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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Gennaio 2008
 
   
  TEATRO ARSENALE: LA LETTERATURA A TEATRO PROGETTO ARTAUD VAN GOGH 9 GENNAIO – 13 GENNAIO 2008

 
   
  Milano, 7 gennaio 2008 - Scegliere un testo come Van Gogh il suicidato della società significa esercitare un po’ di presunzione o di sana incoscienza su una materia che è lava incandescente, che non si presenta come forma teatrale tradizionale, anzi, che ha il punto del saggio filosofico, unito all’ira del pamphlet. Le nostre case e le nostre strade e le nostre città sono popolate d’orrori, e l’arte con la sua follia ha i suoi luoghi separati, i suoi manicomi: i musei. Il teatro ha il suo spazio, il teatro sempre più cimitero, catalogo di cose morte, che Artaud riporta alla vita mettendo alla berlina il perbenismo della società e il suo acquietarsi fra le pieghe della vita. Così Statale 114 costruisce il suo spettacolo: come uno spettacolo che nasce dai morti e che grida alla vita, come una tragedia senza attori, con un coro di voci che danza sui quadri e ne mette in mostra i colori. La messa in scena prevede un dialogo con diverse forme artistiche, che immagina, in una soluzione fuori dagli schemi usuali, l’utilizzo di tecniche diverse per la sua realizzazione, e la presenza di forme espressive in cui i quadri di Van Gogh, il testo di Artaud, le azioni sceniche, tenteranno di dare una maggiore definizione del testo, enfatizzando il suo significato e la sua importanza. Il dialogo con le forme dell’arte figurativa sarà costante: l’io narrante, Van Gogh-artaud, non richiamerà solo i suoi quadri, ma vedrà comporli sulla scena, immaginata per dare risalto alle proiezioni e all’intervento della grafica. Su una superficie bianca troveranno posto dei cubi di plexiglass, alcuni vuoti, altri pieni d’acqua, questi ultimi praticabili anche dall’interno, trasformandosi in una sorta d’acquario dal vero, con l’attore che vi farà morire dentro il personaggio, e dipinti dai getti d’immagine e dalla computer grafica. Quasi nulla dalla scena vivrà fuori dal contesto di interazione con l’immagine video e con gli interventi proiettivi ottenuti attraverso l’interazione col computer. C’è poi l’intervento musicale che accompagnerà l’azione costruendo un tappeto sonoro: la partitura di Trimarchi, suonata dal vivo su console digitali, costruirà un ambientazione sonora fatta di suoni materiali, e elementi melodici, in un incastro che racconta una mediazione diversa del personaggio rispetto all’azione. All’io narrante si contrappone un coro di tre donne, come in una moderna tragedia greca. Queste donne sono delle erinni, delle moire, delle voci, e la moltitudine della società cristallizzata in azione. La compagnia teatrale Statale114 (fondata nel 2003 da Marcella Parito, Elaine Bonsangue e Salvo Gennuso) concentra il suo lavoro di ricerca verso una nuova idea di messinscena e di sinergia fra i diversi linguaggi dell’arte; Tra le sue produzioni ricordiamo Sei donne nude, 4 atti unici di Beckett (Respiro, Non io, Va e vieni, Cosa Dove), Il complesso di Thenardier, di José Pliya, Filottete#1 di Heiner Müller, Schifo di R. Schneider, con Graziano Piazza. Statale 114 da tre anni lavora con l’università di Catania ad un progetto sulla nuova drammaturgia, grazie al quale ha prodotto tre spettacoli e la pubblicazione integrale dei testi di Josè Pliya, prestigioso autore francese già presente nel cartellone della massima istituzione teatrale francese, la Comedie Francaise, ed ancora inedito in italia. Statale 114 collabora fattivamente all’organizzazione del festival di teatrale digitale Cultania, è stata compresa fra le compagnie meritevoli di attenzione e finanziamento da parte dell’ente dello stato Imaie, ed ha organizzato in proprio due stagioni teatrali con presenze prestigiose. Drammaturgia, scena e regia Salvo Gennuso; con Elaine Bonsangue, Paola Valenti, Alessia Sorbello, Anna Bellia; in video Marcella Parito, Giovanni Cacciatore; voce fuori campo Fiorenzo Fiorito; costumi Giorgia Salvo; musiche Giancarlo Trimarchi; computergrafica Mammasonica; luci Massimo Di Stefano; engineering Anna Privitera; video Stefano Rigano; produzione Statale 114. .  
   
 

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