosi di diritto, esperti), formata attraverso un avviso pubblico. La parola ai cittadini e sei! mesi per decidere - Nel momento in cui viene avanzata la proposta di realizzare un intervento di grande impatto sul territorio (opere pubbliche, decisioni capaci di incidere sulla vita sociale ed economica) l’Autorità può aprire un Dibattito pubblico regionale, vale a dire una discussione pubblica che non può durare più di 6 mesi (è ammessa una proroga motivata, ma per non più di 3 mesi), caratterizzata da regole chiare e condivise, che permettano l’espressione di tutti i punti di vista in gioco. Possono chiedere un dibattito l’ente pubblico o privato che intende realizzare una determinata opera o intervento, gli enti locali interessati, lo 0,50% dei residenti in Toscana che abbiano compiuto 16 anni. L’autorità decide entro 30 giorni dalla presentazione della domanda, sentito il parere degli enti pubblici interessati. Può chiedere altri elementi per valutare meglio il progetto . S! petta all’Autorità la nomina della persona respon! sabile d el Dibattito. Come si svolge il dibattito pubblico - Il Dibattito Pubblico Regionale dovrebbe configurarsi come una grande occasione di apertura e di coinvolgimento collettivo, scandito da varie fasi di confronto tra ipotesi e soluzioni diverse e dall’utilizzo di una pluralità di strumenti: la diffusione di una base di documentazione tecnica ampia e condivisa, l’interrogazione di esperti e scienziati, forum tematici o altri momenti ‘regolati’ di discussione tra i cittadini – ad esempio le ‘giurie’ o i ‘town meeting’ – verificando il formarsi e il mutare delle loro opinioni. Grande spazio avrà l’uso di internet e delle nuove tecnologie. Come si conclude il Dibattito - Con un rapporto, che il responsabile consegna all’Autorità e che l’Autorità pubblica entro tre mesi, in cui è indicato il modo in cui si è svolto, le questioni avanzate e le p! roposte conclusive. Il soggetto che ha proposto il progetto può, entro tre mesi, rinunciarvi o sostenerne uno diverso, può proporre dei cambiamenti oppure insistere con il progetto iniziale fornendo le motivazioni della scelta. Progetti locali e partecipazione - In caso di progetti di dimensione locale, Comuni, cittadini, associazioni, scuole o imprese possono avviare un Processo partecipativo presentando domanda per ottenere il sostegno regionale (che può essere finanziario, metodologico o di assistenza nella comunicazione). L’oggetto dev’essere ben definito, la durata non deve superare i 6 mesi (con eventuale proroga di 3 mesi), gli strumenti e metodi di partecipazione devono essere adeguati al contesto in cui si svolge, la conduzione dev’essere affidata ad una persona indipendente e imparziale e portata avanti in modo tale da permettere la massima inclusione e uguaglianza. Anche in questo caso vengono predisposti tutti gli ! strumenti necessari per rendere pubbliche le informazioni che ! derivano dal processo. L’ammissione del progetto spetta all’Autorità. Da 50 a 300 firme per avviare la consultazione - Dipende dalla grandezza dell’ambito territoriale dove si svolgerà il processo: fino a 1. 000 abitanti ne occorrono 50, fino a 5. 000 almeno 150, tra 5. 000 e 30. 000 almeno 300, oltre i 30. 000 lo 0,5% della popolazione interessata. In tal caso la domanda di sostegno regionale deve riguardare progetti per i quali lo Stato o gli enti locali non abbiano preso alcuna decisione. Le imprese possono presentare domanda soltanto per progetti che abbiano un elevato impatto (ambientale, sociale, economico). Questa deve essere accompagnata da un numero di firme che dipenderà dalla grandezza del territorio e prevedere risorse proprie, anche soltanto di tipo organizzativo. Lo stesso vale anche per le domande presentate da cittadini, residenti e istituti scolastici. .  
   
 

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